Valorizzare il ruolo delle cooperative sociali da un lato snellendo le procedure burocratiche, e dall'altro riservando quote ad hoc negli appalti puntando con maggior forza all’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per contribuire ad una loro vera integrazione. Sono questi i punti salienti della nuova legge regionale che disciplina i rapporti fra le cooperative sociali e gli enti pubblici approvata nell'ultima seduta del Consiglio Regionale.
Una norma attesa da 20 anni, che vede la Toscana capofila in Italia e che, nella sola provincia di Pisa, andrà a toccare direttamente oltre una decina di realtà della cooperazione sociale e, potenzialmente, permetterà a più di un centinaio di persone svantaggiate di trovare un impiego e, dunque, un pieno inserimento nel mondo del lavoro.
“Con questa legge - spiega il consigliere regionale PD Antonio Mazzeo - puntiamo a rendere prioritario l’inserimento lavorativo per contribuire ad una vera integrazione sociale delle persone più deboli. Significa compiere uno scatto in avanti nel lavoro e dare un’opportunità in più alle piccole forme di cooperazione che potranno crescere e radicarsi ulteriormente sul territorio. Questo perché, grazie agli emendamenti che come gruppo PD abbiamo apportato al testo, ci sarà una maggiore valorizzazione e attenzione per i progetti di inserimento lavorativo la cui valutazione da parte delle amministrazioni sarà da oggi in poi obbligatoria".
Mazzeo tende a sottolineare l'aspetto fondamentale che sta al centro di questa legge: "Ribadiamo con forza che il lavoro è elemento di dignità e diritto fondamentale delle persone, ancor più per i soggetti più svantaggiati. Vogliamo superare concretamente la logica dell'assistenzialismo attraverso una legge che permette di creare davvero le condizioni affinché le fasce più deboli della nostra società possano emanciparsi”.
Nello specifico, con gli emendamenti del gruppo Pd, si dà maggiore cogenza agli affidamenti riservati alle cooperative sociali aumentando la quota degli appalti da riservare che devono essere fra il 3% e l’8%. "Così facendo - conclude Mazzeo - recepiamo a pieno la riforma nazionale del terzo settore e saremo in grado di valorizzare e promuovere la funzione delle cooperative sociali che operano con finalità di solidarietà, benessere e integrazione sociale dei cittadini".
Fonte: Ufficio stampa
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