Il diario manoscritto di Frida Misul a testimonianza degli orrori della Shoah

“E’ necessario ricordare e capire ciò che accadde molti anni fa, affinchè nessun popolo sia più condannato a vivere una simile tragedia“. Lo ha scritto Frida Misul , deportata ad Auschwitz-Birkenau e scampata all’olocausto del popolo ebraico, nel suo diario, la cui copia manoscritta è in esposizione al Museo della Città dei Bottini dell’Olio. Un preziosissimo documento che in occasione del giorno della Memoria (27 gennaio) è stato consegnato dalla Comunità Ebraica al Comune di Livorno per essere esposto alla città a testimonianza degli orrori della Shoah.

Il prezioso manoscritto, una delle primissime testimonianze autografe degli orrori dei campi di sterminio, si trova conservato in una bacheca insieme ad altro materiale documentativo della deportazione di Frida Misul ( lettere, documenti, cartoline postali) nella sezione del Museo della Città “Il secondo Novecento” e quella sarà la sua collocazione anche in futuro ( è stato dato in comodato d’uso per tre anni) .

Infatti proprio questa mattina ( venerdì 1 febbraio) alla presenza dell’assessore alla cultura Francesco Belais, di Guido Servi in rappresentanza della Comunità Ebraica e di Paola Tognon, direttrice scientifica dei musei civici di Livorno, è stato deciso in modo collegiale che quella è la collocazione più appropriata: per una questione cronologica del percorso museale, e perché in uno spazio in sintonia con la figura di Fridul Misul, amante della musica. La bacheca si trova infatti davanti ai cimeli di Pietro Mascagni ma anche alle fotografie dei bombardamenti che distrussero Livorno, compresa l’immagine dell’antica Sinagoga.

Il diario della prigionia di Frida Misul, esposto in occasione del Giorno della Memoria, rimarrà dunque al Museo della Città nelle collezioni civiche per “raccontare” un periodo drammatico della nostra storia e perché il Giorno della Memoria sia motivo di riflessione per tutto l’anno .

Fonte: Ufficio Stampa

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