San Miniato tra fantasy e critica: Irene Campinoti presenta il suo libro La città dei bambini

Irene Campinoti

Venerdì 21 giugno alle 21, presso l’Aula Pacis, con ingresso dai Loggiati di San Domenico a San Miniato, avrà luogo la presentazione di un magnifico libro scritto da Irene Campinoti.

Il libro si intitola La città dei bambini (La conchiglia di Santiago 2019, p.478 euro 15,00) e racconta una storia semplice e complessa allo stesso tempo, di una città che viene svenduta al turismo, senza cercarne le ragioni profonde, senza trasformarla in una città a misura di bambino.

La città potrebbe anche essere San Miniato, la città dove l’autrice è nata, ma lei assicura che dietro il nome, Manisanto, potrebbero nascondersi tanti dei borghi che costellano l’Italia.

Un intreccio di grande maturità, scritto con il grande piacere della narrazione, non disdegnando il genere fantasy, di personaggi abbastanza realistici, che possono assumere anche vesti fantastiche, come quelle della Strega Barbuccia, protagonista della Bruna di Poggighisi di Bruno Pieragnoli, pubblicato alla fine dell’800 dalla Tipografia Bongi a San Miniato, la stessa che adesso ha stampato anche La città dei bambini, che si lascia leggere d’un fiato, questo per quasi 500 pagine: “Un libro – ha detto Andrea Mancini, l’editore – che come tutta la grande letteratura è davvero per tutti: per adulti, per ragazzi, addirittura per i bambini. Nel libro ci sono echi del Lewis delle “Cronache di Narnia” e di tanti altri autori, come Tolkien o Collodi, che non hanno una collocazione precisa negli scaffali delle biblioteche, ma che hanno venduto milioni di copie”.

La presentazione sarà a cura della Conchiglia di Santiago e della Pro Loco di San Miniato, con l’intervento di Orfeo Paci, editor e a sua volta scrittore, che parlerà insieme all’autrice e allo stesso Mancini, della Conchiglia di Santiago. L’introduzione sarà di Nicoletta Corsi, presidente della Pro Loco di San Miniato.

“Comprai le mie prime scarpe rosse – dice Irene Campinoti - quando persi mia nonna, ma ancor prima che gli uragani della fantasia mi sollevassero, ho sempre cercato sentieri gialli fra milioni di strade grigie. Invento storie da quando mia madre ha smesso di raccontarmele. E disegno da sempre, come se avessi bisogno di compagnie invisibili e fantastiche. Ciò che scrivo e disegno parla di me. È il mio mondo che esce e si manifesta, è un messaggio agli altri, un percorso di crescita e cambiamento. La necessità di gridare qualcosa che soltanto così riesco a far uscire”.

La Campinoti oltre che scrittrice (questo è il suo primo romanzo, ma i suoi successi editoriali sono stati anche altri, come “Storia di Tappino”), fa di lavoro la grafica e l’illustratrice, ha tre figli che hanno ascoltato le sue storie, prima di trovarsele scritte.

Fonte: La conchiglia di Santiago

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