Si respirava aria di sincera convinzione verso il nuovo percorso del Pd San Miniato, partito dalla Casa del Popolo di Ponte a Egola per supportare la candidatura di Simone Giglioli alla guida del Comune. La sintesi operata tra i nomi che da tempo giravano (gli assessori uscenti Giacomo Gozzini, David Spalletti, Chiara Rossi, Gianluca Bertini) probabilmente è un equilibrio tra la continuità e il rinnovamento.
Continuità perché Giglioli, renziano della prima ora, ha sostenuto fortemente l'operato di Vittorio Gabbanini, rinnovamento perché mai finora è stato all'interno dei processi decisionali come assessore.
Giglioli aveva messo come conditio sine qua: che la sua candidatura non risultasse un problema per nessuno, che fosse espressione di un intento comune all'interno del PD. I quadri del Comune convergono sul 40enne di Balconevisi e l'impressione è che il partito, evitando l'arma a doppio taglio delle primarie, possa uscirne rinsaldato.
Anch'egli bancario come Gabbanini, sicuramente dovrà formare una squadra con nomi nuovi rispetto a chi ha fatto parte delle ultime due giunte (ad eccezione di Marzia Fattori, subentrata a metà giunta). Però Giglioli ha chiesto l'appoggio di chi sta al momento governando, e l'ha ottenuto vista la presenza alla conferenza di quest'oggi.
Chissà che Gabbanini non possa investire di nuovo il suo capitale politico per San Miniato, prendendo magari l'assessorato con qualche delega importante come turismo o commercio. Un esempio di questo tipo è rappresentato Massimo Mallegni, ex sindaco di Pietrasanta dimessosi per la carriera in Parlamento, che fa tutt'ora parte della nuova giunta guidata dal vice dell'epoca.
L'equilibrio tra cambiare tutto e proseguire sui passi fatti finora è basilare per Giglioli che si trova in un quadro politico fortemente influenzato da Gabbanini. Dopo il risultato potenziato delle scorse Amministrative (61,75%, superando il 56,1% del 2009 anche grazie al volano Renzi ai tempi da poco subentrato al governo), Gabbanini ha ribaltato la situazione, creando fazioni pro e contro le sue decisioni.
Tant'è vero che per ribattere è nato il comitato CambiaMenti, con quadro dirigente formato da ex Dem, sinistra e membri della società civile. Poi il tracollo del Pd ha portato San Miniato a una tenuta elettorale del centrosinistra ma con molte meno certezze di 5 anni fa.
Il ballottaggio è sempre uno spauracchio per chi si propone in continuità (si veda l'esempio di Cascina con l'arrivo della Lega, oppure la mancata rielezione a Siena di Bruno Valentini). San Miniato potrebbe mantenere il quadro di centrosinistra (qui un'ipotesi di Andrea Pannocchia sul comprensorio intero) se Giglioli saprà mantenere l'attenzione sulle frazioni senza però trascurare il centro storico, fino a 10 anni fa centro politico e culturale del territorio e adesso solo culturale. In controtendenza rispetto ad altre candidature lanciate recentemente (Empoli, Castelfiorentino, solo per gli esempi più vicini), Giglioli da segretario cittadino ha rivendicato l'appartenenza al Pd, una mossa di coraggio di cui va dato atto visto il calo dei gradimenti dal referendum costituzionale a oggi.
Dall'altra parte della barricata dem invece un simbolo come quello della Lega e del Movimento 5 Stelle può trascinare centinaia di voti indipendentemente dal candidato. Qualche apparizione del Carroccio è giunta nelle ultime settimane, mentre i pentastellati hanno mantenuto un consigliere, Chiara Benvenuti, dopo l'addio di Alessandro Niccoli. La dirigenza di questi due movimenti dovrà ripartire pressoché e inserirsi nel quadro politico assieme alla presenza ingombrante di CambiaMenti, specialmente se si guarda a un eventuale ballottaggio a due.
La partita all'ombra della Rocca può diventare un esempio di come la fortezza del centrosinistra possa vincere nonostante i molti avversari oppure far cedere un altro baluardo, l'ennesimo, sotto l'onda di un diverso sentimento politico, palesatosi anche in Toscana.
Elia Billero e Gianmarco Lotti
Notizie correlate
Tutte le notizie di San Miniato
<< Indietro