Leonardo Vive, reliquie e importanti scoperte per l'apertura dei due musei a Vinci

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Nel giorno della morte di Leonardo Da Vinci a 500 anni di distanza il borgo in cui ha avuto i natali raddoppia l'offerta culturale con due nuovi musei a lui dedicati. E con la mostra-caleidoscopio Leonardo vive a Vinci arrivano le due reliquie del Genio provenienti da Amboise, acquistate nel 1925 da un collezionista americano. Parliamo di una piccola ciocca di capelli e di un anello di bronzo trovato sul dito di Leonardo.

Alessandro Vezzosi, direttore del museo ideale, ha raccontato la storia del ritrovamento di queste reliquie, avvenuto nella cittadina francese in cui Leonardo morì. Arsene Houssaye, scrittore e ispettore provinciale dei musei della provincia francese, venne incaricato di trovare la tomba di Leonardo: una volta acquisito il feretro prese per sé dei capelli e un anello di bronzo trovati sul disegno di Leonardo. Questi reperti finirono nelle mani di un collezionista americano che proprio per questo anniversario, a distanza di 3 anni di lavoro, sono arrivati direttamente in Italia.

Per quanto riguarda la reliquia dei capelli di Leonardo, partiranno già da oggi gli accertamenti sul DNA con il confronto con i discendenti viventi per appurare la veridicità del reperto. Gli altri aggiornamenti riguardano la madre di Leonardo, Caterina di Vinci, che non sarebbe una fanciulla serva o contadina ma addirittura una schiava proveniente dal Mediterraneo orientale. Si parla dell'ipotesi storica più probabile considerando il contesto storico-ambientale. Nella mostra viene esposto il testamento di Vanni di Niccolò di ser Vanni, banchiere e usuraio fiorentino, proprietario di Caterina schiava e cliente di ser Piero, appunto il padre del Genio. Leonardo ebbe un intenso rapporto affettivo per oltre 40 anni con la madre, la quale raggiunse il figlio a Milano probabilmente nel 1493.

Ritornando ai familiari anche sul nonno di Leonardo, Antonio da Vinci, vi sono delle importanti rivelazioni: fu mercante sia a Barcellona che in Marocco. Tramite una lettera del 1402 si riportano molti beni scambiati a Fes, due anni dopo, nel 1404, il nonno di Leonardo si trovava invece a Barcellona. Nella mostra Leonardo Vive sono esposti anche frammenti di ciotole in maiolica provenienti dalla famiglia di Francesco del Giocondo, marito di Monnalisa identificata come la Gioconda. Nella scultura della Madonna dell'uva, la terracotta esposta per la prima volta in Italia, gli studi porterebbero a pensare che la mano sia quella di Leonardo ma le considerazioni storico critiche giungono sino al Verrocchio.

Le 5 parti in cui è divisa la mostra Leonardo Vive partono da Leonardo Heritage, con documenti di archivio e studi genealogici tra cui le reliquie dei capelli. Nella seconda si passa alla Bottega di Leonardo, dove è esposta La Gioconda nuda, definita all'ultima grande invenzione pittorica di Leonardo. Per una sorta di gemellaggio tra Italia e Francia del primo giugno la Gioconda Nuda del Museo Ideale sarà esposta nel museo con te a fianco al disegno che le ha dato origine assieme alla versione del museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, in passato attribuite Leonardo e ora prevalentemente a Salai.

«I nostri esami scientifici – ha spiegato Maurizio Seracini di Editech  hanno evidenziato che in questo dipinto sono presenti i puntini per il riporto corrispondenti esattamente a quelli del Cartone del Museo Condè di Chantilly, attribuito ora allo stesso Leonardo e al suo atelier»

La terza parte della mostra Leonardo vive riguarda Leonardo e il Rinascimento del vino, approfondendo i rapporti con il territorio e con l'agricoltura. Nella quarta arriviamo ai Leonardismi attraverso i secoli con le xilografie dei nodi vinciani fino alla Gioconda iconoclasta di Duchamp, Dalì, Warhol e altri protagonisti delle neoavanguardie internazionali. All'attualità di Leonardo invece giunge il pittore cinese Xu Li, in Italia appositamente da Pechino con il dialogo con il paesaggio di Leonardo.

A Casal di Valle si trova invece il museo Leonardo e il Rinascimento del Vino, a Casal di Valle, sopra le Cantine Leonardo del gruppo vinicolo cooperativo Caviro. Oltre al leonardista Alessandro Vezzosi, ha collaborato anche l'analista sensoriale Luca Maroni per le cinque collezioni di vini ispirati agli studi di Leonardo. La Villa da Vinci è una tenuta storica del Cinquecento, circondata dai vigneti appartenuti alla famiglia di Leonardo. Alla conferenza ha partecipato SimonPietro Felice, ad di Leonardo Da Vinci Spa.

LE DICHIARAZIONI

«Questi due musei sono un tributo importante a Leonardo e alla sua creatività – ha dichiarato il sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia –: insieme costituiscono un volano importante per tutto il territorio, potenziando l’offerta culturale di Vinci con riflessi notevoli sul turismo e anche urbanistici. Entrano ora a far parte del circuito museale di Vinci, consentendo la visita con un biglietto integrato a quello del Museo Leonardiano». 

«La storia della preziosa reliquia – ha spiegato Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci – inizia nel 1863 quando Arsène Houssaye, scrittore e ispettore generale dei musei di provincia francese, amico di Delacroix e Baudelaire, venne incaricato da una commissione imperiale di ricercare la tomba di Leonardo tra le rovine del castello di Amboise, dove Leonardo era stato inumato il 12 agosto 1519. 

Egli ritrovò i resti di quelle che individuò come le ossa e il cranio dell’artista-scienziato, grazie anche ad alcuni frammenti lapidei di un’iscrizione riconducibile al nome di “Leonardus Vinci”; poi furono ricomposti nella tomba della Cappella di Saint Hubert del Castello Reale di Amboise.

I documenti da oggi esposti a Vinci attestano che Houssaye trattenne per sé due reliquie. Infatti, nel 1925, Harold K. Shigley, colto e appassionato collezionista americano di cimeli, acquistò a Parigi dal pronipote di Houssaye, “una ciocca di capelli di Leonardo e un anello di bronzo trovato sul dito del Da Vinci”. Nel 1985 questi due reperti sono passati nelle mani di un altro collezionista americano che, nel 2016, avendo saputo delle nostre ricerche sulla genealogia di Leonardo, ci ha contattati. Dopo tre anni di lavoro, siamo riusciti a riportare in Italia questi reperti, che oggi possiamo finalmente mostrare nel Museo Ideale di Vinci. La reliquia dei capelli non è solo un documento storico, né un semplice cimelio, bensì uno strumento straordinario di conoscenza». 

Ha aggiunto Agnese Sabato, co-curatrice della mostra: «Grazie al confronto con i risultati degli esami scientifici del DNA dei discendenti viventi del fratello di Leonardo, Domenico, e di alcune sepolture della stessa famiglia Da Vinci, che abbiamo individuato con lunghe ricerche e presentato nel 2016, si potranno fare fondamentali verifiche. Se i capelli sono compatibili con il DNA dei discendenti si potrà sequenziare il DNA di Leonardo. E si farà comunque chiarezza sui resti contenuti nella tomba di Leonardo ad Amboise».

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