Secondo una nota da “Nel segno di Saturno” a cura di Franco Foggi, fra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, a Santa Croce si contavano 34 concerie con 357 operai maschi fra i quali 38 minorenni. Le condizioni di lavoro erano durissime e i primi scioperi osteggiati dai governi e dalle categorie datoriali.
Il Primo Maggio 1890, tutti gli operai conciari e molta parte della popolazione, si recarono in località “Usciana”, a festeggiare la festa dei lavoratori. Questo perché le autorità di polizia non permettevano lo svolgimento nel centro del paese. Da qui deriva il nome di Primo Maggio dato a quella zona che conserva una via Primo Maggio.
Poiché la banda comunale non partecipava alla festa per divieto dell’Amministrazione comunale allora retta da un’amministrazione liberal-monarchica con a capo l’avvocato Pietro Della Bianca, la popolazione organizzò una fanfara la cui tradizione resta tuttora, e per ogni Primo Maggio apre la festa facendo la sveglia della popolazione alle prime luci del mattino.
Per divieto della polizia, la fanfara non poteva suonare nei tratti fra una strada e l’altra nel centro del paese, ma solo agli incroci delle strade. La fanfara doveva quindi percorrere dei tratti senza suonare, per suonare soltanto a fermo ai crocicchi delle strade.
Il 1891 fu l’anno delle leggi eccezionali di Crispi e dietro informazione del sindaco del Comune, furono inviati al domicilio coatto: Puccini Serafino, Orsolini Vittorio e Lamberti Felice, anarchici e animatori sindacali. Nello stesso anno si registrò il primo sciopero degli operai conciari di S.Croce e in quell’epoca gli operai erano largamente influenzati dalle ideologie anarchiche sia per l’influenza di Bakunin in Toscana, sia per i rapporti col porto di Livorno che avevano i navicellai, i quali oltre a fare il trasporto delle merci fra Livorno e Santa Croce portavano nel nostro centro anche le ideologie avanzate della Prima Internazionale.
Questo sciopero, allora gli operai lavoravano 12 ore al giorno, rivendicava un aumento di salario da 10 a 12 lire settimanali cioè da “due cartocci a due cartocci e mezzo”. Le riunioni per preparare lo sciopero, poichè gli operai non avevano una loro sede, avvenivano alla fornace del Banchini, attualmente di proprietà del sig. Battini Paolo e nel piaggione, cosiddetto dei “cavalli”. In occasione di questo sciopero, secondo una fonte scritta ma non firmata, le autorità inviarono uno squadrone di cavalleria allo scopo di intimorire gli scioperanti.
Nel 1899,viene fondata la sezione del Partito Socialista. Furono di volta in volta segretari della sezione : Pagni Marino, Bagnoli Giuseppe, Magnani Romanello e Gufoni Bruno.
La sede si trovava in Corso Mazzini, prossima all’attuale Casa del Popolo.