Dalle magioni degli ordini spedalieri agli ospizi comunali, dalle più povere stazioni per pellegrini, pastori, viandanti alle stanze annesse alle chiese. Sono 1686 gli ospedali fondati tra l’VIII e il XV secolo e censiti da Aldo Favini. Tra questi il più antico e ancora attivo è l’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze che era stato concepito a fine del Duecento già in una prospettiva di ampliamento e a fine Quattrocento si sosteneva grazie alla ricchezza prodotto da 350 poderi, possedeva fattorie estese in Valdarno e due pievi sottoposte.
Della storia degli ospedali toscani se ne parlerà domani, 9 ottobre (ore 17.00) nella sala conferenze dell’Accademia La Colombaria (via Sant’Egidio 23) nel corso del convegno “Per un censimento degli ospedali medievali in Toscana. Prime considerazioni” che vede come relatori lo studioso di storia medievale Favini e Sandro Rogari, presidente dell’Accademia Toscana di scienze e lettere La Colombaria nell’ambito dell’iniziativa “I martedì de ‘La Colombaria’ – Scuole e tradizioni a Santa Maria Nuova e nella medicina fiorentina”, realizzata in collaborazione con la Fondazione di Santa Maria Nuova Onlus.
Tra le curiosità che saranno raccontate nel corso del convegno la particolarità della fioritura di ospedali trecenteschi: la Toscana ne vide nascere ben 608 nel corso del Trecento, di questi 47 sono stati fondati tra il 1340 e il 1350, il decennio della Grande Peste. La realizzazione di luoghi di cura in Toscana deve molto a sei Ordini Spedalieri; oltre a Santa Maria Nuova gli altri due ospedali medievali ancora attivi sono l'ospedale di San Miniato (Pisa) e l'ospedale Serristori di Figline Valdarno. Il lavoro di ricerca di Favini è pubblicato nel volume “Ospedali nella Toscana Medievale”, Press & Archeos, 2017.
Fonte: Ufficio Stampa
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