Da venerdì 26 ottobre 2018 ad aprile 2019, una stagione teatrale ricca di appuntamenti al Teatro Comunale di Antella: dopo il successo di “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust, torna il fortunato ciclo “I Capolavori”, questa volta dedicato al “De rerum natura” di Lucrezio, a partire da un'idea di Luca Ronconi di cui Riccardo Massai, direttore del Teatro di Antella, è stato regista assistente al Piccolo Teatro di Milano fino al 2014.
Tredici appuntamenti per indagare profondità e sfumature del caposaldo della cultura da cui ha preso vita il Rinascimento (Botticelli ne trovò ispirazione per la realizzazione della “Venere”, con tutta probabilità passando per le “Stanze” del Poliziano) attraverso le interpretazioni di Marco Toloni (venerdì 26 e sabato 27 ottobre), Silvia Guidi (venerdì 23 e sabato 24 novembre), Riccardo Massai (venerdì 21 e sabato 22 dicembre) Monica Demuru (venerdì 25 e sabato 26 gennaio), Gianluigi Tosto (venerdì 22 e sabato 23 febbraio), Valentina Banci (venerdì 22 e sabato 23 marzo ).
Appuntamento speciale il 25 gennaio alle 18.30, l’incontro all’insegna della divulgazione scientifica con un ospite il geologo Mario Tozzi, volto noto anche per i suoi interventi all’interno di programmi tv come Geo&Geo o Atlantide. Sarà un pomeriggio all’insegna degli studi sulla Terra e la sua morfologia, proemio ideale per un personale ed approfondito sguardo sul capolavoro lucreziano.
Altro fiore all'occhiello della stagione, il ciclo di incontri curato dal giornalista e critico teatrale Roberto Incerti “Sei brillanti: quando il teatro fa furore”, che vedrà la presenza di Paolo Hendel (9 novembre), Sandro Lombardi (30 novembre), Carlo Conti, Alessandro Benvenuti, Manuela Kustermann (8 marzo), Maurizio Scaparro (29 marzo). Il titolo di questa mini-rassegna di interviste dal vivo vuole essere un omaggio al teatro di Paolo Poli (così si intitolava un suo celebre spettacolo), che in passato è stato tra l'altro il protagonista di un memorabile incontro proprio al Teatro Comunale di Antella. Ogni ospite è stato protagonista di una pagina fondamentale della scena italiana. E nei loro racconti si spazia dal teatro classico al cabaret, dalla comicità d'autore all'avanguardia, dal teatro di ricerca a quella comicità toscana che negli anni Novanta si trasformò in un ciclone capace di cambiare il mondo dell'umorismo.
Torna “Effetto Placebo”: dal 2013 il Coordinamento Teatro come Differenza (TcD) – cinque compagnie residenti e cinque registi (Arbuscon di Francesca Sanità, Arte in Corso di Marilena Manfredi, EsTeatro di Paolo Biribò, Teatro 334 IsoleComprese di Alessandro Fantechi, Sfumature in Atto di Daniele Giuliani) - realizzano spettacoli e progetti teatrali collettivi con l’obiettivo di rinnovare il senso di un teatro sociale. Inaugura l'8 novembre “Manifesto”, progetto di Alessandro Fantechi ed Elena Turchi, produzione Isole Comprese Teatro. A seguire: “CONTAMI IN AZIONI - Interazioni fra teatro e servizi di salute mentale” – convegno (giovedì 29 novembre ore 9), “Diario di un musicoterapeuta la forza terapeutica, sacra e popolare della musica” (giovedì 13 dicembre), “Woyzeck – ogni uomo è un abisso” (giovedì 10 gennaio), “Funamboli Fluttuanti” (giovedì 7 febbraio), “L’attore è un reattore” (laboratorio, giovedì 7 marzo), e infine Ruben (giovedì 4 aprile).
Spazio anche alle nuove generazioni teatrali, grazie a “4 5 6 Drammaturgiacontemporanea”, che vuole essere l’occasione per presentare al pubblico una selezione di proposte di giovani autori italiani, fornendo un’occasione per mostrare il loro talento. Questa nuova rassegna nasce in collaborazione con il direttore artistico del Festival Internazionale Tramedautore, Michele Panella, che per l’occasione ha fornito una selezione di titoli di drammaturghi emergenti. Un’ulteriore selezione è stata poi realizzata da Riccardo Massai che ha scelto quattro titoli da attribuire a giovani attori del territorio fiorentino al fine di realizzare delle letture spettacolarizzate delle opere.
Tra gli spettacoli in programma, da segnalare inoltre domenica 27 gennaio “Lettera alla madre” dal romanzo di Edith Bruck con Alessandra Bedino musica dal vivo di Claudia Bombardella adattamento e regia Alessandra Bedino. La scrittrice ungherese Edith Bruck, nel 1988, al culmine della sua carriera di scrittrice e regista, inizia a scrivere una lettera a sua madre, morta ad Auschwitz nel lontano maggio 1944. Una donna ferita e allo stesso tempo invincibile, che ancora si interroga sul proprio destino di bambina ebrea trascinata a forza nel lager e sopravvissuta ai suoi cari, su un Dio che sembra essere sempre troppo lontano, su uno Stato, quello d'Israele, che sembra non aver imparato niente dalla sua stessa storia. È una lunga impossibile lettera. Un atto d'accusa e una disperata richiesta d'amore. Lite e riconciliazione, ribellione e preghiera. Cinquant'anni dopo.
Sabato 2 febbraio “Gesti & Gestacci” di e con Alberto Severi, dalla "labbrata" al pugno chiuso nei cortei, dal girare col dito il dischetto per comporre i numeri di telefono al "gesto dell´ombrello". Una esilarante e insieme nostalgica ricognizione fra i gesti che vanno scomparendo o sono ormai scomparsi, e che pure facevano la nostra vita più teatrale e dunque paradossalmente più vera.
Tornano infine appuntamenti fissi del Teatro Comunale di Antella come il Progetto Piccoli, il concorso Schermi Irregolari e Garage Ermetico.
Spiega Riccardo Massai: <<Luca Ronconi diceva: “Sul palcoscenico tutto può diventare possibile” - anche questo mi ha spinto ad affrontare un testo “irrappresentabile” come il “De rerum natura” di Lucrezio. Un progetto che nasce proprio da un'idea di Ronconi mai realizzata: voleva organizzare i sei libri in sei rappresentazioni affidate ciascuna a un attore, corredate dall’assistenza dei ragazzi della scuola del Piccolo come supporto, che integrassero con azioni e brevi interventi. E in questo senso, quell'idea andava nella direzione di altri testi irrapresentabili di ronconiana memoria... Il progetto era ambizioso e ardito, come tutte le sue idee del resto, e per questo nel mio “piccolo” teatro di Antella affronto come lettura il capolavoro di Lucrezio, per saggiare le difficoltà e scandagliare il poema meraviglioso; non solo, c’è di più, perché le “lectio” saranno accompagnate da visioni affidate a giovani e professionisti di varie discipline e arti: arcieri, contorsionisti, tanatopraxisti, danzatrici, fabbri.... Lucrezio crea l’universo e lo analizza con rigore scientifico dalle sue profondità microscopiche fino alle sue infinite grandezze, ponendo al centro l'uomo e facendosi portavoce di verità che ancora oggi destano incredulità per quanto hanno saputo anticipare di vero".
“Anche quest'anno la programmazione del Teatro comunale di Antella ci stupisce e ci sorprende - dichiarano il sindaco del Comune di Bagno a Ripoli Francesco Casini e l'assessore alla cultura Annalisa Massari - conferma la profondità culturale dell'offerta e il coraggio di proporre un'opera “'irrapresentabile” come il “De rerum natura” di Lucrezio, arricchita da un'incursione di divulgazione scientifica con l'illustre geologo Mario Tozzi. Non mancheranno l'impegno sociale sulle diversità, gli appuntamenti sul Rinascimento che vedranno in scena Massai stesso e importanti interpreti della scena fiorentina e nazionale, la valorizzazione dei giovani autori italiani e l'autentica 'chicca' del ciclo di incontri dedicati al grande Paolo Poli, mini rassegna di interviste dal vivo con importanti personaggi della cultura fiorentina. Un'offerta diversificata e di qualità che va a raggiungere gli interessi e le passioni di un pubblico variegato e che riscuoterà sicuramente un grande successo, confermando la natura del Teatro come polo culturale fondamentale per la cittadinanza ripolese e di tutta l'area metropolitana”.
Tito Lucrezio Caro, De rerum natura: l'approfondimento
Non poteva che essere Firenze la città designata per riportare alla luce uno dei capolavori della letteratura classica: tale scelta pone le sue basi sulla paternità che la città ha avuto nella riscoperta del De rerum natura di Tito Lucrezio Caro. È il 1417 quando il toscano Poggio Bracciolini trovò a Fulda - un'abbazia fondata nell'VIII secolo da un discepolo di San Bonifacio, il De rerum natura, poema di 7.400 versi in esametri composto da Lucrezio a metà del I secolo avanti Cristo. L’umanista di Terranuova non esitò a far copiare immediatamente l’opera inviandola a Firenze all’amico fidato Niccolò Niccoli, affinché fosse divulgata e letta. Bracciolini era già a conoscenza di Lucrezio tramite fonti che andavano da Ovidio a Cicerone, ma non aveva mai potuto leggere i versi di prima mano poiché risultavano dispersi. Le supposizioni rivelano che il manoscritto fu bandito per i contenuti legati alla filosofia epicurea (come la mortalità del corpo e dell’anima) che si trovano all’interno del poema, fortemente in antitesi con i dettami della Chiesa. L’intera storia del ritrovamento è stata dettagliatamente scritta in un saggio narrativo su Poggio Bracciolini dal titolo “Il manoscritto” di Stephen Greenblatt. A questo punto, la diffusione del De rerum natura era avvenuta e molti letterati e umanisti del tempo poterono leggerla, ispirandosi per citarla o semplicemente omaggiarla nelle proprie opere. Non è una coincidenza che il fiorentino Sandro Botticelli dipinga la propria Venere in questo periodo, quando nell’incipit di Lucrezio è possibile leggere un bellissimo inno alla divinità dell’amore; o ancora veder il ritratto del filosofo Epicuro appoggiato a una colonna nella celebre Scuola di Atene di Raffaello. Al centro di tutto vi è ancora una volta Firenze, dove nel dicembre del 1516 il Sinodo fiorentino – un gruppo di ecclesiastici di alto rango – proibì la lettura di Lucrezio nelle scuole. E sempre nello stesso secolo, i teologi del Concilio di Trento misero al bando sia Epicuro che l’opera di Lucrezio. Ormai però il manoscritto era già passato (e sarebbe giunto) di mano in mano, andando a ispirare grandi artisti e letterati: da Tommaso Moro a William Shakespeare, da Giordano Bruno a Galileo Galilei, fino a raggiungere Isaac Newton, Charles Darwin e il presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson (che vanta una collezione di cinque edizioni latine dell’opera lucreziana).
Proprio all’interno della Biblioteca Laurenziana è presente uno dei primi manoscritti copiati da Niccolò Niccoli nel 1140 (Plu. 35.30) e successivamente da Niccolò de’ Ricci, scriba di professione, legato alla bottega di Vespasiano da Bisticci e alla committenza facoltosa fiorentina (manoscritto, con stemma mediceo, derivante dal Plu. 35.30).
Fonte: Comune di Bagno a Ripoli - Ufficio Stampa
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