Un chilometro e mezzo di nuova strada, una galleria artificiale di 40 metri, 8.300 metri di micropali per le opere di fondazione, 2.600 metri di rivestimento in pietra dei muri in cemento armato, 62 nuovi punti luce a led, 100 metri di barriere fonoassorbenti e 36 nuove alberature. Sono solo alcuni dei numeri che caratterizzano il nuovo bypass di Cascine del Riccio aperto al transito oggi alla presenza del sindaco Dario Nardella, degli assessori alla mobilità Stefano Giorgetti e alla toponomastica Andrea Vannucci, del presidente del Quartiere 3 Alfredo Esposito e di Furio Cruciani di Autostrade per l’Italia. Sul posto anche i sindaci di Bagno a Ripoli Fracesco Casini e di Impruneta Alessio Calamandrei.
“Un’opera importante per la viabilità di Cascine del Riccio e del quadrante che va fino al Galluzzo, Bagno a Ripoli e Impruneta – ha dichiarato il sindaco Nardella – . E anche molto attesa dai residenti perché migliora la viabilità della zona e al tempo stesso ha rilevanti benefici a livello di vivibilità e di riduzione dell’inquinamento. Senza dimenticare che consente un miglior collegamento con i comuni Bagno a Ripoli e Impruneta”.
Anche l’assessore Giorgetti ha evidenziato i benefici della nuova opera sull’abitato di Cascine del Riccio: “La nuova viabilità non ci sarà più il traffico di attraversamento davanti alle abitazioni con un indubbio miglioramento della qualità della vita. Nel centro abitato rimarrà invece il trasporto pubblico”.
Due gli atti simbolici compiuti dal sindaco Nardella in questa mattina di festa: lo scoprimento della targa della nuova strada denominata “via dei Cavatori”, in ricordo della vicina cava di Monteripaldi da cui fin dal medioevo arrivava la pietra forte usata per i palazzi e le chiese fiorentine e chiusa nel 1920; e la piantumazione dell’ultimo dei dodici alberi all’interno del giardino della scuola Damiano Chiesa.
Il tracciato della nuova strada consente di bypassare l’abitato di Cascine del Riccio lambendo l’ex cava di Monteripaldi e al tempo stesso favorisce il collegamento tra lo svincolo di Firenze sud e l’abitato del Galluzzo, eliminando il passaggio dal centro abitato e prevedendo l’allargamento stradale della via delle Cinque Vie mandando quindi “in pensione” il vecchio senso unico alternato. Il progetto ha comportato la realizzazione di consistenti opere di ingegneria stradale, con muri di sostegno di sottoscarpa, muri di controripa, una galleria artificiale, opere di sostegno con paratie tirantate, l’allargamento del ponte sull’Ema, una nuova rotatoria e un nuovo collegamento con la zona artigianale di Ponte a Iozzi, nel Comune di Impruneta.
In dettaglio la nuova viabilità è composta principalmente da una carreggiata con una corsia per senso di marcia di 3 metro oltre a mezzo metro di banchina, marciapiede pedonale, barriere di sicurezza in corrispondenza dei muri di sottoscarpa, illuminazione con pali e lampade a led. Particolare attenzione è stata data alla realizzazione dei tappeti stradali che sono stati realizzati con miscele bituminose e materiali ecocompatibili ad alta resistenza e con coefficienti di abbattimento acustico.
Ecco alcuni dati della nuova opera: un chilometro e mezzo di nuova strada larga 7 metri e con una superficie di 10.700 metri quadrati; 8.300 metri di micropali per opere di fondazione; una paratia di micropali con fronte di lunghezza di 65 metri; 2.000 metri di tiranti; una galleria artificiale lunga 40 metri; 13 muri di sostegno per un totale di 700 metri; 5.600 metri cubi di calcestruzzo e 330.000 chilogrammi di acciaio per le opere in cemento armato; 2.600 metri quadrati di rivestimento in pietra dei muri in cemento; 62 nuovi punti a led del nuovo impianto di illuminazione; 600 metri di nuove barriere stradali di sicurezza e 100 metri di barriere fonoassorbenti; interventi a verde con 36 nuove alberature e arbusti per le scarpate; tutti i nuovi sottoservizi (gas, acqua, fognatura, telefonia).
L’opera è inserita in un contesto ambientale tipico delle colline a sud di Firenze, quindi i lavori sono state realizzati seguendo le indicazioni della Soprintendenza per il mantenimento e la valorizzazione del paesaggio circostante. Va in questa direzione la decisione di rivestire i muri in cemento armato con pietra arenaria locale, introducendo inoltre inserti in calcestruzzo pigmentato color pietra forte. Alcune componenti in acciaio (barriere antirumore e rivestimento del ponte sull’Ema) sono stati realizzati in corten. Proprio l’uso della pietra per il rivestimento dei muri è stato richiamato dall’adiacente cava di Monteripaldi, luogo di escavazione della pietraforte sin dal medioevo usata per i selciati in quanto più resistente rispetto alla pietra bigia e alla serena, altre pietre locali. Documenti attestano che con la pietra della cava di Monteripaldi, oltre a quelle di Boboli, di Marignolle e di Maiano, furono realizzate le murature e i bugnati dei principali palazzi (Palazzo Vecchio, Palazzo Pitti, Palazzo Medici Riccardi, Rucellai e Palazzo Strozzi) e chiese fiorentine (San Lorenzo, Duomo, Santa Maria Novella, Santa Croce e Carmine).
L’opera è stata realizzata in quattro fasi di cantierizzazioni anche per mantenere l’accessibilità ai mezzi del trasporto pubblico e ai mezzi pesanti diretti alla zona artigianale di Ponte a Iozzi con viabilità e semafori provvisori, eliminati con l’apertura di stamani.
Il costo dell’intervento, finanziato completamente da parte di Autostrade per l’Italia nell’ambito dei lavori della Terza Corsia, è di poco meno di 5 milioni di euro.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio stampa
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