L'alternativa a sinistra del PD porta la firma di Beatrice Cioni: come avevamo già annunciato sarà lei a guidare la Coalizione Civica che si presenterà alle prossime elezioni con l'intento di unire tutto l'arcipelago della sinistra in un progetto unitario di governo della città. Oggi la sua candidatura è stata ufficializzata nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta al Circolo Arci Le Cascine di Empoli.
Il compito della Cioni è di quelli che spaventano: oramai orfane di partito, le varie coscienze della sinistra cercano nella 50enne empolese un nocchiere che possa costruire un progetto di città partendo da alcuni valori comuni, un progetto che possa ridefinire la nozione stessa di sinistra a livello locale. Una candidatura che però viene definita "corale", scevra di personalismi: "Sono il volto di un progetto comune", dice, tanto che non diventa un problema nemmeno il fatto che la candidata abiti e lavori vicino Roma e che potrà essere a Empoli solo nel weekend. Obiettivamente una stranezza, certo, che però "non ci penalizza", di questo sembra sicura la Cioni.
Ridefinire la sinistra appunto: la lista che si è formata è composta da "sensibilità diverse", come le ha definite la stessa Cioni, che poco seguono le forme dei simboli di partito. Dalla sinistra più o meno radicale (Rifondazione Comunista o vecchi esponenti del PCI), all'esperienza locale di Fabrica Comune, a ciò che rimane del progetto di LeU, dall'associazionismo ai movimenti ambientalisti, fino addirittura a ampi pezzi del M5S: tutto questo è la sinistra empolese a cui la Cioni dovrà dare delle risposte. Ma a fare da collante a tutte queste sensibilità è proprio la figura umana e politica della 50enne empolese che può mettere a garanzia del suo mandato una lunghissima militanza a sinistra che non si è mai troppo legata a logiche di partito.
Ma la Cioni precisa: "Non siamo un'accozzaglia. Io vengo dall'esperienza di 'Ora si Cambia' che era il tentativo di mettere insieme sensibilità diverse in un progetto comune di città: quel programma lo sottoscriverei un'altra volta. Tenere insieme sensibilità diverse significa tenere un discorso aperto. La società cambia e serve guardarla da più sfaccettature. La diversità non è accozzaglia. Da posizioni diverse vengono programmi ricchi. In questo percorso che si apre oggi convinceremo altre persone"
Ed è con questi presupposti che Cioni vuole costruire una sorta di 'progressismo conservatore' che mira a riportare nell'agenda politica precisi 'storici' obiettivi istituzionali (dimenticati) dalla sinistra. Ciò che infatti unisce tutte queste diverse coscienze è un'idea di democrazia deliberativa e collegiale che riporti le decisioni più vicine al cittadino e offra servizi sociali più efficienti (e non è un caso se molti attivisti del M5S sono confluiti in questa lista)
Una "battaglia di sovranità" che la Cioni mette in cima al suo programma: "I Comuni - spiega Cioni - hanno perso sovranità, spesso vi hanno rinunciato senza nemmeno alzare la voce. Abbiamo delegato a enti sovracomunali e non elettivi deleghe importanti che cambiano la qualità della vita delle persone e in questo modo ci siamo deresponsabilizzati. Delegare ai tecnici significa si deresponsabilizzarsi, ma porta anche a impoverirci. Il Comune deve tornare ad essere protagonista e pensare ai servizi che vuole offrire nella città nel futuro, deve ascoltare i bisogni delle persone più svantaggiate e andare a cercare quelli che sono i bisogni inespressi. Il buon governo significa analizzare e studiare i bisogni dei cittadini e immaginare una città dove questi bisogni diventino diritto".
Riportare in Comune il centro della vita cittadina, ripensarlo come centro di ascolto dei cittadini e risposta ai loro bisogni che tradotto significa meno vincoli sull'erogazione di welfare, sanità e politiche sociali, oltre a maggiore dialogo e partecipazione dei cittadini. Un progetto, che la Cioni sintetizza nel claim "vogliamo portare il popolo in comune", che parte dal rifiuto di ogni forma di 'delocalizzazione', affidamento di competenze a enti non elettivi e verticizzazione, dal rifiuto di quei processi comuni a tutte le moderne burocrazie occidentali, ma che la Cioni mette al centro della sua idea (nuova) di città.
Da questo punto di vista non vengono risparmiate critiche a Unione dei Comuni e Asl: "Nello svendere pezzi di sovranità si è fatto un danno nell'erogazione dei servizi sanitari. L'Aslona non riesce a garantire un servizio efficiente, c'era bisogno di mantenere presidi sanitari locali. Stiamo peggiorando la qualità della vita e quindi la salute. Anche l'Unione dei Comuni è un Ente che decide tante cose, ma non è elettivo e non si sa chi decide. Certe cose non dipendono solo dalle istituzioni locali, ma la passata amministrazione non ha fatto nulla per frenare questo movimento".
Ma l'idea di una democrazia collegiale vicina al cittadino non poteva che passare dalla centralità del consiglio comunale, una centralità che secondo la Cioni è stata mortificata dalla passata amministrazione Barnini: "Ciò che più ci differenzia dalla passata amministrazione è il ruolo che vogliamo dare al consiglio comunale ridotto ormai ad un ente privo di ogni funzione di controllo. Il PD ha trattato il consiglio comunale in modo pessimo, togliendogli ogni funzione. Hanno considerato tutto questo come un atto di forza, come la dimostrazione che potevano fare senza di noi, ma se svuoti di valore il consiglio comunale le persone perdono interesse a votare, diventa una debolezza non una forza. Bisogna restituire potere di controllo e decisione a organismi previsti dalla nostra democrazia. Le regole democeratiche sono faticose, ma sono a garanzia di tutti"
Sugli altri punti del programma lontani dal PD di Brenda Barnini la Cioni cita "le scarse politiche sociali", "le scelte urbanistiche che hanno compromesso lo sviluppo della città e non hanno una visione a lungo tempo del territorio", ma anche "il progetto della viabilità ciclabile" e "il pessimo sistema di trasporto pubblico".
I rapporti con il Pd e Brenda Barnini, insomma, non sembrano buoni e alla domanda se in caso di un eventuale ballottaggio questa area fosse pronta a votare PD contro le destre, la risposta: "siamo terrorizzati dal clima di violenza generato dalla destra, ma dobbiamo capire come siamo arrivati a questo", lascia intendere che se quel voto ci sarà, sarà un voto sofferto. A sinistra le due 'alternative' sembrano due poli che si respingono magneticamente.
Giovanni Mennillo
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