Gli anni 50 di Pisa domani al Book Festival

Aperta al pubblico da mercoledì a Palazzo Blu la mostra fotografica “Gli Anni ’50 a Pisa” si sta rivelando uno degli eventi di rilievo di questo autunno insieme a quella in contemporanea su Magritte e il surrealismo. Realizzata con le immagini dello storico fotoreporter”La Nazione” Luciano Frassi che ha documentato con i suoi scatti mezzo secolo di vita pisana, la mostra sugli Anni ’50 è accompagnata da un catalogo edito da Pacini che propone tutte le foto esposte a Palazzo Blu e in aggiunta gli ampi testi dei curatori della mostra, Giuseppe Meucci e Stefano Renzoni, un giornalista e uno storico dell’arte. Sono loro che nel catalogo  ricostruiscono la vita in città in quel decennio rievocando il costume, lo sport, la rinascita delle grandi manifestazioni popolari, la riscoperta del mare e del tempo libero, gli spettacoli ma anche gli eventi della  politica e quelli maturati nell’ambito dell’Università, che proprio in quel periodo pose le basi per il grande sviluppo degli anni successivi. Il catalogo, oltre alla presentazione del presidente della Fondazione di Palazzo Blu Cosimo Bracci Torsi, si apre con un intervento del filosofo Remo Bodei che proprio in quegli anni arrivò per la prima volta a Pisa come allievo della Scuola Normale.  Una bellissima testimonianza in cui  Bodei rievoca il clima e le immagini della città che lo accolse e nella quale ha poi continuato a vivere  e insegnare.

Sarà proprio la presentazione del catalogo della mostra di Palazzo Blu uno degli eventi centrali della giornata odierna al Pisa Book Festival. L’appuntamento è per le 17 nella Sala Azzurra dove interverranno il presidente di Palazzo Blu Cosimo Bracci Torsi e l’architetto Mauro Ciampa oltre ai curatori Meucci e Renzoni. A presentare l’evento e a coordinarlo sarà il caposervizio della edizione pisana de “La Nazione” Guglielmo Vezzosi. Sarà questa l’occasione per approfondire uno dei temi centrali della mostra e del catalogo, quello della ricostruzione della città avviata nel dopoguerra e conclusa proprio negli anni Cinquanta. È allora che si è formata l’immagine di Pisa come la conosciamo oggi, frutto di una ricostruzione che andò ben oltre i compiti originari per cui era stata pensata con un apposito piano finalizzato alla riparazione dei danni provocati dalle bombe. In realtà si approfittò dell’occasione per costruire anche dove le bombe non avevano fatto danni e quando invece si intervenne per eliminare le macerie si aumentarono a dismisura i volumi edificati ex novo realizzando edifici spesso fuori contesto che hanno mutato, non in meglio, il volto della città. Basta pensare ai Lungarni, a Largo Ciro Menotti, ai quartieri intorno alla Stazione. Ma nella mostra e nel catalogo ci sono anche le immagini degli sventramenti delle mura urbane fatti in quel decennio per aprire nuove strade e della demolizione degli edifici ottocenteschi del Settimo Artiglieria vicino alla Cittadella per realizzare non si sa bene cosa. Anche di questo si parlerà oggi al Pisa Book Festival alla presentazione del libro-catalogo su come eravamo negli anni ’50.

Fonte: Ufficio Stampa

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