Una nuova figura professionale, legalmente riconosciuta, con una qualifica valida a livello nazionale e non più soltanto regionale: è il mediatore interculturale, chiamato a "fare da ponte" tra le decine di migliaia di cittadini stranieri presenti in Toscana e la realtà di tutti i giorni, a partire dalla scuola, per arrivare ai servizi per l'impiego, a quelli sanitari e ad altri.
Il nuovo soggetto è stato al centro di un affollatissimo convegno, organizzato dalla Regione e da Anci Toscana, rappresentata dal direttore Simone Gheri, che si è tenuto questa mattina nell'auditoriuum della Facoltà di Architettura in piazza Ghiberti a Firenze.
Una iniziativa apparentemente paradossale, l'ha definita l'assessore regionale all'immigrazione, Vittorio Bugli, nel suo intervento introduttivo.
"Siamo infatti bombardati – ha spiegato Bugli – da una rappresentazione che dipinge la presenza degli stranieri come il problema più grosso che abbiamo. Non è così. Pensate infatti cosa accadrebbe se improvvisamente gli stranieri lasciassero la Toscana. Riusciremmo a sopravvivere in una realtà che invecchia sempre di più e in cui il 25% della popolazione ha più di 65 anni?".
Bugli ha invitato quindi a governare, senza sottovalutazioni, ma serenamente, questa presenza, visto che "non possiamo aver paura di chi vive e lavora in Toscana" e che "i 20.000 richiedenti asilo rappresentano il 3 per mille dell'intera popolazione regionale".
"Siamo qui – ha aggiunto – per affermare che lavorare in questo sistema complesso è possibile e sono convinto che se riusciremo a costruire dei percorsi di serenità, le cose si sistemeranno, nonostante il brutto clima che si sta alimentando nel Paese. Per questo la Regione prevede un rafforzamento dei servizi di mediazione culturale, la messa a sistema dei vari servizi offerti e un aumento delle risorse economiche dedicate a queste politiche".
Tra queste, come ha spiegato l'assessore regionale al lavoro e alla formazione professionale, Cristina Grieco, figura quella che si basa appunto sulla formazione di questi nuovi soggetti.
"Anche se questo clima – ha detto Cristina Grieco – non si adatta al DNA della Regione Toscana, che è accogliente e aperta, stiamo cercando di definire un sistema di apprendimento permanente, capace di intercettare i bisogni dei tanti bambini stranieri che frequentano le nostre scuole e degli adulti stranieri, così da applicare l'articolo 3 della Costituzione. La nuova figura del mediatore interculturale, riconosciuta a livello nazionale, sarà l'anello di congiunzione con i servizi scolastici e con quelli del lavoro. Non un semplice traduttore, ma un professionista in grado di mediare e mettere ogni volta in relazione due culture. Per questo quello di oggi è un traguardo importante di un lavoro che come Regioni abbiamo condotto da tempo, ma è anche l'inizio di un percorso di valorizzazione di una figura che intendiamo mettere al centro del nostro sistema di accoglienza".
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa
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