In più di mille abbiamo manifestato oggi nelle strade di Firenze contro il razzismo nella giornata di sciopero generale contro il governo Salvini-Di Maio.
Gli operai del sindacato Si COBAS, protagonisti delle lotte contro lo sfruttamento sul nostro territorio, si sono uniti al corteo studentesco. Con un lungo serpentone abbiamo raggiunto il Ponte Vespucci, luogo dell’omicidio razzista di Idy Diene. Qui abbiamo simbolicamente gettato un gommone con il fantoccio di Salvini in Arno. E’ lui, e non i migranti, che la città di Firenze vuole respingere.
Con le studentesse abbiamo espresso la nostra rabbia per quanto è accaduto a Desirée, chiedendo a gran voce giustizia per lei e condannando tutti gli stupri e tutti gli stupratori, a prescindere dalla loro nazionalità . Ci siamo uniti al coro che da San Lorenzo afferma “Salvini Sciacallo! Non parlare al posto delle donne”.
Non vogliamo una scuola che, sul modello di Lodi e Monfalcone, si fa promotrice di discriminazione ed apartheid. Non vogliamo più essere divisi tra cittadini di serie A e di serie B, con diversi diritti di cittadinanza: tra i banchi delle nostre scuole e nella nostra città non accettiamo di essere divisi tra “italiani” e “stranieri”. Non vogliamo stare a guardare mentre il razzismo diventa di Stato.
Due giorni fa tre nostri attivisti venivano denunciati per “Vilipendio alle massime cariche dello stato” per aver definito Salvini un assassino. Un tentativo grave di cucire le bocche di chi in questo paese non ci sta a considerare 8 morti al giorno nel Mediterraneo “normalità”. Per questo oggi in centinaia di studenti e operai hanno rivendicato il diritto a dire la verità: Salvini assassino, come recitavano le decine di cartelli alzati durante la manifestazione.
In questi giorni il sindaco Nardella esprimeva solidarietà a Salvini per essere stato definito assassino. Dopo lo striscione esposto al Duomo, Sefano Esposito (PD) diceva che “non è questa la sinistra o pseudo-tale che voglio frequentare”. Non ci stupisce. A parlare è il PD di Minniti e dei lager in Libia, e che farebbe meglio a tacere. Siamo noi, i giovani di questo paese, a non volere attorno nessuno dei partiti che in questi anni hanno governato per i forti, facendo la guerra ai più deboli.
Fonte: CAS - Collettivo Antagonista Studentesco Collettivo Spine nel Fianco CUA - Collettivo Universitario Autonomo
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