La Grande Guerra dei santacrocesi: un appello per un opuscolo in memoria delle 130 vittime

Monumento ai caduti di Arturo Dazzi a Santa Croce sull'Arno

Il 3 novembre 1918, finiva la Grande Guerra. Era iniziata il 1° agosto 1914; per noi italiani nel 1915. Scrive lo storico Emilio Gentile nella sua Storia illustrata della Grande Guerra: “Forse nessuno la voleva ma nessuno seppe evitarla. Non fu inevitabile per fatalità, ma non esplose neppure per caso, anche se il caso ebbe la sua parte. Fu decisa da uomini che avevano il potere di scegliere fra la pace e la guerra. E scelsero la guerra. Furono mobilitati circa 70 milioni di uomini. Alla fine si contarono complessivamente su tutti fronti dieci milioni di morti.

[…] Il racconto si svolge secondo un punto di vista che esclude la necessità inevitabile degli eventi e attribuisce agli individui la responsabilità delle loro decisioni, ma considera anche che su ogni decisione influiscono forze, circostanze, contingenze, necessità che sfuggono al controllo della ragione e alla previsione del singolo individuo. E’ un punto di vista che non esclude il caso dalle vicende umane”.

Secondo questo punto di vista la concatenazione degli avvenimenti che ebbe origine da due colpi di pistola sparati a Sarajevo il 28 giugno 1914 non aveva niente di inevitabile. Secondo me, umilissimo cultore di storia, è un punto di vista che andrebbe dimostrato di volta in volta, ma qui ci interessa, per i lettori di gonews.it accennare ai nostri 130 caduti santacrocesi, e ci dispiace di non poterli elencare tutti. Si rimanda al volume Così era Santa Croce ricco di foto ma purtroppo carente di didascalie. Mi permetto di lanciare un progetto: un opuscolo che dia nome e biografia ai troppi volti anonimi.

Valerio Vallini

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