Aggressione lupi in Maremma, Miari Fulcis (Confagricoltura Toscana): "Servono risposte"

“Oramai le aggressioni da parte dei lupi nei confronti dei nostri allevamenti e del personale addetto sono sempre più frequenti, occorre una risposta vera e definitiva non possiamo più aspettare, quello che il mondo dell'agricoltura chiede non sono rimborsi e sussidi ma un atto di responsabilità da parte delle istituzioni” cosi Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana, commenta l'aggressione subita nei giorni scorsi da un uomo di 65 anni in Maremma mentre cercava di difendere un gregge di pecore dall'assalto di due lupi o predatori.

“La situazione è ormai intollerabile – spiega il presidente di Confagricoltura Toscana - e le indennità non servono a nulla, perché chi ha deciso di lavorare in questo settore deve essere messo in condizione di investire senza dover sottostare a pericoli che possono e devono essere prevenuti”.

“Con i rimborsi non si fa reddito – dice Miari Fulcis -, non vorrei che siano una scusa per giustificare la negligenza e l’approssimazione con cui viene affrontato il problema della predazione.” “O obblighiamo gli allevatori a vivere e lavorare dentro dei bunker – spiega Miari Fulcis - o le istituzioni devono assumersi la responsabilità di affrontare e risolvere questi problemi una volta per tutte. Come? Le soluzioni non sono più studi e ricerche, già effettuate e utili per capire l'effettiva presenza dei predatori. Oggi servono leggi speciali per abbatterli e due sono i piani su cui occorre intervenire: da una parte dobbiamo approvare definitivamente a livello nazionale il piano lupi, nuovamente finito dentro un cassetto e, contestualmente, in zone particolarmente soggette alla predazione, prevedere una legge speciale per abbattere gli ibridi. Così facendo non solo riusciamo a ridurre i danni alla zootecnia, ma interrompiamo l'ibridazione proteggendo la purezza della razza così come stabilito dalla direttiva habitat.”

“L'unica cosa che non possono permettersi di fare è continuare in questo atteggiamento di disinteresse, salvo poi cercare di rimediare con i rimborsi, verso una categoria che investe, produce e crea occupazione” conclude il presidente di Confagricoltura Toscana.

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