Un’emergenza ungulati senza fine - cinghiali e caprioli in particolare -, sta portando all’abbandono di vigneti e della coltivazione di alcune varietà di cereali. L’allarme arriva dalla Cia Siena, che in queste settimane sta incontrando associati in tutta la provincia nei “Comitati comunali Cia”, con il presidente Cia Valentino Berni ed il direttore Roberto Bartolini, negli appuntamenti che si sono svolti a Siena, Colle Val d’Elsa, Sinalunga, Montepulciano, Cetona e Castiglione d’Orcia.
«I problemi dell’agricoltura restano pressanti e pesanti – commenta il presidente Cia senese Valentino Berni – su tutti, purtroppo, quello degli ungulati, che ormai è diventato un problema strutturale per le aziende. Intanto ci sono aziende che hanno abbandonato la produzione di alcuni tipi di cereali (anche grano) ed anche vigneti, in zone dove c’è bosco. Nelle zone maggiormente vocate della provincia si è provveduta con enormi costi da parte delle aziende a recintare il vigneto; ma nelle aree un po’ meno vocate, con 4-5mila metri quadri di vigneto, in molti casi si è deciso di lasciare la coltivazione del vigneto. E chi non abbandona, quindi, è costretto a recintare». Intanto si registra un calo dei danni da ungulati: proprio perché molte aziende hanno deciso di abbandonare la coltura, risparmiando così l’investimento iniziale, In questo modo si hanno meno coltivazioni e meno danni denunciati.
«Molti altri i problemi gravi che sono emersi – aggiunge il direttore di Cia Siena Roberto Bartolini – ad iniziare dalla crescente burocrazia per le pratiche nei comuni della provincia. Non si hanno risposte per adempimenti, tempi non rispettati da parte dei comuni; e così danni alle aziende che vogliono investire. Così non si può andare avanti». C’è poi il problema dei lupi e dei canidi «E’ diventato un problema anche di sicurezza, personale. Come si fa andare a fare due passi in campagna o nel bosco partendo da un agriturismo con il rischio di incontrare un lupo?» commenta Berni. A creare preoccupazione poi c’è la futura Pac: «E’ più che una percezione che questo Psr per la nostra provincia sia stato ben più scarso in fatto di risorse rispetto al passato. Ora siamo inseriti in un territorio molto ampio ed anche il budget rispetto ad una passata distribuzione provinciale ne ha risentito; così il fondo regionale ha tagliato fuori molte aziende senesi, che non hanno opportunità per fare investimenti».
Fonte: Cia Toscana - Ufficio stampa
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