Già provate da una malattia, come il tumore al seno, che non solo mette in discussione la loro salute ma anche la loro immagine e la loro femminilità, le donne vivono un’ulteriore crisi al momento in cui devono sottoporsi alla visita della Commissione per gli accertamenti di invalidità civile: questo a causa del metodo con cui le visite vengono condotte. A dirlo è stata Pina Musumeci, presidente dell’associazione Toscana Donna, che riunisce tutte le associazioni regionali che si occupano di tumore al seno. Musumeci è stata ascoltata questa mattina in commissione Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli, in merito al “Progetto rosa-Commissione di invalidità”. E la presidente ha riportato le testimonianze di numerose donne, le quali si sono sentite porre domande inopportune o improprie, mettere in dubbio la malattia e le cure in corso semplicemente perché non avevano perso i capelli o indossavano una parrucca, chiedere di esibire le cicatrici quando lo stesso comportamento non viene riservato agli uomini in caso di interventi di altro tipo. Per questo l’associazione Toscana Donna ha chiesto che in Commissione invalidità siano sempre presenti un oncologo o un senologo che sappiano leggere le cartelle cliniche e giudichino equamente la condizione delle esaminate, e che le donne siano trattate con equità di genere, equità di patologia e nel rispetto della loro dignità.
Il presidente Stefano Scaramelli, anche raccogliendo gli spunti emersi ai consiglieri regionali Enrico Sostegni, Paolo Sarti, Andrea Quartini, Monica Pecori, ha annunciato che saranno acquisite ulteriori informazioni in merito e sarà approfondito quello che accade a livello territoriale, per poi giungere a una risoluzione del Consiglio regionale che faccia chiarezza e che venga, in maniera ferma e determinata incontro alle esigenze espresse, a pieno diritto, dalle donne, prima fra tutte la compresenza di un oncologo o di un senologo.
Fonte: Giunta Regionale
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