"Domani, come fosse un giorno della settimana qualunque, i postini nella città di Firenze consegneranno la posta. Dopo che anche lo scorso 25 aprile era stata consegnata la posta, avevamo già denunciato come la nuova organizzazione delle Poste con la consegna della posta a giorni alterni, avesse peggiorato il servizio e fatto accumulare posta inesitata nei centri postali, oggi questa novità ci conferma i nostri timori. Se altrove, nei Comuni periferici del territorio provinciale, la consegna dei pacchi di Amazon è la migliore scusa per chiedere di lavorare anche per le feste, i sabati e le domeniche, a Firenze non c'è altra spiegazione all'operato di Poste se non quello di dover utilizzare anche i festivi per smaltire la posta la cui consegna è rimasta indietro."
"Certo, ci diranno che l'azienda chiede e l'accettazione è su base volontaria, ma ci è difficile pensare ad una spontaneità per chi è assunto a contratto a tempo determinato, e a cui casomai verrà considerato nel momento del rinnovo la propria flessibilità a rispondere alle richieste dell'azienda, o chi avendo carichi familiari è disposto pur di esser pagato con la maggiorazione anche per i giorni di festa. Ma qual è il modello aziendale e di vita che Poste vuole imporre ai propri dipendenti? Da questi segnali non vi è dubbio che non è assolutamente condivisibile."
"Nessun controllo pare esserci sulla massa di posta non consegnata: basta un postino in malattia qualche giorno che diventa impossibile non riscontrare ritardi nella consegna, non essendoci la possibilità di sostituzioni e non potendo gravare sui turni degli altri postini che hanno la loro zona da servire. Ma questa situazione è anche il risultato indotto della scelta di Poste di fare il lavoro più oneroso e meno conveniente a nome e per conto di Amazon: se infatti in Città la consegna avviene in autonomia da parte dell'azienda dell'e-commerce, nel resto del territorio sono i postini di Poste a recapitare pacchi e pacchetti, che a dicembre sono sicuramente tanti per la vicinanza col Natale."
"Quindi il capolavoro è fatto: i postini in Città impegnati a consegnare la posta, anche bollette che ci è stato segnalato arrivare già scadute o molto vicine alla scadenza, arretrata e nel resto della provincia a consegnare pacchi di Amazon nella zone più sperdute, dove solo la diffusione capillare di Poste può garantire una consegna rapida. Ma chi ci guadagna? Non certo i dipendenti, non l'azienda pubblica se non con i risparmi sul personale, visto gli accordi a rimessa con l'azienda multinazionale dell'e-commerce, e neppure la cittadinanza che riceve posta in ritardo con tutte le conseguenze che ne derivano."
"Torniamo a chiedere a Poste, a livello nazionale, di ripensare alla organizzazione recentemente introdotta sul nostro territorio, di abolire la consegna a giorni alternati, di creare posti di lavoro dignitosi con stabilizzazioni e nuove assunzioni nel settore del recapito, e sollecitiamo anche il Comune, dall'assessore al lavoro alla Commissione Lavoro del Consiglio comunale, ad occuparsi del tema convocando e aprendo un tavolo con l'azienda e i rappresentanti sindacali che da mesi, ormai da oltre un anno, hanno sollevato dubbi e critiche sulla modalità gestionale del servizio e sulle condizioni occupazionali del personale".
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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