Prendiamo atto dell’approvazione della delibera con cui il Consiglio Comunale, e quindi l’Amministrazione di Siena, sancisce il recesso dalla Fondazione Musei Senesi e rinuncia a giocare un ruolo trainante per il territorio in un settore strategico per una Città d'arte e sito Unesco. Ne prendiamo atto a malincuore, senza negare il rammarico: già nel 2002, infatti, il Comune capoluogo era stato fra i primi, e come partecipante istituzionale, a sostenere il progetto del sistema museale nato da un’intuizione lungimirante della Provincia di Siena. Da allora è sempre stato rappresentato negli organi decisionali di FMS e ha potuto beneficiare di progetti e contributi che hanno interessato non solo il Museo Civico, iscritto fra i musei di FMS, ma anche il Santa Maria della Scala, il Museo dell’Acqua e la città.
Ma soprattutto, fino a ieri, il Comune di Siena aveva aderito a un’idea che va oltre i particolarismi politici e il costo di poche migliaia di euro: ovvero, la convinzione che Siena e il suo territorio siano un tessuto straordinario dove l’arte, l’archeologia, il paesaggio e le comunità, con le loro tradizioni, vivono e si esprimono in continuità e costituiscono una ricchezza unica. Difficile immaginare la storia di Siena senza la Val d’Orcia o San Gimignano; difficile immaginare l’affresco del Buon Governo privato della sua “campagna”. Ecco, i nostri musei – oltre quaranta sparsi su trenta Comuni – proprio grazie alla rete di FMS provano a raccontare questa complessità in una logica di sistema (“di sinergia”, si direbbe, abusando di un termine di moda in epoca di crisi), che vuol dire accettare di essere la parte di un tutto, in un percorso reciproco di scambi e, a volte, di sacrifici, ma in una prospettiva condivisa e collaborativa. Il concetto di “museo diffuso” che FMS rappresenta è proprio alla base di quel turismo lento e consapevole che tutte le amministrazioni auspicano e ricercano e che, attraverso itinerari integrati e iniziative di qualità, può davvero valorizzare e promuovere le eccellenze e la cultura del territorio in modo sostenibile.
FMS è e rimane una rete consolidata, riconosciuta a livello internazionale, presa a modello anche dalla Regione Toscana, che ha la competenza sui musei non statali, in una rinnovata stagione di sviluppo dei sistemi museali che va di pari passo con la realizzazione del Sistema Museale Nazionale di stampo ministeriale. E come sistema museale FMS ha attratto sul territorio senese, nel tempo, finanziamenti dalla Regione Toscana (bastino ad esempio i 150.000 euro, quota massima prevista, col Piano Integrato della Cultura 2017-2018, Piano Integrato a cui FMS partecipa regolarmente distribuendo risorse ai musei della città e del territorio), dal MiBACT (fra cui 500.000 euro col bando ARCUS 2010, e altri fondi sul progetto Musst 2017-2018); dall’Unione Europea (col progetto Eterob tra il 2014 e il 2016); dalla Fondazione MPS (già con Calice Siena, SienaRicorda, I musei raccontano): finanziamenti coi quali sono stati realizzati restauri, allestiti nuovi musei, organizzate mostre, realizzate attività educative e di inclusione sociale, rivolte ai pubblici fragili e alle famiglie.
FMS, dunque, non è e non resta semplicemente la rete dei musei “del territorio” (benché il dialogo col territorio, in tutti questi anni, sia sempre stato assolutamente autentico, proficuo e fattivo): nonostante il recesso del Comune di Siena, infatti, su Siena continueremo a lavorare insieme all’Accademia dei Fisiocritici, ai musei universitari del SIMUS, alle Stanze della Memoria, alla Sinagoga, al Museo Diocesano e a tutte le realtà, istituzionali e associative, con le quali negli anni abbiamo condiviso progettualità e intenti (ci riferiamo, in particolare, alla Festa dei Musei Scientifici, al percorso Musei e Alzheimer, al workshop Musei Emotivi, alle attività di alternanza scuola lavoro e di Servizio Civile Regionale, che ha peraltro garantito, negli anni, una buona incidenza di occupazione per i giovani professionisti museali).
Proseguiremo dunque il nostro lavoro, tanto più alla luce del nuovo rilancio strategico di prossimo avvio, nella certezza che il patrimonio culturale, materiale e immateriale, sia un bene comune di cui tutti siamo responsabili. Proseguiremo con la medesima forza ed entusiasmo nell’auspicio di potere riaprire, in un futuro prossimo, un dialogo anche con il Comune di Siena.
Giacomo Bassi, vicepresidente
Elisa Bruttini, responsabile scientifico
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