Elezioni Empoli: vignette, top e flop dei 4 candidati

Il triplice fischio finale sulle amministrative 2019 è arrivato intorno alle ore 20 del 27 maggio, a distanza di poche ore è il momento di dare i voti ai candidati sindaco. La partita è stata vinta da Brenda Barnini, confermata al primo turno con il 56% dei voti, dietro di lei Andrea Poggianti con il 25%, poi Beatrice Cioni con il 9% e Anna Baldi con l'8,5%. Le caricature sono opera di Margherita Cecchin, il testo è a cura di Giovanni Mennillo ed Elia Billero.

BRENDA BARNINI - voto 9

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Capolavoro politico. In un momento in cui la casacca che indossava richiamava poche persone allo stadio, Barnini è riuscita a trascinare la sua squadra alla vittoria con una sola tattica: "passatela a Brenda". Una fuoriclasse di razza che non si è accontentata di raggiungere l'obiettivo minimo, vincere anche al secondo turno, ma ha addirittura superato i fasti della tornata elettorale precedente, quando la squadra era più forte. Con qualche giocatore storico (il PD) non proprio in forma, la campagna elettorale è stata un vero e proprio catenaccio che come si sa spesso in italia dà i suoi frutti: con un Haller-Icardi che sembrava potesse fare 20 gol e che alla fine ne ha fatti a malapena 2, la squadra ha comunque tappato tutti i buchi (politici) scoperti innalzando un vero e proprio muro difensivo tra sé e l'avversario. Adesso Brenda può sedersi nuovamente sul suo 'trono di carciofi empolesi' pronta a scatenare i draghi alle sue spalle quando sarà il momento.

ANDREA POGGIANTI - voto 7

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Più che una partita di calcio è stata una gara di sollevamento pesi, troppi, quelli che il centrodestra unito gli ha messo sulle spalle ad inizio anno. Dopo qualche scaramuccia iniziale la squadra era fiduciosa e sembrava potesse raggiungere la finale del campionato (il ballottaggio), ma in realtà era solo un miracolo sportivo che non si è realizzato. Poggianti ha infuocato gli stadi, alzato la voce, perso nottate intere a spiegare ai suoi la gestione dei social, messo insieme 11 leoni pronti a sbaragliare un campionato che da oltre 70 anni era vinto sempre dagli stessi, ma in campo è stata un'altra storia. Il Gigante Golia si è trasformato nel più sommesso Sisifo, portatore di un masso che solo lui ignora sarebbe tornato al punto di partenza. Sembra che anche i suoi tifosi abbiano letto del famoso mito greco, perché lo hanno lasciato solo a badare 11 giocatori che forse non erano pronti per il grande palcoscenico. Eppure, come diceva Camus, "dobbiamo immaginarci Sisifo felice", il risultato del 25% non è una sconfitta.

BEATRICE CIONI - voto 5

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Giocare senza attaccanti e senza portieri (e senza nemmeno un simbolo) non è un gioco da ragazzi, e lo si è visto chiaramente. Beatrice Cioni ha dovuto comporre un puzzle in cui mancavano i pezzi. Poteva essere la riscossa delle riserve che da tempo avevano abbandonato la squadra campione. Ma non è stato o non è ancora tempo per loro. Scesi in campo per giocarsi almeno l'Europa League, alla fine sono riusciti a salvarsi con fatica. Nonostante questo dagli spalti è arrivato il supporto caloroso di molti aficionados e dopotutto poteva andare peggio: i tifosi restano legati a un'idea piuttosto che a una maglia, e questo è già un gran risultato. Il consiglio è quello di fare campagna acquisti e coprire i ruoli mancanti, ma soprattutto di ricercare i pezzi mancanti del puzzle.

ANNA BALDI - voto s.v.

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Si parte dal presupposto che la società da 4 anni era fallita e i giocatori da tempo erano stati venduti. Anna Baldi aveva il dovere di ricostruire, ma la sensazione a fine partita è che il M5S non abbia capito a che sport si stesse giocando. Forti di un marchio che, ai tempi, riempiva gli stadi e suscitava emozioni, il M5S ha creduto di poter vincere senza scendere in campo, ma ha perso tutte le partite a tavolino. La squadra era unita, ma il gioco non è stato mai spettacolare, anzi: si è scelto il classico 4-4-2, passaggi verticali, poca voglia di mettere piede nella metà campo avversaria, tattica attesista (ma della fine del match). La società ricostruita è apparsa un collettivo forte, senza gerarchie, senza capitano, ma forse almeno di un allenatore se ne aveva bisogno, invece Anna Baldi è stata legata a un'idea di gioco (e a fili) che venivano dall'alto delle stelle. I cittadini di Empoli, però, amano più la terra dei campi di gioco.

 

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