"Questa Chiesa, dal bambino di Betlemme è chiamata a misurarsi con il nuovo che avanza. Per chi guida la cosa pubblica noi preghiamo stanotte che la lezione del presepe sia di ispirazione forte. Dio salva, ma a noi chiede di cambiare il cuore e trasformare l'arroganza in sentimenti di pace e di concordia". Lo ha detto nell'omelia della messa di Natale il vescovo di Arezzo, Cortona e Sansepolcro Riccardo Fontana. "Tra le prove della vita, di questo mondo globalizzato, vi è la tentazione dell'indifferenza, del rifugiarsi nel privato, del pensare a sé - ha proseguito il vescovo Fontana -. Ma un bambino che nasce, soprattutto il Bambino Gesù, è fonte di gioia e ci coinvolge. L'idea di Dio che molti si sono costruiti fin dall'infanzia rischia di non corrispondere al Dio vero della Bibbia". Per il vescovo, "la via dell'umiltà permise a tre grandi cattolici di ricostruire l'Europa dilaniata dalla terribile Guerra Mondiale, Alcide De Gasperi, Robert Schumann, e Konrad Adenauer: il loro metodo fu la pazienza senza prevaricazione. Convinsero sognando la collaborazione tra i popoli. Forse come i pastori del presepio, dobbiamo anche noi ritrovare l'umiltà di costruire e non distruggere, di parlare alle coscienze e non all'istinto". Infine il vescovo ha ricordato le vittime dell'Archivio di Stato, i due dipendenti soffocati dal gas argon il 20 settembre. "Oggi - ha detto - preghiamo anche per loro".
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