Il presidente del Consiglio regionale ricorda le vittime delle foibe e l’esodo di circa trecentocinquantamila italiani: “Ricordare tristemente i morti e le vittime dell’esodo”
Giorno del ricordo
Giani apre la seduta solenne
Il senso della memoria per ispirare il comportamento futuro, per i valori della nostra Costituzione e anche per fare i conti con la storia. Il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha aperto questa mattina, 12 febbraio, la seduta solenne per il Giorno del Ricordo, richiamando, tra i molti interventi che si sono susseguiti in questi giorni, quello “importantissimo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha parlato con chiarezza di un processo che possiamo anche definire di pulizia etnica”.
Preceduto dal suono delle chiarine, dinanzi alla platea di autorità civili e militari - era presente anche il Gonfalone di Firenze -, Giani ha celebrato la “giornata che vuol ricordare tristemente i morti, coloro che furono uccisi nelle foibe”. Un giorno che focalizza l’attenzione “su quel periodo drammatico per la popolazione italiana, che nell’immediato dopo guerra affrontò l’esodo che coinvolse circa 350mila persone”. Migliaia di persone che, ha ricordato Giani, “vivendo in Istria e Dalmazia furono costretti ad abbandonare le proprie case e proprietà in poche ore”. Un dramma rappresentano “nella nave di nome ‘Toscana’ che se ne va dal porto di Zara”.
Il presidente del Consiglio ha poi ricordato la sorte di quanti, rientrati in Italia, vissero nei campi profughi che sorgevano alle periferie delle nostre città, dove in molti rimasero “per anni”.
Si sono succedute “fasi di pluralità di letture”, ha detto Giani, ma “il tempo sta dimostrando il senso di quell’Italia che Dante definiva da Pola alla Sicilia: l’Istria era storicamente legata al popolo italiano”; quelle terre erano “chiaramente di popolazione italiana”.
Giani ha citato gli impegni che la Regione ha tenuto in questi giorni per celebrare la Giornata del ricordo, tra cui la presenza istituzionale a Trespiano e anche in altre città, il 10 febbraio scorso.
Enrico Rossi: "Serve rinnovato progetto europeo per evitare nuovi possibili disastri"
“Il silenzio non era più giustificabile. Di questa dimenticanza oggi, noi non dobbiamo tacere, assumendoci le nostre responsabilità per avere negato, sminuito, l’orrore contro l’umanità rappresentato dalle foibe e poi il dolore dell’odissea dell’esodo”. Il presidente della Toscana, Enrico Rossi, è intervenuto questa mattina, 12 febbraio, al palazzo del Pegaso, nella seduta solenne del Consiglio regionale per il giorno del Ricordo. “Quello istituito dal Parlamento nel 2004 è un riconoscimento dovuto alle vittime e ai loro congiunti”, afferma, “un segno di attenzione che il nostro Paese ha mostrato verso le tragedie del nostro recente passato”. Un riconoscimento che “in precedenza era mancato”, prosegue il presidente. “La tragedia era caduta nell’oblio, le parti politiche, per via delle logiche legate alla guerra fredda, tennero celata una vicenda che continuava a rappresentare una ferita profonda nel nostro Paese”. Enrico Rossi ricorda le “parole feroci nei confronti degli esuli istriani e dalmati”, scritte da Palmiro Togliatti nel 1946 sull’Unità e ricorda “volentieri anche le eccezioni, che però ci furono, come a Livorno, dove mille profughi furono accolti nella zona di Calambrone e nel quartiere Sorgenti. Il Comune e i carabinieri costituirono un fondo per l’acquisto di libri e altri materiali scolastici per aiutare i ragazzi”.
“La pace e i rapporti amichevoli che vogliamo costruire sempre più con la Slovenia e la Croazia non possono prescindere dal riconoscimento delle verità”, aggiunge il presidente. Un riconoscimento “che dobbiamo farci reciprocamente. La pace si costruisce sulla verità e la riconciliazione non può fare a meno della verità”. Secondo Enrico Rossi, che richiama quanto affermato dai presidenti della Repubblica, Giorgio Napolitano e, poi, Sergio Mattarella, si tratta ora di “non regredire e di continuare, senza negazionismo, riconoscendo la tragedia provocata dal movimento partigiano titino-jugoslavio, le foibe, le esecuzioni sommarie, l’orrore. Una sconvolgente stagione di morti, con migliaia di civili barbaramente torturati e uccisi, in un clima e con fatti che assunsero il carattere della pulizia etnica”.
Sul fondo di questi drammi, conclude il presidente della Toscana, “c’è stata la distruzione di quel patrimonio di cultura della libertà e dell’incontro, della diversità di lingue e di culture, che è tipicamente un comune patrimonio europeo”. Oggi, “queste riflessioni hanno una valenza urgente, per evitare che fantasmi del passato possano riemergere. Solo un rinnovato progetto europeo, sostanziato di valori e capace di risolvere i problemi, può affrontare i nodi e lenire i dolori che la memoria del Novecento ci consegna, evitando, come un’assicurazione sul futuro, possibili disastri”.
Le Associazioni degli esuli e la testimonianza di Don Cerri
Davide Rossi, vicepresidente della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, rivolge il proprio ringraziamento alla Regione Toscana e, in particolare, “al consigliere Jacopo Alberti, che mi ha invitato”. Nel corso della seduta solenne odierna traccia un filo in continuità “con analoghi interventi che ho tenuto alla Camera dei deputati e nelle aule consiliari del Veneto, della Lombardia e del Friuli-Venezia Giulia. Il Giorno del Ricordo non è solo una conquista, un punto di arrivo – dice –, ma vive ora una nuova fase, con molti elementi ancora da tratteggiare”.
Il ricordo “non può esserci fino a quando non vi è effettiva conoscenza dei fatti” e gli italiani di oggi sanno ancora “poco o nulla di quelle vicende di tanti italiani che hanno lasciato quelle terre proprio per rimanere italiani” e di una “pulizia etnica che riguardava indistintamente maschi e femmine, giovani e adulti, borghesi e operai, genitori e figli”.
Il vicepresidente delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati ritiene doveroso aprire “un dialogo franco con la storiografia”, nel quale “si menzionino i misfatti del cosiddetto fascismo di confine, evitando però di fare il gioco di quanti puntano solamente su quel periodo per giustificare quanto accadde dopo”. Non servono, aggiunge Davide Rossi, “le leggi bavaglio, con aggravanti penali di chi sostiene teorie per quanto aberranti. Non si ottiene niente a zittire chi propone versioni alternative, alle stupidaggini si risponde con la ragione, con le argomentazioni, analisi serie e lavoro di ricerca”.
Occorre valorizzare i “segni di un’Italia che sta prendendo consapevolezza” ed è necessario “tornare a considerare questi temi come argomenti dell’agenda politica e non di una mera storia locale di confine da relegare al massimo nel mese di febbraio di ogni anno”. Davide Rossi saluta la cerimonia, “con il bellissimo discorso del Capo dello Stato”, che ha riportato il Quirinale “dopo alcuni anni di assenza, ad essere per gli esuli la casa degli italiani”.
“Oggi, a settant’anni di distanza, consapevoli delle nostre ragioni, fieri del nostro passato, chiediamo il rispetto delle istituzioni, l’adempimento degli accordi presi e la consapevolezza per non essere dimenticati”, dice ancora Rossi. E ricorda “l’incredibile vicenda dei cosiddetti beni abbandonati: l’Italia si impegnava a pagare le riparazioni di guerra con le proprietà personali dei propri cittadini e la promessa di risarcirli in un secondo momento. Promessa mai mantenuta che disonora una nazione: le soluzioni ci sono, è una questione di volontà”.
La storia di don Franco Cerri, parroco di Lunata in Lucchesia, ha chiuso gli interventi della seduta solenne del Giorno del ricordo in Consiglio regionale, portando nel consesso istituzionale la voce “di chi c’era”. Don Cerri ha reso la testimonianza “mia, di mia madre e di mio fratello, costretti a lasciare, nel 1948, la nostra città di Zara e a venire come profughi in Italia, dopo che mio padre era stato ucciso dai partigiani jugoslavi semplicemente perché italiano”.
La voce di una famiglia raccontata nel susseguirsi drammatico dei giorni del ’44, quando cominciarono i rastrellamenti degli italiani a Zara, “sia militari che civili”, e che non dimentica il dolore per quel padre ventinovenne ucciso con altri 50: “Furono fatti letteralmente sparire”, dopo aver distrutto i loro documenti, “per cui di loro non c’è traccia”. “Come se non fossero mai esistiti”, come tante vittime di uccisioni e rastrellamenti.
Poi venne “l’obbligo di optare o per la cittadinanza slava o per quella italiana: chi sceglieva di rimanere italiano doveva andarsene in Italia, lasciando eventuali proprietà; chi sceglieva di restare, doveva dimenticare di essere italiano”.
La storia di don Franco continua in Italia, a Gorizia, dove arriva dopo aver atteso per quattro anni il permesso di poter partire. E poi in Toscana, a Lucca, nel Campo profughi: “Oltre mille persone, sistemate in stanzoni con altre famiglie, divise da coperte, con gente disperata, che si era illusa di un altro tipo di accoglienza”. Ma la parlata dialettale, i cognomi diversi, portavano la diffidenza della popolazione locale, e anzi “c’era perfino chi aveva paura”. “Eravamo come degli stranei per i lucchesi, pur essendo italiani a tutti gli effetti”.
Nella testimonianza di don Cerri anche “l’amarezza che per sessant’anni lo Stato italiano ha ignorato le vittime delle foibe e l’esodo di 300mila italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia, a causa del comunismo jugoslavo”.
E’ con grande sofferenza che si ricordano certe cose – ha concluso – se pure nella speranza che non si ripetano mai più. Ma l’aria che tira non mi sembra buona”.
Grandi Toscani
Una legge per celebrarli. Fondi a Vinci e a San Miniato
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza l’atto di iniziativa di Eugenio Giani, Lucia De Robertis e Antonio Mazzeo.
“I Grandi Toscani. Celebrazione di personalità illustri e istituzioni storiche della Toscana”, questa la legge approvata oggi, martedì 12 febbraio, dall’Aula di palazzo del Pegaso, dopo esser stata licenziata dalle commissioni I e II riunite in seduta congiunta. A favore si sono espressi i consiglieri del Partito democratico, a eccezione di Paolo Bambagioni; il Movimento 5 Stelle, Sì Toscana a sinistra, Articolo 1 Mdp e Gruppo misto Tpt hanno votato contro, mentre Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega si sono astenuti.
L’atto, di iniziativa di Eugenio Giani, Lucia De Robertis e Antonio Mazzeo, è stato illustrato dallo stesso presidente dell’Assemblea, che ha sottolineato “la vocazione del Consiglio regionale nel valorizzare l’identità della Toscana”.
In tale contesto, la legge fa riferimento a tre grandi anniversari per il 2019. Il primo è il cinquecentenario dalla morte di Leonardo da Vinci, genio indiscusso, artista e scienziato, talento universale del Rinascimento che incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell’arte e della conoscenza. A sostegno delle tante iniziative e celebrazioni che si terranno sul territorio, in sinergia anche con quelle a carattere nazionale e internazionale, il Consiglio interviene stanziando 50mila euro.
Contributo di uguale entità (per programmare celebrazioni da effettuarsi in proprio o tramite sostegno alle iniziative proposte dal territorio regionale) anche per il 250esimo dalla nascita ad Ajaccio di Napoleone, discendente dal nobile casato dei Buonaparte di San Miniato. Nel 1700 quella che sarebbe divenuta una delle più grandi famiglie della storia del mondo aveva accertato la propria origine toscana. Non a caso, come ricordato dal presidente: “San Miniato è l’unica città italiana citata dal generale corso nel memoriale di S. Elena”.
Il 2019 sarà anche l’anno di Cosimo dei Medici (Firenze, 12 giugno 1519 - Firenze, 21 aprile 1574) e gli anniversari saranno due: i 450 anni dal Granducato di Toscana e i 500 anni dalla nascita del secondo e ultimo Duca di Firenze. Il 12 giugno 2019 a palazzo del Pegaso sarà organizzato un evento clou, con una mostra nella sede dell’Expo’ vetrina dei Comuni, in via Ricasoli, per ricordare i 500 anni dalla nascita del padre della Toscana moderna. Per rendere diffusa l’idea e il ricordo di Cosimo, il Consiglio regionale avrà a disposizione 80 mila euro, sia per le iniziative dell’Assemblea che per permettere alle amministrazioni di rendere omaggio a colui che ha unificato la Toscana, lasciando segni indelebili su tutto il territorio, a partire dalla fortificazione di Portoferraio, voluta proprio da Cosimo I e detta “Cosmopoli”, ovvero città di Cosimo.
La proposta di legge, infine, destina 65mila euro per celebrare altri anniversari nel 2019, legati a grandi personalità di toscani o a istituzioni storiche del territorio. Lo stesso presidente Giani si è soffermato sull’ampliamento di questa platea, citando altri grandi personaggi. Tra questi il presidente dell’Assemblea ha ricordato Pietro Igneo, Gherardo Appiano, Leonardo Fibonacci, Manente degli Uberti, la Beata Giulia di Certaldo, Lorenzo de’ Medici, Andrea Contucci, Giuseppe Dolfi, Giovanni Battista Giorgini, Oriana Fallaci, Giuseppe Mazzoni, Indro Montanelli, Giovanni Spadolini, Caterina de’ Medici, Antonio Meucci.
Tra le istituzioni storiche Giani ha menzionato il seicentenario dalla fondazione dell’Istituto degli Innocenti. “Con questa proposta di legge, che stimola la progettualità territoriale – ha spiegato il presidente – intendiamo valorizzare l’identità della nostra regione e dimostrare che toscani si nasce e si diventa”.
Il dibattito in aula
Gli interventi dei consiglieri Giacomo Giannarelli (M5S), Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), Marco Casucci (Lega), Monica Pecori (Gruppo misto Tpt), Gabriele Bianchi (M5S), Paolo Bambagioni (Pd), Elisa Montemagni (Lega), Massimo Baldi (Pd), Serena Spinelli (Art. 1 Mdp), Gianni Anselmi (Pd), Elisabetta Meucci (Pd) , Leonardo Marras (Pd)
Appassionato dibattito per “I Grandi Toscani. Celebrazione di personalità illustri e istituzioni storiche della Toscana”, con toni talvolta accesi. “Grazie per la bella lezione di storia”, ha esordito Giacomo Giannarelli (M5S), rivolgendosi al presidente dell’Assemblea Eugenio Giani, ma “è inaccettabile che centro-destra e centro-sinistra insieme diano sostegno a commemorazioni e non alIa ‘Istituzione di un fondo per la nascita e lo sviluppo di start-up innovative’”, legge di iniziativa del M5S all’ordine del giorno del Consiglio. Giannarelli, inoltre, ha anche parlato di “sospetto di presenza sul territorio per fini elettorali”.
Voto contrario anche da parte di Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), che ha espresso perplessità “sulla creazione di una sorta di album delle figurine 2019, per allargare ancor di più i confini della Toscana, includendo tra i suoi figli anche Napoleone”. “Questo è un atto di spesa travestito da legge, operazioni del genere spettano alla Giunta”, ha concluso.
Anche per Monica Pecori (Gruppo misto Tpt) “i morti illustri potrebbero essere ricordati senza spesa: la nostra attenzione deve concentrarsi sulle necessità della gente, magari intervenendo sui parchi inclusivi per bambini disabili e dedicandoli a personaggi storici”. Sulla stessa lunghezza d’onda Gabriele Bianchi (M5S): “i 250 mila euro stanziati da questa legge per i ‘Grandi Toscani’ potevano certamente trovare una migliore destinazione per i cittadini”.
“Non mi piace il termine ‘identità toscana’, preferisco pensare alla Toscana come esempio per il mondo’”, ha affermatoSerena Spinelli (Art. 1 Mdp), obiettando sulle modalità di scelta scientifica e culturale della legge e annunciando il voto contrario, pur sottolineando che “i soldi per la cultura sono sempre pochi”.
Stessa espressione di voto anche per Paolo Bambagioni, fuori dal coro del Partito democratico, “pur comprendendo lo spirito del presidente Giani nel sostenere i territori toscani, che stanno attraversando un momento di difficoltà”. “Questa legge non è il mezzo giusto – ha concluso – la rappresentanza spetta all’esecutivo”.
Di ben altro tenore l’intervento di Marco Casucci (Lega): “Il tema dell’identità toscana e tutto ciò che vi ruota attorno ci è particolarmente caro: senza cura delle radici gli alberi non possono dare frutto, soprattutto per le giovani generazioni; una legge così doveva essere fatta”. Il consigliere ha anche presentato un emendamento per rendere una “adeguata commemorazione ai 90 anni dalla nascita di un personaggio storico come Oriana Fallaci, con uno stanziamento di 10 mila euro”. L’emendamento è stato bocciato dall’Aula; tra le file della maggioranza Massimo Baldi (Pd) si è espresso a favore. Ad abbassare i toni ci ha pensato Elisa Montemagni (Lega), che ha sottolineato la priorità della promozione della cultura, pur parlando di scelte politiche su alcuni personaggi. Ultima nota: “a Lucca sarebbe meglio promuovere Elisa Baciocchi Bonaparte”, ha affermato, “certamente più pacifista di Napoleone”.
Una lancia a favore di Bonaparte è stata spezzata da Elisabetta Meucci (Pd): “il breve periodo napoleonico ha portato modernità e beni, grazie alla confisca di conventi”.
Ma al di là delle opinioni espresse su Napoleone, la Fallaci o anche Giovanni Spadolini, più volte citato in Aula, i consiglieri del Partito democratico, insieme al presidente Giani, hanno spiegato legge e motivazioni. “Lo stesso testo ha raccolto le sollecitazioni riuscendo a mantenere un impianto equilibrato – ha affermato Massimo Baldi (Pd) – la cultura è importante per la crescita del nostro territorio e partire dalle iniziative dei piccoli Comuni è una scelta vincente”. “Nel corso del dibattito anche nella seduta congiunta tra la I e la II commissione abbiamo dato un’articolazione rispondente alle diverse sensibilità – ha ricordato Gianni Anselmi (Pd) – anche se le scelte di carattere finanziario sono sempre opinabili e discutibili”. “Non è un caso che dentro questa legge siano stati inseriti altri personaggi – ha ricordatoLeonardo Marras (Pd) – di grande valore per la civiltà, per soluzioni che stiano sopra al giudizio politico”.
In chiusura il presidente Eugenio Giani: “Compito del Consiglio regionale è valorizzare il profilo dell’identità toscana, di una Regione che può essere di esempio per il mondo – ha affermato – anche attraverso il cofinanziamento di iniziative; basti pensare alla Festa della Toscana e alla capacità di attivare un volano di eventi in tutto il territorio”.
Fallaci , Lega-FI-FdI: "Pd e sinistra ancora una volta contro Oriana, respinto nostro emendamento"
"Ancora una volta, il Pd e le forze di sinistra toscane mostrano la loro avversione a oriana Fallaci e non perdono occasione per boicottare ogni iniziativa volta a valorizzare la grande scrittrice fiorentina scomparsa nel 2006. Anche oggi pomeriggio il copione si è ripetuto, e una variegata maggioranza che va dal Pd a Sì Toscana, da Mdp a Movimento 5 Stelle ha bocciato il nostro emendamento alla Proposta di legge regionale su 'I Grandi Toscani', volta a celebrare personalità illustri ed istituzioni storiche della Toscana". Lo affermano i consiglieri regionali della Lega,Elisa Montemagni (capogruppo) e Marco Casucci, il vicepresidente dell'Assemblea toscana Marco Stella (Forza Italia) con il capogruppo di FI Maurizio Marchetti, e il capogruppo di FdI, Paolo Marcheschi.
"Il nostro emendamento - spiegano gli esponenti del centrodestra - prevedeva lo stanziamento di 10mila euro in un capitolo a parte per ricordare i 90 anni della nascita della Fallaci. Non ci sembrava di aver chiesto la luna, visto che la stessa legge prevede, ad esempio, 50mila euro per Napoleone Bonaparte, che di toscano ha ben poco se non lontane discendenze sanminiatesi. Credevamo fosse giusto e sacrosanto ricordare la Fallaci, giornalista e scrittrice di fama mondiale che mezzo mondo ci invidia. Ancora una volta, però, è prevalsa l'ideologia a senso unico e miope. La sinistra ha perso l'ennesima occasione per dimostrare di essere cambiata". Sull'impianto complessivo della Proposta di Legge, il centrodestra si è astenuto.
Startup innovative
Proposta del M5S bocciata dal Pd
Il Partito democratico ha bocciato la proposta di legge del Movimento 5 stelle che voleva introdurre un contributo di un milione e mezzo di euro a fondo perduto per le start-up innovative. “Si trattava – spiega il primo firmatario dell’atto, Giacomo Giannarelli (M5S), – di un’importante iniziativa finalizzata a creare e sviluppare imprese di prodotti e servizi all’avanguardia e ad elevato valore tecnologico. Un’idea che secondo i nostri calcoli – prosegue Giannarelli – avrebbe portato al raddoppio del numero di nuove attività di questo genere in tutta la regione. Appena 400 le startup sorte in Toscana negli ultimi sei anni, numeri poco incoraggianti”. La bocciatura del Partito democratico segna un passo indietro in quella che è l’attenzione al mondo dell’impresa. “Avevamo trovato – sottolinea Giannarelli - adeguati stanziamenti nei capitoli di bilancio della Regione, ma questo non è bastato a far passare una norma di buonsenso. Dall’altra parte il Pd ha scelto d’investire circa 250mila euro per un progetto che vede il ricordo di personaggi del passato che hanno avuto legami con la nostra terra. Personalità tra cui troviamo anche Napoleone. Ecco, - conclude – c’è chi è da sempre dalla parte delle imprese e chi invece se ne infischia delle necessità delle aziende e amministra con assoluta miopia politica e pratica”.
Fibromialgia
Ok dal Consiglio sul Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziali elaborato dall’Organismo regionale di governo clinico per la presa in cura, la promozione di approfondimenti sulla malattia, la sperimentazione e la ricerca”
Scaramelli (Pd): “la Toscana, prima in Italia, prende in carico pazienti sofferenti”
“Per la prima volta una malattia non riconosciuta a livello nazionale, che produce una invalidità temporanea, vedrà un riconoscimento forte da parte del Consiglio regionale della Toscana. Il Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale per la fibromialgia, elaborato dall’Organismo regionale di governo clinico, è stato voluto e approvato per accelerare la definitiva presa in carico del percorso assistenziale e delle procedure terapeutiche per chi soffre di questa patologia. La Toscana è la prima regione a fornire risposte concrete a chi soffre di fibromialgia”. Così il presidente della commissione Sanità in Regione Stefano Scaramelli (Pd) intervenendo in Aula per presentare la proposta di risoluzione approvata dal Consiglio regionale a sostegno della recente definizione del percorso assistenziale per le procedure diagnostico-terapeutiche presentata dall’Organismo toscano di governo clinico. “L’atto - ha spiegato il presidente Scaramelli- impegna le direzioni delle Asl alla condivisione e diffusione del Pdta (il percorso diagnostico-terapeutico assistenziale) assunto dal comitato tecnico scientifico dell’Organismo di governo clinico”.
L’atto prevede e organizza la formazione e l’aggiornamento specifico per tutti gli attori coinvolti nel percorso assistenziale. Sollecita e sensibilizza, coinvolgendo le Università e il Ministero della salute, appropriati approfondimenti scientifici e promuovendo la sperimentazione e la ricerca scientifica nell’ambito della sindrome fibromialgica. Spesso, infatti, questa patologia viene curata anche con gli psicofarmaci. La risoluzione impegna la Regione anche a promuovere lo sviluppo tra le Asl di una rete regionale sulla sindrome fibromialogica per l’attivazione delle strategie e la gestione dell’intero percorso assistenziale definito dal Pdta. Il documento finalmente definisce le caratteristiche sintomatologiche, le procedure diagnostiche e terapeutiche, i diversi trattamenti farmacologici e il percorso assistenziale; ne richiede l’ampia diffusione per rendere possibile procedere in modo omogeneo su tutto il territorio regionale per l’accertamento della sindrome fibromialogica nelle sue forme ‘primaria’ e ‘secondaria’ e la presa in carico delle persone che ne sono affette. “Si tratta – ha concluso Scaramelli- di un passo avanti importante per affrontare una malattia che non è ancora riconosciuta come malattia cronica, ma che causa comunque dolori persistenti e diffusi soprattutto nelle donne in età lavorativa”.
Per Enrico Sostegni consigliere del Pd membro della commissione Sanità “La fibromialgia –ha detto in aula - è una malattia complessa e per molti aspetti controversa, per questo ritengo un passo avanti significativo il fatto che la Toscana abbia definito un percorso assistenziale specifico in cui si individuano competenze, riferimenti territoriali e procedure diagnostiche e terapeutiche per i pazienti. La questione è da tempo all’attenzione degli organismi preposti e dell’assessorato alla Sanità – ha spiegato il consigliere – e dopo l’approvazione di un percorso di Attività Fisica Adattata (AFA) per i malati fibromialgici era necessaria l’individuazione di un percorso diagnostico terapeutico omogeneo a livello regionale. Sostegni ha poi ribadito la necessità che si crei anche un registro della malattia e si implementi la ricerca in modo che nei prossimi anni si possa conoscere sempre meglio questa malattie e affinare le capacità di fornire cure efficaci alle pazienti.
Città murate
Contributi 2019, sì a proposta di legge
È stata rinnovata la concessione di contributi alle amministrazioni comunali che presentano progetti di recupero e valorizzazione delle città murate della Toscana. Approvata a maggioranza, questo pomeriggio 12 febbraio in Aula, la proposta di legge di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza che intervenendo sulla legge regionale 46 del 2016 “Città murate della Toscana” prevede contributi per il 2019. Con questo atto che ha ricevuto i voti favorevoli di Pd, Lega, FdI, FI, il no di Sì e del gruppo misto e l’astensione del M5S, si vogliono promuovere la cultura e la memoria storica delle comunità locali, l’appartenenza identitaria per i cittadini residenti e una maggiore capacità di richiamo turistico in borghi, città e castelli.
È con la l.r. 46 che si era avviato il percorso di recupero dell’accessibilità e della fruibilità pubblica delle fortificazioni storiche, delle mura e degli edifici a essi connessi, mirato alla valorizzazione del patrimonio artistico, storico e identitario della Regione in modo da restituire a uso pubblico immobili di pregio e significato. Per consentire, poi, una più rapida e semplificata attivazione degli interventi previsti dalla proposta di legge, in considerazione proprio dei tempi tecnici necessari all’espletamento delle procedure, si è ritenuto necessario prevedere l’adozione di un crono programma e disporre l’entrata in vigore della legge il giorno successivo alla data di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana.
Riguardo agli oneri finanziari, si dispone la copertura, per il 2019, per l’importo di un milione e 170mila euro con gli stanziamenti del bilancio di previsione del Consiglio regionale 2019-2020-2021.
Tommaso Fattori ha ribadito il voto contrario di Sì-Toscana a sinistra “al di là delle buone intenzioni – ha detto il consigliere regionale – consideriamo questa norma scollegata dalla programmazione d’insieme che definisce le politiche strutturali della Toscana riguardo alla valorizzazione dei beni culturali”. “Quando salta l’impianto programmatorio – ha concluso Fattori – ci troviamo in un turbine di parcellizzazione e diventa complicato capire come intervenire”.
Astensione dal Movimento 5 Stelle: Giacomo Giannarelli è intervenuto parlando della proposta di legge “Istituzione del fondo per la nascita e lo sviluppo di imprese start-up innovative”. “Il presidente Giani – ha detto - conferma la volontà di non voler discutere la proposta di legge sulle start up innovative” e “ di non voler assumersi la responsabilità in Aula di bocciare una proposta di legge presentata dal M5S, ma ci si appella al regolamento, dicendo che non si può discutere perché è esaurita la copertura finanziaria. Le risorse sono state destinate alle città murate e ai grandi toscani”.
Sì alla proposta di legge dal gruppo della Lega. “Si voterà a favore – ha detto Marco Casucci – soprattutto per una questione di coerenza con le posizioni assunte negli anni” e “perché consapevoli che moltissime città della Toscana sono città murate”. “Riteniamo una grande possibilità la valorizzazione della difesa delle città murate”.
Voto favorevole anche da Serena Spinelli (Art.1-Mdp) seppur con l’invito “alla presidenza del Consiglio e all’Ufficio di Presidenza a riassumerci un ruolo di programmazione”.
Alberi Monumentali
Aggiornato l’elenco
Via libera all’unanimità alla deliberazione che approva l’elenco aggiornato degli alberi monumentali. L’atto è stato illustrato all’Aula dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd).
In primo piano i riferimenti normativi: la legge 10/2013, che ha permesso la definizione giuridica di ‘albero monumentale’e la legge regionale 30 del 2015 (Norme per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico –ambientale regionale), che disciplina il meccanismo di istituzione aggiornamento dell’elenco degli alberi monumentali, in coerenza con il decreto ministeriale del 23 ottobre 2014. “Questa proposta di delibera è un aggiornamento” ha spiegato Baccelli, ricordando che il primo elenco regionale degli alberi monumentali era stato inaugurato nel 2017; ne facevano parte 55 piante. Il consigliere ha parlato di “straordinaria occasione per valorizzare come beni ambitali storici e culturali delle rarità botaniche della nostra regione”.
Baccelli ha ricordato l’apprezzamento e il lavoro svolto dalla Commissione, che ha anche inviato una lettera a tutti i Comuni della Toscana per segnalare alberi e boschi di particolare pregio, così da poterli inserire “in questo percorso di tutela e valorizzazione, importante anche in prospettiva di un utilizzo e indotto turistico”. Il consigliere ha definito“Assolutamente apprezzabile”che a oggi si sia passati a 78 piante inserite. Tra gli ‘Alberi monumentali’ anche la quercia delle Checche di Pienza; il pino domestico a Crespina Lorenzana; l’abete bianco ad Abetone; il faggio secolare a Capanne di Caprignana, nel comune di San Romano Garfagnana. “Sappiamo dagli uffici che sono in corso tante istruttorie da tanti territori della Toscana”, ha concluso il consigliere.
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