Primo maggio con Cobas e Intifada, corteo e 'baccellata' a Empoli

La Comunità in Resistenza e i Cobas parteciperanno anche quest’anno al corteo del primo maggio a Empoli, lo faranno con uno spezzone autonomo che non si fermerà in P.za della Vittoria per il consueto comizio dei sindacati confederali  ma proseguirà fino a P.za Farinata degli Uberti. Questo per sottolineare la differenza rispetto ad un modo di fare sindacalismo e ad un mondo della politica incapaci di comprendere emergenze nuove e di proporre iniziative per arginarle. I nostri adolescenti, stimolati dalla svedese Greta Thunberg, ci stanno presentando il conto, non siamo stati capaci di garantirgli un futuro. Noi, da anni, sosteniamo la necessità di un modello di sviluppo meno invasivo per l’ ambiente e rispettoso dei diritti dell’uomo. Non saremo mai per il lavoro ad ogni costo e non abbiamo mai ceduto al ricatto lavoro /salute, chiara ad esempio la nostra posizione sulla TAV in Val-Susa o sull’ILVA a Taranto. Precarietà e sfruttamento ci consegnano un costo altissimo: 1450 morti nel 2018 tra lavoro ed itinere. Rispetto al 2017 registriamo un aumento del 9,7%. Impressiona l’età delle vittime: moltissimi giovani sotto i 20 e trent’anni, ma soprattutto in tarda età, il 27% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno dai 61 anni in su (esclusi morti in itinere e sulle strade). Il precariato diffuso, leggi come la Fornero e il Jobs ACT hanno contribuito a questo aumento impressionante. La tranquilla provincia in cui viviamo è oramai satura per un continuo consumo del territorio in funzione di una urbanizzazione selvaggia e di una improbabile industrializzazione. I settori portanti dell’economia di zona, vetro e ceramica, sono in via di estinzione dopo un processo di globalizzazione delle merci non accompagnato da quello dei diritti. Processo ampiamente previsto e contestato dal movimento di fine 900 ed inizio nuovo secolo, violentemente represso a Genova nel 2001. Delocalizzazioni e chiusure in favore di aree con meno diritti e vincoli hanno caratterizzato questi anni, paradossale è stato che invece di ostacolare queste nefandezze si è avuta anche da noi una progressiva perdita dei diritti. Emblematica l’ applicazione di contratti che niente hanno a che fare col settore in cui si opera e sfavorevoli per i lavoratori, significativa è la continua migrazione dei giovani più qualificati. Da una recente analisi della Direzione Studi e Ricerche di una delle più importanti banche emerge che anche l’ abbigliamento nell'empolese ha avuto un quasi meno 5% di esportazioni nel 2018.  Negli ultimi anni c’è da registrare un riavvicinamento, anche tra i giovani, verso l’ agricoltura, settore  caratteristico di questi territori prima del nefasto sogno industriale. In questo settore bisognerà vigilare contro lo sfruttamento della forza lavoro migrante e sulle forme di caporalato ormai diffuso anche nella civile Toscana. L’ agricoltura è inoltre il settore più esposto ai cambiamenti climatici in assoluto, periodo prolungati di siccità ed eventi improvvisi di particolare violenza possono vanificare il lavoro di mesi (altro che emergenza ungulati) e quindi dovrebbe essere tutelata perché, insieme al turismo ecosostenibile, potrebbe diventare il motore trainante dell'economia della nostra zona. Riteniamo infine ridicole le proposte di alcuni politici di voler abolire nella gestione dei rifiuti il porta a porta per tornare al cassonetto. E' solo così infatti che è possibile procedere al riciclaggio e ad una diminuzione delle discariche che non solo sono molto più antiestetiche, ma anche molto più nocive di un foglietto scappato dalla cesta che svolazza in strada la mattina della raccolta della carta. Per noi, per i nostri figli, per questo pianeta e per tutte le specie che lo abitano occorre agire subito, cambiare radicalmente modo di vivere e di produrre o sarà troppo tardi. E’ necessaria la conversione dei processi produttivi in senso eco-sostenibile, occorre farlo ora, il tempo a disposizione è finito!

L’appuntamento è alle 9,30 in P.za Don Minzoni per il corteo, alle 13 al CSA intifada per la consueta baccellata.

Cobas Empolese Valdelsa

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