“Avevamo pubblicato qualche giorno fa sui social una foto con un manifesto pubblicitario, all'incrocio tra Via Luigi Gori e Viale Guidoni, nella zona di Peretola, e avevamo chiesto come mai questo era stato autorizzato dal Comune nonostante la modifica di un anno fa dello statuto comunale e dell'impegno della Giunta di modificare i regolamenti, negando le autorizzazioni a fascisti e razzisti, oltre a tutti coloro che non si riconoscevano nella Costituzione e nei valori e principi contro ogni discriminazione. Domenica scorsa – proseguono i consiglieri di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi e Donella Verdi – invece gli stessi di Casapound hanno allestito, presumibilmente con tanto di autorizzazione, un gazebo in piazza Strozzi. Difficile ipotizzare che non avessero un permesso del Comune vista la posizione centrale della loro postazione, e il tam tam che sui social e le numerose segnalazioni fatte alla Polizia Municipale”.
“Manifesti pubblicitari e occupazioni del suolo pubblico rilasciate dal Comune. Dove è finito il regolamento che vietava le concessioni a fascisti e razzisti? Il Consiglio comunale lo ha approvato, nessun ricorso è pendente e quindi cosa osta alla piena applicazione? Oppure il partito di Casapound ha firmato, pur di avere la concessione, una dichiarazione di antifascismo e di riconoscimento nei principi e valori della Costituzione? E' una presa in giro e gli uffici del Comune dovrebbero essere messi nelle condizioni di poter controllare la dichiarazione: non ci vuole certo molto a verificare quali sono slogan, riferimenti e idoli di Casapound. Ringraziamo tutte e tutti coloro che in queste ore hanno fatto sentire la loro rabbia per la diffusione di questi messaggi, dall'ANPI e alle tante e tanti che hanno diffuso foto e commentato sui social. Da parte nostra – concludono Grassi e Verdi – abbiamo già presentato due interrogazioni sui due casi dell'estrema destra che hanno coinvolto Firenze nelle ultime settimane”.
Amato (PAP): “Condivido l’amarezza dell’Anpi Firenze e presenterò un question time per il prossimo Consiglio comunale”
“Nel prossimo Consiglio Comunale – annuncia Miriam Amato di Potere al Popolo – cercherò di far luce sul perché sia stato concesso l’autorizzazione ai banchini di Casapound sul nostro territorio. Ho collaborato alla delibera che ha modificato Statuto comunale, introducendo di fatto l'obbligo di una autocertificazione, di contrarietà a fascismo, nazismo, razzismo e omofobia per tutti coloro che vorranno organizzare eventi pubblici su spazi, suolo pubblico e sale di proprietà comunali. E’ stato, infatti, approvato un mio ordine del giorno, in cui chiedevo di predisporre un modulo apposito di sottoscrizione esplicita, di riconoscimento dei valori antifascisti, in fase di presentazione della richiesta di contributi pubblici o spazi comunali, senza il quale non è possibile ottenere autorizzazioni. Quindi è incomprensibile – prosegue Miriam Amato di Potere al Popolo – vedere banchini di Casapound in giro per la città, i primi a dire pubblicamente di essere fascisti.
Chiederò il rispetto della Costituzione e dello Statuto del Comune di Firenze, punti cardini con cui fermare un’organizzazione del genere, altrimenti si offende la storia del nostro Paese e della nostra città, nonostante le celebrazioni del 25 Aprile e dell’11 Agosto”.
Di Giulio (CasaPound) risponde a Grassi: “Parla a vanvera, si studi i regolamenti”
“Invitiamo il consigliere comunale Tommaso Grassi a studiarsi il Regolamento sulle Pubbliche Affissioni e quello sulle Pubblicità del Comune di Firenze prima di fare sparate scomposte sui social network chiedendo la rimozione di manifesti di CasaPound legittimamente affissi, peraltro da un'importante azienda del settore alla quale ci siamo affidati. Eviterebbe così di evidenziare le proprie lacune e di rimediare brutte figure in pubblico inventandosi norme inesistenti”. Inizia così una nota di Saverio Di Giulio, Responsabile Provinciale di CasaPound Firenze, in merito alle dichiarazioni del Consigliere comunale di “Firenze riparte a sinistra” Tommaso Grassi, che ha annunciato di voler far rimuovere un manifesto di CasaPound definendolo “illegale” perché, a suo avviso, non sarebbero state rispettate “le norme comunali sulla pubblicità” dicendo, poi, che per tali forme di pubblicità sarebbe necessario sottoscrivere un’adesione “ai valori e principi della Costituzione nata dalla Resistenza e dalla Liberazione.”
“Il consigliere Grassi”, prosegue la nota di Di Giulio, “evidentemente non conosce le norme previste per l’installazione di impianti pubblicitari: a tale scopo infatti il Comune richiede quanto previsto agli articoli 8, 24 e 25 del Regolamento sulla Pubblicità, che non contengono assolutamente quanto dice il consigliere, né questa richiesta compare nella modulistica prevista dal SUAP per il rilascio delle autorizzazioni. Peraltro ci chiediamo chi si crede di essere il Grassi per dichiarare testualmente “lo farò rimuovere”, quando si tratta di legittima pubblicità politica su spazi gestiti da società privata, in area altresì privata e che non viola alcuna legge penale o civile. Siamo in presenza di una grave forma di ignorantia legis da parte del consigliere, ancor più grave se si pensa che riguarda i regolamenti del Comune nel cui Consiglio ha seduto per quasi dieci anni percependo uno stipendio pagato dai fiorentini”.
“Non so se siamo di fronte ad un caso di dilettantismo politico imbarazzante o ad un bieco tentativo di raccattare qualche voto di estrema sinistra in vista delle elezioni amministrative”, conclude Di Giulio, ”in ogni caso, che il Grassi i regolamenti li ignori o li strumentalizzi, queste dichiarazioni sono molto gravi, emblematiche dello scarso livello delle opposizioni attualmente presenti in Palazzo Vecchio. Vicenda questa che ci rende ancora più determinati a lavorare per ottenere un ottimo risultato alle prossime elezioni comunali, così da contrappore al Partito Democratico un’opposizione vera, finalmente decisa e competente”.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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