Nuovo appuntamento l'11 gennaio alle 21,15, stavolta nella chiesa dei Santi Martino e Stefano a San Miniato Basso per il Teatro del Cielo che a grandi passi si sta incamminando dentro i grandi contenuti dell'anno leonardiano, con il quale si ricorderanno i 500 anni dalla morte del Genio Universale. Sulla scena una storia avvincente di e con Michele Santeramo, autore di importati testi teatrali per compagnia nazionali. Una storia, questa, tutta inventata, uscita appunto da una penna brillante e visionaria. Leonardo Da Vinci ne è il protagonista perché è uno dei pochi personaggi che, per tutta la sua sapienza e il suo ingegno e il suo genio, può risolvere, o almeno provarci, il più grande caso irrisolto che riguarda l’essere umano nella sua sfera artistica, scientifica, vitale: il passaggio. È l’unico al mondo a poterci riuscire. Gli viene in mente di provarci in un pomeriggio di primavera, mentre guarda una battaglia nella quale un esercito usa le armi che lui ha inventato. Le sue opere diventano così un percorso di studio, il tempo nel quale vive diventa il contesto nel quale far attecchire la sua curiosità, per inventare un’altra realtà, che si specchi nell’arte e da quella prenda nuova coscienza. Il racconto dialoga in scena con le immagini di Cristina Gardumi, primi piani di una umanità che ha a che fare con Leonardo e la sua opera nascosta. Uno spettacolo, quello di Santeramo, che diventa riflessione profonda, un cammino illuminante e solare fin dentro le rughe del tempo, dietro gli anfratti della tanto millantata felicità, nelle viscere dell'eternità, tra le piaghe del Tempo. C'è tutto questo ed anche di più nel monologo dell'autore pugliese che spazia dal dramma della ragione, alla poesia, dall'armonia delle parole. Alle sue spalle, appunto, i colori sgargianti, annacquati e nostalgici della Gardumi.
Fonte: Ufficio stampa
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