Meeting dei Diritti Umani, 8mila al Mandela Forum contro violenza e odio

Odio, violenza di genere. Ma anche accoglienza, i cento anni dalla nascita di Manela e tanta Costituzione. Sono i temi del XXII Meeting dei diritti umani, consueto appuntamento promosso dalla Regione Toscana con il patrocinio del Comune di Firenze in collaborazione con il Mandela Forum e Oxfam Italia, il supporto tecnico curato da Stat.tip e l'organizzazione da Fondazione Sistema Toscana. 100 anni della nascita di Nelson Mandela, 70 della Dichiarazione universale dei diritti umani, 70 della Costituzione italiana: sono questi il filo conduttore della mattinata.

Il flusso costante, di ragazze e ragazzi, inizia verso le 9. Chi col treno, la maggioranza, chi in pullman. In circa 8000 alla fine riempiono l'impianto di Campo di Marte. Manifesti, magliette, striscioni, palloncini colorati tutti con dediche o immagini. Nelson Mandela, Rosa Parks, Martin Luther King, Dalai Lama, Gino Bartali, Eleonor Roosvelt, Don Pino Puglisi, Desmond Tutu, Ghandi. Sono i volti e le storie di personaggi che hanno dedicato, e spesso sacrificato, vite ed esistenze per diffondere messaggi di portata universale contro l'odio e le discriminazioni. Lentamente scorrono sugli schermi che sovrastano il palco, via via che gli studenti continuano a sciamare, in ordine, e a prendere il proprio posto per partecipare alla festa. Ad accogliere ragazze e ragazzi è Dj Carletto.

Vince chi non smette di sognare

'La dignità dell'uomo un ideale per cui vale la pena combattere', oppure 'Un mondo senza amor non è un mondo'. Ma anche 'Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso'. Sono alcuni striscioni con frasi celebri che compaiono sugli spalti. Alcuni studenti e professori esibiscono magliette 'di sana e robusta Costituzione'. Alle 10.15, col palazzetto che continua ad accogliere i protagonisti della giornata, sul mega schermo passano alcune foto e un video con Jovanotti che entra nella teca che all'ingressa riproduce la cella di Mandela a Robben Island: lunga poco più di due metri e mezzo e larga meno, due piccole finestre, un tappeto come letto, un secchio per i bisogni corporali. Li ha trascorso diciotto di ventitré anni di prigionia, combattendo contro l'apartheid inSudafrica, costretto per tredici anni a dormire nudo sul pavimento di cemento freddo e umido. E alla fine ha vinto. "Provai odio e paura" raccontò - Ma se li odi, diverrai loro prigioniero. Volevo essere libero e così li lasciai perdere".

La musica contro i femminicidi

Subito dopo salgono sul palco alcuni dei finalisti del concorso 'Mai in silenzio: la musica contro la violenza di genere', progetto promosso dalla Regione e realizzato da Controradio in collaborazione con Unipol e Siae. Era riservato ai giovani musicisti under 35 toscani, che potevano partecipare con un brano originale. Un modo per squarciare il velo di silenzio che accompagna soprusi consumati tante volte nel chiuso delle stanze domestiche. Un modo per provare a cambiare i comportamenti, perché è anche questione di cultura. Hanno risposto in cento, cinque i premiati. Prima ad esibirsi Giada Bernardini "Come la pioggia", poi i "Diari della fine". Più avanti, nel corso della mattinata, tocca ai Frigo, primi classificati.

Urla, luci e grida introducono il video sul progetto Freedom capeggiato da Chris Martin dei Coldplay, progetto nato per celebrare il centenario della nascita del leader sudafricano e per raccogliere fondi in aiuto di situazioni di disagio.

Quando le parole fanno male

"Non siamo nati per odiare e per considerare le differenze come un ostacolo. E non possiamo neppure permettere che gli stereotipi condizionino le nostre vite". La vicepresidente della Toscana Monica Barni ricorda le parole di Mandela e compare sul mega schermo per introdurre la parte del Meeting dedicata al primo tema: l'odio. Si preparano alcuni studenti, 16 in tutto, che di lì a poco danno vita a 'Nati Liberi', azione teatrale dedicata a Mandela. Dj Carletto chiama sul palco Saverio Tommasi, blogger e attore, per un'intervista a Rosy Russo che presenta il 'Manifesto della comunicazione non ostile', carta con dieci princìpi utili a ridefinire lo stile con cui stare in rete, ideata insieme a Edoardo Colombo. "Le parole sono un ponte – dice la creativa, fondatrice dell'agenzia Uauacademy - possono avvicinare, unire, abbracciare. Ma possono anche fare molto male, dipende da chi le dice. Carolina Picchio, la prima vittima di cyberbullismo, prima di lasciarci disse 'Le parole possono far male più delle botte'. Quando postiamo qualcosa in rete, sui social, possiamo ferire qualcuno e fargli male. Le parole sono importanti e forse i commenti peggiori non sono quelli che contengono parolacce o offese ma quelle che, con il loro contenuto, feriscono. Queste sono davvero le peggiori". Un altro saluto video è quello di Alessandro Gazzetti, presidente del Parlamento regionale degli studenti della Toscana. Poi è la volta di della cantautrice fiorentina Diana Winter, che si alterna alla conduzione della giornata insieme a Dj Carletto e Saverio Tommasi.

L'omosessualità come fosse una colpa

Si parla ancora di odio, arriva il momento di una breve intervista di Tommasi a Sayak Liam Rijkard uno dei vincitori del progetto Dimmi che l'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, con il sostegno della Regione, dedica alle storie di chi emigra. Sayak è fuggito dal Camerun ed oggi vive in Toscana.. "Quando in famiglia e nel mio paese hanno saputo che ero omosessuale mi hanno detto che ero indemoniato – ricorda -. Hanno ucciso un pollo e con il sangue mi hanno cosparso il corpo per far fuggire il demonio, come se questa mia condizione fosse una colpa. Tutti siamo un pezzetto di storia e raccontare la mia per me è stata un sorta di terapia, un modo per far capire agli altri, per non restare soli. Le parole che a cui dare risalto? Tolleranza e coraggio".

Insegnare ascoltando i ragazzi

Dall'odio alla Costituzione, il secondo tema della giornata. "Ho lavorato nel mondo della scuola, provengo da lì. A Livorno ho vissuto storie di disagio che non ho potuto ignorare o sottovalutare, protagonisti i bambini. Questo mi ha insegnato che non possiamo dar mai niente per scontato, per assistere a storie i diritti calpestati o violati non occorre andare troppo lontano. Mi rivolgo a tutti voi perché siete voi che dovete esercitare i diritti di cittadinanza che derivano dalla Costituzione e che possono farvi crescere": è un video messaggio dell'assessore regionale all'istruzione Cristina Grieco ad introdurlo. Poi, per svilupparlo, Tommasi fa salire sul palco il professore Enrico Galiano , creatore della webserie 'Cose da prof', oltre dieci milioni di visualizzazioni su Facebook. "Se riesci ad ascoltare i ragazzi puoi capire tante cose. Perché non ti ascoltano? Perché magari sei il primo tu a non ascoltarli. Dobbiamo ripartire da loro, che sanno già quanto buio hanno dentro ma che hanno soltanto bisogno di trovare qualcuno che riesca a scoprire la luce che c'è in loro".

Accogliere con dignità

Accoglienza e rispetto per il prossimo è il terzo tema. A raccontarlo Don Biancalani, Mimmo Lucano e i presidenti Rossi e Oliviero. "Dopo due guerre che hanno fatto grondare di sangue il mondo, con almeno 100 milioni di morti, si è deciso di ripartire da una dichiarazione universale dei diritti dell'uomo – spiega ai ragazzi Rossi -.e quei diritti si fondano sulla dignità delle persone, che va difesa con l'impegno di tutti". Dignità che vuol dire anche legalità, certo. "Una camicia di forza però ci stringendo – prosegue - : qualcuno che indica nell'immigrato una persona da odiare e nel diverso qualcuno da mettere ai margini. Noi dobbiamo contrastare questa cultura con la cultura della solidarietà e della fratellanza". Sale sul palco Don Biancalani; con lui c'è Ibrahim, 21 anni e originario del Gambia, uno dei ragazzi che il parroco ospita in chiesa. Il sindaco calabrese di Riace, Domenico Lucano, racconta l'esperienza di accoglienza e convivenza pacifica, tra etnie diverse, del suo paese. Ma qualcuno ha ritenuto che avesse violato la legge, come il parroco di Pistoia. "Siamo di fronte ad un vulgata xenofoba che mette in discussione diritti umani fondamentali - dice Mario Oliviero, presidente della Calabria che è terra di primo approdo – Una vulgata che può attrarre e travolgere e a cui occorre opporsi anche andando controcorrente". Parla di una strada pericolosa per la convivenza sociale e la democrazia imboccata con il decreto sicurezza. Rossi annuncia una legge toscana, prima di Natala, per chi accoglie e chi deve essere accolto. "Abbiamo papa Francesco - dice don Massimo - ma sui territori dobbiamo forse fare molto di più. Servono la responsabilità di tutti e scelte difficili e coraggiose". "I problemi ci sono - ammette a margine, intervistato dai giornalisti - Ci sono stati certo aspetti negativi nell'accoglienza e in singoli episodi. Ma non si può fare di tutta l'erba un fascio, è sbagliata la narrazione che si è fatta. E' mancato un progetto. Si è lavorato sull'emergenza, ma con l'emergenza non si costruisce". "Non sempre le norme rispettano la dignità umano – chiosa il sindaco di Riace – e a volte ho reagito d'impulso aggredendo quelle norme".

Una legge per chi accoglie e deve essere accolto. Rossi: "La faremo entro Natale"

All'odio "che in Italia e in Europa si è fatto classe dirigente", parole del presidente della Calabria Mario Oliviero, si risponde "con la responsabilità", dice il sindaco di Riace Domenico Lucano. Si risponde affidandosi alla propria coscienza e "disubbidendo a volte" aggiunge don Massimo Biancalani della parrocchia di Vicofaro a Pistoia. "La Regione da parte sua – annuncia il presidente della Toscana, Enrico Rossi – fare una legge: la giunta la proporrà prima di Natale". Una legge, sotto l'albero, per proteggere chi accoglie e chi deve essere accolto, "perché aiutare chi è più debole non può diventare un reato". Accade al Mandela Forum di Firenze, dove la Regione oggi ricorda la dichiarazione universale dei diritti umani firmata nel 1948, come ogni anno (da ventidue anni) con più di ottomila ragazzi di scuole medie e superiori giunti da tutta Toscana.

Il presidente lo spiega dal palco e lo spiega ancora meglio a margine. Sanità, assistenza sociale istruzione sono materie concorrenti, dove non legifera solo lo Stato ma anche le Regioni.

"Con questa legge – dice Rossi - riconosceremo il diritto in Toscana all'assistenza sanitaria minima per chiunque esso sia, qualunque sia la sua cittadinanza. L'avevamo già: una norma appellata dal governo Berlusconi ma che la Corte costituzionale riconobbe come legittima, perché la salute è un diritto appunto universale che appartiene alla persona". "Lo ribadiremo – spiega Rossi – e faremo altrettanto per l'assistenza, per il diritto ad un tetto e ad una minestra calda. Lo faremo per il diritto ad istruirsi e a formarsi". E' la risposta toscana al decreto sicurezza, che rischia di buttare per strada migliaia di migranti oggi ospiti dei centri di accoglienza. "Occorre fare rete" dice Rossi. E per questo a Firenze, con i ragazzi, il presidente ha voluto stamani don Biancalani da Pistoia, che accoglie migranti nella propria chiesa, il presidente della Calabria Oliviero e Domenico Lucano, sindaco di Riace, piccolo paese calabrese, dove assistenza diffusa e convivenza sono diventati un modello che qualcuno ha giudicato però fuori legge.

"La legge non ci aiuta a vivere il senso umanità. Siamo tutti oggi chiamati ad essere responsabili" dice don Massimo. Con lui, sul palco, c'è Ibrahim, un ragazzo del Gambia, 21 anni, da tre in Italia e da alcuni mesi a Pistoia. La situazione, spiega il parroco è difficile: dopo l'approvazione del decreto sicurezza ogni sera, da una decina di giorni, arrivano due o tre ragazzi nuovi che cercano ospitalità.

"Per questo – conclude Rossi – faremo una legge: per lanciare un messaggio chiaro per la protezione di chi si adopera per assistere e prendersi cura di migliaia di persone che dall'oggi al domani rischiano oggi, invece ,di perdere ogni riferimento ed assistenza. Lo faremo lavorando con le associazioni e con la Chiesa anche".

Si nasce e si ha diritto alla salute, ricorda il presidente. Si nasce e si ha diritto ad una assistenza minima per poter vivere. Si nasce e si ha diritto all'istruzione ma anche a muoversi nel mondo. Tutte cose di cui parla, per l'appunto, la dichiarazione universale firmata settanta anni fa. Diritti che dovrebbero travalicare ogni confine, di tempo e di spazio. Diritti che hanno a che fare con la dignità della persona e richiamati anche dalla Costituzione italiana. Diritti, cita ancora Rossi dal palco, che Eleonora Roosevelt, la moglie del presidente americano che presiedette la commissione che portò alla firma della dichiarazione universale, diceva che "stanno in piccoli posti, a scuola e nel liceo che frequenti, nella fabbrica o nell'ufficio dove lavori". Luoghi dove ogni uomo, donna o bambino cerca giustizia. Contro il razzismo, contro l'emarginazione. Contro chi, parole ancora di Rossi, indica nell'immigrato qualcuno da odiare e nel diverso qualcuno da mettere ai margini. Contro anche il bullismo a scuola. Diritti mai conquistati per sempre e da riaffermare ogni giorno.

Il bullismo sui disabili

L'introduzione del quarto e ultimo tema, la violenza di genere, è affidata alla musica e ad un video di Saverio Tommasi sugli stereotipi di cui sono vittime le donne. Sul palco, chiamata da Tommasi, compare in carrozzina Ilaria Bidini, 32 anni, disabile aretina, da anni impegnata in prima linea per i diritti dei disabili e contro il bullismo. Scherza con Saverio sulla sua disabilità: "non sono una top model ma una 'tap' model (per l'altezza, ndr). Fin da medie e superiori ho subito episodi di bullismo. Oggi invece sono qui, a rubare il palco a Saverio. Sono cresciuta, dopo un lungo percorso interiore, ed ho accresciuto la mia auto stima col tempo. Secondo me il bullo è vittima di sé stesso e della società. La mia frase di riferimento? 'Volere e potere', se ci metti impegno puoi fare tutto ciò che vuoi".

Si va verso la conclusione, i primi gruppi di studenti cominciano a lasciare spalti e sedie. Dapprima la visione e premiazione dei vincitori del concorso video delle scuole, nell'ambito del progetto europeo 'Walk the Global Walk' (terzo posto alla 3a G sezione musicale dell'Istituto Comprensivo Severi di Arezzo, secondo alla 3a D Scuola Secondaria di Primo grado Michelangelo di Livorno, primo alla 4°B SIA dell'Istituto Tecnico Einaudi di Piombino). Quindi l'atto conclusivo del Meeting, con l'esibizione degli Afro Dance.

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

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