Un 'nuovo' Patto per lo sviluppo dell’Empolese Valdelsa: anche CNA e Confesercenti aderiscono

Lo sviluppo dell'Empolese Valdelsa non può non passare dalla piccola impresa, da commercianti e artigiani che rappresentano circa 14mila imprese. Lo scorso luglio Confindustria e sindacati avevano firmato un patto con una serie di azioni condivise, oggi quel documento si rafforza e diventa realmente lo 'specchio' del tessuto produttivo del territorio con l'ingresso di CNA e Confesercenti.

La firma del Patto Territoriale dell’Empolese Valdelsa è arrivata oggi nella sede di Confindustria di via del Pino a Empoli. Non si tratta, però, di una semplice adesione, ma di un vero e proprio 'nuovo' accordo integrato con le specifiche richieste delle due associazioni di categoria subentrate.

L'obiettivo principale resta quello di fare sinergia tra aziende e sindacati per proporre un percorso di sviluppo a lungo raggio del territorio che possa creare 'buon' lavoro e ricchezza: "Il dato importante - spiega Michele Pezza, presidente Sezione Territoriale Empolese Valdelsa di Confindustria Firenze - è che categorie e sindacati concordino insieme un documento unitario per attrarre ricchezza e creare sviluppo per il territorio".

"Bisogna parlare di impresa e di territorio a 360° - spiega Ilaria Scarselli presidente Confesercenti Firenze, Area Empolese Valdelsa - e siamo felici di entrare in questo accordo che va in questa direzione".

"Si tratta di un documento fondamentale  - spiega Giovanni Ronchi della CISL - perché nell'area metropolitana non sempre tutte le associazioni di categoria riescono a trovare un accordo. Noi qui staimo scommettendo sul futuro e condividiamo un percorso di crescita che prevede più lavoro e coesione sociale. Altro cardine del patto è che si parla di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale"

"È un momento importante - spiega Marco Landi, presidente CNA Metropolitana Firenze – Area Empolese Valdelsa - in cui più soggetti creano una linea unica di azione, per dare un percorso comune per il mondo del lavoro in generale. Il settore commerciale e industriale spesso affronta i soliti problemi e si vuol dare risposte comuni. Questo territorio è fatto di una moltitudine di tipi imprenditoriali, ma tutti in qualche modo legati"

E il Patto non è solo un pezzo di carta, come più volte ribadiscono tutti i soggetti contraenti: "Non facciamo accordi che restano lettera morta - precisa Pezza - Questo documento prevede obiettivi, azioni e monitoraggio delle stesse. Abbiamo programmato nuovi incontri per monitorare quanto fatto e stiamo predisponendo una serie di iniziative comuni. La differenza sostanziale tra un documento che poi viene messo nel cassetto e un patto programmatico sta nel metodo di attuazione e verifica degli obiettivi prefissati"

Le richieste alle Amministrazioni

Il documento porta sul tavolo della politica richieste precise ritenute 'strategiche' per lo sviluppo socio-economico: "Le Parti - si legge nel Patto - si impegnano a portare avanti progetti condivisi e farsi portatori di istanze strategiche verso le amministrazioni locali per aumentare la capacità attrattività del territorio, favorire il rilancio della manifattura e incentivare un nuovo sviluppo sostenibile”.

Al centro c'è la richiesta di alcune infrastrutture tra cui il secondo ponte sull'Arno, una migliore mobilità verso Firenze, il raddoppio della linea ferroviaria a Granaiolo e la conclusione della 429.

Ma la vera sfida a cui le associazioni di categoria chiamano le amministrazioni è quella della "standardizzazione ed omologazione del sistema". Nel concreto significa costruire negli 11 comuni dell'Empolese Valdelsa un'unica area geografico-produttiva: piano urbanistico, pratiche SUAP conformi, una burocrazia standardizzata, un piano strutturale, bandi unitari. O per fare altri esempi più banali le associazioni chiedono di omologare gli orari di chiusura, o creare dei bandi per fondi a sostegno dell'impresa a livello intercomunale.

Su questo aspetto, che si lega a braccetto con le scelte istituzionali e politiche dell'Unione dei Comuni, c'è ancora tanto da fare.

Un territorio produttivo senza confini

Ma la visione di sviluppo del patto non è per niente miope e l'obiettivo dichiarato è quello di "andare oltre i vincoli burocratici dei comuni". L'orizzonte di azione, infatti, non è solo quello dell'Empolese Valdelsa, ma si estende ad altre realtà limitrofe profondamente legate al tessuto produttivo nostrano.

Una su tutte la Zona del Cuoio le cui concerie hanno un rapporto simbiotico con l'industria della moda dell'Empolese. Una 'filiera' che dal Cuoio passa dall'Empolese e arriva fino alla pelletteria di Scandicci e Firenze. Un settore che, questo l'obiettivo, bisogna rafforzare soprattutto investendo in infrastrutture, in formazione e nella semplificazione amministrativa.

"Non basta solo l'Unione - dice Pezza - ma bisogna allargarsi. Sinergie possibili sono quelle con la Zona del Cuoio che è un'eccellenza legata alla manifattura della moda che è molto importante nell'Empolese Valdelsa. Dobbiamo riflettere sugli interessi delle imprese oltre i confini territoriali e burocratici"

La sicurezza sul lavoro

Fra le azioni, su cui i firmatari del Patto stanno già lavorando, c'è anche un impegno concreto sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Da qui arriva la scelta di creare un “Questionario di rilevazione sulla sicurezza nelle aziende” , per censire l’osservanza delle regole ma anche il percepito dei lavoratori sul tema sicurezza; l’organizzazione, sempre sul tema sicurezza su lavoro, di “break formativi” per i lavoratori e infine, una “Giornata sulla sicurezza: dignità del lavoro e sviluppo dell’Empolese Valdelsa”  in programma il prossimo 31 gennaio 2019.

 

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