Utilizzare anche le risorse della bilateralità, già presente ed operativa con il ‘Fondo marmo’, per aiutare i lavoratori che sono o saranno temporaneamente senza lavoro, in questa difficile fase di riconversione produttiva delle cave.
E’ la proposta della Cisl e della Filca-Cisl, regionale e territoriale Toscana Nord, per fronteggiare le conseguenze temporanee del blocco dell’attività estrattiva determinato dall’applicazione urgente e indifferibile della nuova normativa regionale sull’escavazione e per offrire un ammortizzatore sociale ai lavoratori che si ritrovano a casa in attesa che le aziende si adeguino alle prescrizioni della nuova norma, escavando nei perimetri già autorizzati o autorizzabili.
Occorre costituire un fondo che finanzi un ammortizzatore sociale ad hoc per questi lavoratori e che venga finanziato con risorse da parte della Regione, delle autonomie locali interessate e dalle imprese, in una logica anche di bilateralità.
Tutti gli interventi determinati dalla nuova normativa, ed anche dall’applicazione del nuovo piano cave, devono essere improntati alla ricerca della compatibilità tra escavazione e ambiente, alla sicurezza sul lavoro, in un contesto che ha causato numerosi e ripetuti lutti sul lavoro, e al mantenimento e ridistribuzione sul territorio della ricchezza prodotta, sviluppando la filiera anche con strumenti come il marchio del marmo di cui tanto si parla e poco finora si è concretizzato.
A questo proposito è utile l'adozione di un sistema premiante, come la patente a punti, che evidenzi le buone pratiche delle aziende virtuose.
Così come è utile prevedere una salvaguardia per tutti i lavoratori nel caso di subentro di altra azienda nella coltivazione della cava, per non disperdere le professionalità esistenti nei bacini marmiferi.
La Cisl, che ha sempre partecipato alle attività regionali di istruttoria e concertazione delle normative via via approvate, ritiene che queste proposte debbano essere oggetto urgente di approfondimenti ai vari livelli per dare una risposta, che sia tempestiva e concreta, ai bisogni dei lavoratori.
Fonte: CISL Toscana
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