Dieci secoli di siccità, gelate e alluvioni nel Valdarno Inferiore

I cosiddetti “secoli bui” medievali, almeno fino all’anno Mille furono caratterizzati da basse temperature in tutta Europa; questo unito alla scarsa produttività dell’agricoltura, generò una diminuzione della popolazione e una diffusa miseria nei campi e nelle città.

Il “Periodo Caldo Medievale”, secondo studiosi della storia climatica, inaugurò dopo il Mille, una lunga fase di temperature più elevate che ebbe termine nel 1300 circa, dalla nascita dei Comuni alle prime Signorie. Naturalmente non fu un andamento uniforme ma variò da zona a zona. Relativamente all’area mediterranea e ai nostri luoghi, si registrò nel 1416, un anno di grande siccità.

Scrive Marisa Masani, nella sua opera “Fucecchio dalle origini ai nostri giorni, p. 95”, “ l’Arno andò in secca e non fu possibile trasportare il grano per via fluviale”. A questi periodi siccitosi si alternavano periodi di segno opposto. Si contano oltre 100 alluvioni segnalate in età storica dal XIV al XX secolo.

L’inverno del 1709 fu il più rigido degli ultimi 500 anni per l’intero continente europeo. La glaciazione ebbe effetti tremendi sulle popolazioni. Si intensificarono malattie e carestie. Fra le possibili cause di questi opposti fenomeni, secondo gli scienziati, potrebbero esservi state una diminuzione dell’attività solare (un ciclo di “Sole pigro”, proprio come sta avvenendo attualmente) ed un aumento dell’attività vulcanica (le cui emissioni finirono per costituire nell’atmosfera una sorta di barriera filtrante per i raggi del Sole, e contribuire così al raffreddamento della superfice terrestre).

Ma un’altra causa “indagata” è il probabile rallentamento della “Corrente del Golfo” e delle altre correnti oceaniche che normalmente contribuiscono a salvaguardare i climi temperati delle nostre latitudini. Sembra che durante le ere di totale glaciazione del pianeta, queste correnti si fossero arrestate del tutto.

Il motivo? Anche in questo caso ci sono teorie che tirano in ballo una connessione con l’attività solare, ed altre tesi che si riferiscono a modifiche del magnetismo terrestre, modifiche che pare avvengano ciclicamente ogni 2.140 anni.

Noi non vogliamo addentrarci in una materia che non conosciamo. Qui ci importa soltanto segnalare fatti storicamente accaduti: “Nel 1833, nel nostro Valdarno, una prolungata siccità impedisce la navigazione sull'Arno riducendo alla miseria molti navicellai e bardotti e quei paesi che ritraggono tutto dall'Arno ora si ritrovano in una inconcepibile povertà".

Un periodo di freddo intenso durò poi fin verso il 1850 quando le temperature cominciarono a rialzarsi, ed i ghiacciai a regredire. Una prolungata siccità ridusse i movimenti dei navicelli provocando disagi e miseria e assalti ai boschi con furti di legname e generi commestibili. Scrive Angelo Nesti nel suo “Breve storia di Santa Croce sull’Arno”, Pacini, 2009, "Navicellai e bardotti presi da disperazione, e dopo aver distratte tutte le robe di casa per vivere, si gettarono a danneggiare le boscaglie di Montefalcone, di Pozzo e di Poggio Adorno, rubando legne per venderle per cui dové prendersi il compenso di stanziare una brigata di polizia che li raffrenasse ."

Dopo le siccità avvennero le gelate. Si legge nel Diario Montopolese di Ignazio Donati “Il 1858 Gennaio fu freddissimo per cui l'Arno sta gelato una settimana.” E carri e persone poterono passare da una sponda all’altra. Comunque al di là di episodi eccezionali di segno contrario, nell’Ottocento si innestò un processo che, salvo annate eccezionali (come ad esempio quella del 1985), dura tuttora.

Valerio Vallini

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