Ogni frazione, ogni località di San Casciano ha un manufatto votivo che identifica il luogo e racconta la storia di una comunità. Un segno permanente, una traccia del passato che ripercorre il forte legame che i sancascianesi nel corso dei secoli hanno intessuto con la tradizione e la cultura religiosa in una terra aperta, fedele alle proprie origini che non ha smesso di parlare di sé. Tabernacoli, croci e cappelle votive. Il Chianti ne è pieno e il lavoro di schedatura realizzato dal Comune di San Casciano offre nuovi strumenti di conoscenza e riscoperta del patrimonio storico locale. Sono circa una settantina complessivamente i manufatti di valore storico testimoniale che l’assessore all’Urbanistica del Comune di San Casciano ha identificato e censito aggiornando i dati precedenti per arricchire di un’importante testimonianza storico-architettonico il quadro conoscitivo del Piano Strutturale, appena adottato.
Lo studio effettuato e corredato di immagini ha individuato nello specifico 15 cappelle, 48 tabernacoli e 7 croci presenti nel territorio ed è stato inserito nello strumento urbanistico con l’obiettivo di promuovere la conoscenza degli antichi manufatti religiosi. Le cappelle si concentrano nella frazione de La Romola, in via Grevigiana, in località Ponterotto, via Scopeti, via di Gabbiano, mentre numerosi sono i tabernacoli diffusi a Mercatale, Chiesanuova, La Romola, Montepaldi, Calcinaia, via Grevigiana, Castelbonsi, via Empolese, via di Collina, via San Vito, Campoli e le croci sono presenti in via Malafrasca, via Empolese, Montepaldi, Tignanello, Campoli, Calcinaia. Sono nati per esprimere un atto di devozione, celebrare un rito, ringraziare di un lauto raccolto, commemorare un evento tragico, ricordare un pellegrinaggio in terre lontane o una ricorrenza come l’anno mariano.
I manufatti rappresentavano un punto di riferimento e aggregazione e identificavano lo spazio in cui erano insediati. Tra i manufatti religiosi, gli elementi più rilevanti numericamente sono i tabernacoli e le cappelle stradali situati in corrispondenza di bivi e incroci tra una viabilità di collegamento e una strada vicinale. Quanto ai materiali usati per la costruzione dei manufatti, è l’alberese la pietra che prevale a San Casciano. I tabernacoli erano luoghi di fede frequentatissimi, soprattutto dalle donne ed erano punti di incontro per il paese per la posizione lungo le strade, agli incroci e facevano parte della quotidianità della vita rurale e comunitaria. Il supporto dei privati potrebbe rivelarsi fondamentale per valorizzare queste strutture anche sul piano turistico come sosta per il visitatore che decide di esplorare il nostro territorio a piedi o in bicicletta. Sono gli stessi cittadini a conoscere la storia dei manufatti e a fornire eventuali indicazioni sull’utilizzo e sull’aspetto originario. Si ipotizza infatti, per alcuni di essi, soprattutto quelli di ispirazione religiosa, che lo stato di conservazione più o meno accettabile giunto fino ai nostri giorni derivi da una continua opera di manutenzione e rifacimento di oggetti che facevano parte del vivere quotidiano. I tabernacoli, oltre al valore religioso, storico e sociale, servivano a qualificare e a rendere riconoscibile un luogo. Si inseriscono negli incroci stradali specie tra vie pubbliche e strade vicinali. L’elemento ricorrente è l’edicola sacra, cioè un loculo che ospitava icone sacre. Guardarsi intorno e andare alla scoperta dei tabernacoli più nascosti è la proposta ideale per esplorare nuovi angoli del Chianti in una delle sue stagioni più floride, tra i profumi, i sapori, i rituali della Pasqua.
Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino Comuni di Barberino Tavarnelle, Greve in Chianti, San Casciano in Val di Pesa
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