Sulla morte di Arafet Arfaoui è tornato anche Matteo Salvini. Presente a Vasto (provincia di Chieti, in Abruzzo) per un evento elettorale, il Ministro dell'Interno ha parlato di nuovo del 31enne e si è schierato nuovamente a fianco della polizia senza usare mezzi termini: "Se c'è un pregiudicato che usa banconote false, che aggredisce e morde dei poliziotti, fermarlo con le manette perché non faccia altri danni, non è un diritto, ma un dovere degli agenti. Ringrazio gli uomini e le donne in divisa per ciò che fanno anche perché rischiano in strada tutti i giorni la vita". In seguito ha rivelato che continuerà a indossare la divisa dei poliziotti per rendere loro omaggio dato che "fanno un gran lavoro per la sicurezza dei cittadini".
In giornata il caso Arfaoui era stato commentato anche dall'Anm, Associazione Nazionale Magistrati, che aveva voluto a sua volta rispondere all tweet del 'cappuccino' del leader della Lega: "Le dichiarazioni del Ministro dell'Interno appaiono inopportune e non rispettose delle prerogative della magistratura. Sarebbe stato necessario attendere la conclusione dei doverosi accertamenti che stanno coordinando i magistrati, gli unici ad essere competenti, sulla base di rigidi parametri costituzionali, a dirigere le attività investigative in corso volte all'accertamento dei fatti".
Arafet Arfaoui è deceduto giovedì 17 gennaio a Empoli dopo un fermo di polizia e una vicenda scoppiata in un money transfer del centro. Domani, lunedì 21 gennaio, ci sarà l'autopsia sul corpo ed è notizia di poche ore fa la nomina di un medico legale come consulente di parte da parte di Acad. Testimoni, medici e sanitari del 118 e i quattro agenti impegnati giovedì sera sono stati ascoltati dagli inquirenti. Vale la pena ricordare che il fascicolo di indagine per omicidio colposo è stato aperto dalla procura e al momento è ancora a carico di ignoti. Non ci sono dunque persone direttamente accusate.
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