Empoli antifascista e antirazzista, Cioni raccoglie l'appello: "Temi condivisi"

L’appello “Empoli antifascista e antirazzista, dal mondo del lavoro per le prossime elezioni” è importante. Abbiamo ben presenti le preoccupazioni che esprime e ringraziamo il gruppo che lo ha scritto per gli spunti programmatici accennati. Ci impegniamo a ben considerarli nelle proposte della nostra coalizione civica e popolare.

È vero, il timore che anche la nostra città possa cadere in mano alla destra peggiore deve  essere considerato. Anni di politiche, purtroppo anche del centrosinistra e del PD, che hanno provocato regresso delle condizioni materiali di vita e delle sicurezze un tempo date per acquisite (sicurezza di reddito, possibilità di curarsi, possibilità di far studiare i figli, vecchiaia dignitosa, ecc.), hanno provocato una profonda rottura tra gli strati popolari e la sinistra. Avete ragione questo è l’assillo di tutti noi. La sconfitta della sinistra genericamente intesa (e dell’indebolimento del sindacato) trovano una causa anche nella rottura del nesso tra questione democratica e questione sociale. Il nostro sincero impegno a livello locale (base irrinunciabile per chi si cimenterà per una nuova storia della democrazia italiana a livello nazionale...) è teso principalmente a questo: come ri-acquisire una rete di legami sociali che la crisi, e promesse mancate, hanno rotto tra la popolazione e tra i ‘subalterni’ in modo particolare.

E avete ragione anche sul fatto che la questione democratica senza la questione sociale è un guscio vuoto. Abbiamo passato i nostri 5 anni all’opposizione in Consiglio Comunale a richiamare costantemente alla presa in carico delle questioni sociali. La casa, il reddito e la dignità del lavoro, in particolare quello degli appalti pubblici. La qualità del welfare a partire dalla sanità, la non autosufficienza, che condiziona pesantemente la vita di tante famiglie. Un continuo richiamo a un Ente Locale che si faccia carico, che sia in grado di leggere i bisogni ed organizzare le risposte, come diritti e non come beneficienza o elargizioni caritatevoli. Ci siamo sforzati di sottolineare la necessità di riacquisire una maggiore sovranità alle istituzioni, come il Comune, più vicine ai cittadini.

Per evitare che la città vada alla destra occorre sapersi far carico di queste problematiche e dargli rappresentanza, una rappresentanza continuamente mortificata, invece, da un malinteso richiamo alla ineluttabilità dell’andamento delle cose presenti. Tutto sembra predeterminato ed immodificabile, dalle esternalizzazioni, rese obbligate dalle politiche restrittive della spesa e da quelle sul personale, all’allontanamento di tutti i centri decisionali dei principali servizi ed anche della sanità, all’assoggettamento del territorio alle necessità di soggetti economici, che paiono non tollerare alcun vincolo. Le persone sembrano senza possibilità di voce. Invece il cambiamento va perseguito e rivendicato, perché è solo dalla dinamica del conflitto che può uscire un assetto migliore delle cose.

Il nostro associazionismo è prezioso e sarà ancora una volta la nostra forza. Dall’ANPI, con cui abbiamo fatto tante battaglie: da quella in difesa della Costituzione dall’ennesimo attacco finalizzato a piegarne l’anima più profonda, alla presentazione della mozione per impedire l’agibilità politica nella nostra città a formazioni fasciste o razziste. All’ARCI, col patrimonio prezioso delle case del popolo che ha bisogno di rilancio e rinnovato sostegno, ma che rappresenta ancora l’ossatura della nostra vita democratica. Ma poi a tutto quel tessuto pullulante di vita, di gruppi grandi o piccoli, che si occupano di ambiente, solidarietà, cultura, che vanno sostenuti ed incoraggiati. Ci sono cose che consideriamo emblematiche come la possibilità di utilizzare gratuitamente spazi pubblici per iniziative sociali e culturali senza scopo di lucro, per la quale ci siamo battuti in Consiglio, senza per adesso risultati, ma non disperiamo.

E poi il sindacato dei lavoratori. Noi crediamo che bisogna tornare a governare le nostre città dalla parte dei cittadini. Di chi vive di lavoro. Sia esso dipendente o autonomo, magari forzato. Precario o a tempo indeterminato. Piccolo artigiano o commesso o titolare di negozi magari in franchising. E anche chi lavoro non ce l’ha, perché è un giovane disoccupato a cui si offrono solo tirocini o stage gratuiti o mance da elemosina per lavorare 12 ore al giorno (ma è importante, fa curriculum…) o perché l’ha perduto a 50 anni e non è facile rientrare. O siano tutti i lavoratori degli appalti che magari mettono insieme 20 ore alla settimana disseminate su più sedi e più rientri quotidiani. Bisogna far tornare in comune il popolo che fatica e fa i salti mortali per far quadrare tutto: i tempi, i soldi, la vita.

E concordiamo anche sul processo di periferizzazione della nostra città e del nostro territorio. Anche questo è stato un nostro assillo in questi anni e anche con l’aiuto di alcuni di voi in particolare, abbiamo provato a contrastarlo. La riforma sanitaria di accorpamento delle USL, che ha determinato oggettivamente, come si è anche potuto chiaramente misurare nell’ultimo Consiglio Comunale aperto che avevamo sollecitato, un arretramento di tanti servizi per i cittadini, è passata senza che una voce si sia levata dalle amministrazioni locali. Nessun contrasto, quasi nessuna partecipazione. Che differenza da altri passaggi molto dibattuti e partecipati che avevano visto l’ottenimento di una autonomia di governo di questa area, con la USL ‘anomala’ di Empoli.  E cosa dire dei processi di accorpamento dei servizi, come quello dei rifiuti, avvenuti penalizzando la rappresentazione del valore delle nostre aziende storiche. E adesso ci troviamo di fronte ad aumenti tariffari di acqua e rifiuti con una maggiore difficoltà a far pesare la voce del territorio.

Sull’acqua ed il processo di ripubblicizzazione sfondate ovviamente una porta aperta. Anche qui le scelte che abbiamo visto operare dal PD e dal suo governo cittadino, vanno purtroppo in altra direzione. La proroga ad Acque Spa della concessione fino al 2031 è l’ennesimo schiaffo all’esito del referendum e soprattutto il segno di una persistente subalternità della politica alle direzioni delle aziende di servizio, che di fatto determinano le scelte senza incontrare una reale capacità di interlocuzione in chi governa le città. Anche perché si assiste ad un impoverimento del dibattito politico dentro le istituzioni, che non può che indebolire, alla lunga, chi governa di fronte ai tecnocrati. Anche questa è stata una costante della nostra presenza in Consiglio: il richiamo ad arricchire il dibattito istituzionale a farne punto di forza per decisioni più consapevoli e quindi più forti.

Voi ci chiedete di fare il massimo sforzo per tenere insieme questioni sociali e questioni democratiche, per far si che Empoli sia all’altezza della sua storia. Crediamo che sia la richiesta giusta. È sicuramente l’intento alla base del nostro impegno: ricucire il legame con i bisogni e le paure popolari per ridargli rappresentanza e farle contare nello scenario politico. Paure che, in assenza di una politica radicalmente diversa da quella del PD, potrebbero trovare risposte nella destra. Risposte sbagliate ma a domande giuste, quelle che il PD ha smesso di porsi. Noi lavoreremo per dare un’alternativa a chi è disilluso dal Movimento 5 stelle e che potrebbe addirittura decidere di non votare  Ciò sarà possibile anche stando di più, fisicamente, nei posti di vita e di lavoro più marginali. I giusti e necessari appelli alla tradizione che sentiamo molto come nostra, non sono sufficienti in questi nuovi e duri frangenti. Noi pensiamo che per battere la destra non serve chiudersi in difesa, che temiamo sarebbe poco efficace, ma chiamare invece alla riscossa, sulla base della rivendicazione di diritti reali da troppo tempo negati, in continuità con la gloriosa storia che il sindacato descrive, in discontinuità con le ultime amministrazioni cittadine e più ancora in contrapposizione con le proposte di Salvini e Poggianti.

Incontriamoci, coinvolgiamo i cittadini, le associazioni. Il confronto, il più ampio possibile, proprio a partire dai preziosi temi indicati nell’appello, è necessario e fa bene a tutti!

BEATRICE CIONI SINDACA PER EMPOLI

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