Bosco sicuro, l'operazione contro i tagli indiscriminati frutta 50mila euro di multe

L’operazione “Bosco sicuro”, una vasta operazione di controllo condotta dai Carabinieri Forestali per contrastare il taglio illegale dei boschi su tutto territorio nazionale, ha interessato anche la Toscana e la provincia di Prato. Si tratta di una serie di controlli di carattere straordinario concentrati in un breve lasso temporale e mirati su obiettivi specifici, che vanno cioè ad aggiungersi a quelli già svolti nel corso delle ordinarie attività di servizio.

I controlli hanno riguardato, in particolare, le operazioni taglio ed esbosco autorizzate in base alla normativa regionale nonché i fenomeni del furto di legname e dei tagli abusivi. Su base regionale, le verifiche condotte hanno permesso di contestare n. 3 reati e n. 85 illeciti amministrativi per un importo complessivo di circa 50.000 euro, che fanno della Toscana la seconda regione in Italia per verbali amministrativi elevati.

In provincia di Prato i controlli sono stati eseguiti dai Comandi Stazione Carabinieri Forestale di Prato e di Vernio, coordinati dal Nucleo investigativo (NIPAAF) del Gruppo Carabinieri Forestale di Prato.

Sono state passate al setaccio le operazioni di taglio boschivo eseguite su oltre 3 ettari di montagna pratese occupati da cantieri forestali attivi opportunamente individuati nei Comuni di Vaiano e di Cantagallo grazie a e preventive attività di carattere informativo. Tre dei quattro cantieri forestali controllati sono risultati irregolari nei riguardi delle disposizioni normative regionali in materia forestale e i responsabili sono stati sanzionati con un importo di circa 500 euro. Gli illeciti contestati vanno dal mancato taglio delle piante secche o deperienti al taglio mal eseguito per aver lasciato le ceppaie troppo alte, fino alla mancata asportazione dei grossi cumuli di ramaglia prodotti dalle operazioni di taglio.

Si tratta di illeciti non particolarmente gravi in sé, ma che assumono rilevanza per il danno ambientale di natura ecosistemica e per le lesioni all’assetto idrogeologico che spesso palesano soltanto in epoche successive la loro dannosità ai fini della tutela naturalistica e territoriale.

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