Costituito il S.I.M. Guardia di Finanza, tra i fondatori anche tre toscani

Nasce il Sindacato Italiano Militari della Guardia di Finanza. I fondatori, finanzieri provenienti da tutta la Penisola, si sono riuniti a Roma e hanno scelto come Presidente Andrea Leccese, finanziere, saggista esperto di mafie, vincitore del premio Borsellino nel 2009. Eletti anche il Segretario Generale Cleto Iafrate e il Vice Segretario Generale Gaetano Insinna.

Tra i costitutori, che ricoprono la carica di Consiglieri e Segretari Nazionali, anche 3 finanzieri che prestano servizio in Toscana: Francesco Pasciuto e Gianluca Rota in servizio presso il Comando Provinciale di Firenze e Selene Leo in servizio presso il Comando Provinciale di Massa.

“Venerdì abbiamo gettato solide basi interne per strutturare al meglio questa nuova realtà – spiegano i Segretari Nazionali Pasciuto, Rota e Leo – . Oltre ad essere coinvolti attivamente a livello nazionale nei prossimi mesi saremo a disposizione dei Finanzieri Toscani attraverso incontri e confronti con il personale per condividere con tutti l’importanza di questo passo epocale per i militari: essere rappresentati costruttivamente da un Sindacato”.

Il 7 marzo è arrivato l'assenso del Ministro dell'Economia e delle Finanze, come richiesto - sulla base della normativa vigente in materia di associazioni tra militari - dalla storica sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto di sindacalizzazione delle Forze armate.

Nel corso della riunione, Leccese, Iafrate e Insinna hanno sottolineato che siamo di fronte a una svolta epocale nella storia della nostra democrazia: è stato finalmente applicato l'art. 52 della Costituzione, secondo il quale "l'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica".

"La democrazia - ha detto il Presidente - è un processo lungo ma irreversibile".

I finanzieri del SIM Guardia di Finanza attendono ora una adeguata disciplina legislativa sui sindacati delle Forze armate, convinti che la "disciplina militare", garanzia di efficacia ed efficienza, non deve però mai tradursi in una compressione eccessiva dei diritti civili e sociali, né tantomeno favorire comportamenti in contrasto col perseguimento del bene comune.

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