Solo pochi giorni fa, la Casa della Donna ha denunciato dei numeri preoccupanti: il numero delle donne che ad oggi, quindi ad anno non ancora concluso, si sono rivolte al loro Centro Antiviolenza è già superiore a quello del 2017, che peraltro aveva già registrato un discreto incremento rispetto al 2016. Le donne che hanno chiesto aiuto in questo anno, in quanto vittime di violenza, sono 279, a fronte delle 276 nel 2017 e delle 215 del 2016. Nella maggior parte dei casi, le vittime sono di origine italiana, con figli e denunciano violenza psicologica, economica e fisica da parte dei partner, attuali o ex.
La situazione non cambia affatto a livello nazionale, visto che ogni anno una donna ogni due giorni rimane vittima di femminicidio che, vogliamo ricordare, non è un omicidio qualsiasi, bensì l'omicidio di una donna per motivi riconducibili al suo genere. Si tratta di una vera e propria mattanza, che niente ha che vedere con raptus o gesti di follia, come ancora molta informazione si ostina a raccontarli.
Si tratta di una vera e propria emergenza, questa sì reale, gigantesca, preoccupante, a fronte di un'incessante e ossessiva propaganda che vuole far percepire uno stato d'insicurezza perenne, dovuto all'aumento di delitti, ossia di illeciti contro il codice penale e il codice civile, nelle nostre città. Delitti che invece, dati alla mano, sono in calo. Tra questi, calano anche gli omicidi, ma cresce in percentuale il numero delle donne uccise: nel 2014 il rapporto era una donna ogni cinque uomini, ora è una donna ogni due. Ad aggravare il quadro, vi è il contesto in cui avvengono i femminicidi: quasi l'80% di questi avviene in ambito familiare/affettivo, in particolare per mano di partner o ex partner, che non si rassegnano alla rinuncia ad esercitare l'arcaica cultura del possesso.
Ai femminicidi si aggiungono le violenze quotidiane, molte delle quali sfuggono ai dati: sono infatti migliaia le donne molestate, perseguitate, aggredite, picchiate, sfregiate. Quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, sono le donne che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso.
Questa è la realtà, troppo spesso distorta, travisata, mistificata in questi tempi di intolleranza diffusa e sollecitata. Per questo motivo, ci sembra particolarmente importante promuovere e sostenere oggi, così come abbiamo fatto per la manifestazione contro il ddl Pillon, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, riportando la narrazione tossica di governi nazionali e locali nella dimensione del reale. Bandendo le troppo facili ipocrisie di chi, fomentando quotidianamente odio e appoggiando proposte di matrice oscurantista, promuove in realtà la cultura della violenza e il ritorno ad una società a carattere patriarcale.
Diritti in comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile)
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