Aree di crisi complessa, per la Regione gli ammortizzatori devono essere un'occasione di ripartenza virtuosa


Il decreto interministeriale che sblocca le risorse stanziate dalla legge di Bilancio per gli ammortizzatori nelle aree di crisi complessa è stato firmato. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, che ha recepito il sollecito delle Regioni, ha fatto sapere che il decreto ripartisce i 117 milioni stanziati in nove delle undici Regioni in cui queste zone di crisi industriale sono presenti (la Liguria e la Puglia non hanno richiesto risorse per il 2019, ndr).

Oltre la metà delle risorse sarà assorbito dalla Toscana e dal Lazio, rispettivamente con 36 milioni 600 mila euro e 25 milioni 600 mila euro, seguite dalla Sardegna con 12 milioni 2 mila euro. L'assessora a Lavoro e Formazione della Regione Toscana, che nello scorso mese di ottobre, in qualità di coordinatrice della commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni, aveva esortato i ministri competenti, si dice soddisfatta per il buon risultato raggiunto ma aggiunge che, per adesso, sugli oltre 36 milioni stanziati per la Toscana non ci sono ancora comunicazioni ufficiali. Tutte le notizie rintracciate in merito sono di articoli di stampa. Ne' è dato di sapere, al momento, se il ministro dell'Economia e delle Finanze, che deve controfirmare, ha già siglato il decreto.

In parte le risorse destinate alla Toscana saranno riservate ai lavoratori, già licenziati, destinatari dell'indennità "speciale" della mobilità in deroga. La gran parte, tuttavia, saranno destinate a quelle aziende che hanno diritto alla cassa integrazione straordinaria o al contratto di solidarietà e hanno già fatto ricorso, a partire dal 2015, a uno di questi ammortizzatori, ma hanno comunque esaurito gli ammortizzatori ordinari oppure non possono accedervi.

Non esiste una lista delle aziende toscane che usufruiranno di queste risorse perché è una lista aperta, alla quale si possono aggiungere in corsa aziende che oggi non ne avrebbero diritto, ma anche perché la decisione di ricorrere o meno alla cassa integrazione straordinaria dipende dalle singole aziende. In ogni caso gli uffici regionali avevano stimato in circa 35 le aziende, tra Livorno e Piombino, considerate come possibili destinatarie, per circa 3 mila 500 lavoratori che in teoria ne sarebbero coinvolti. Tra queste c'è la Aferpi Jsw con il suo indotto piombinese.

Come sempre, conclude l'assessora, la Regione Toscana parteciperà attivamente a che l'ammortizzatore rappresenti un'occasione di ripartenza virtuosa delle aziende, mettendo in campo un piano di politiche attive, concretamente gestito dall'Arti, l'agenzia regionale per l'impiego, per la riqualificazione occupazionale dei lavoratori in cassa integrazione.

Fonte: Regione Toscana

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