“Un genio del mondo, un simbolo per Firenze; un uomo che ha parlato attraverso comportamenti e opere e che insieme a un altro genio, Leonardo da Vinci, ha portato l’Italia a toccare un vertice nella storia e nella civiltà umana: il Rinascimento”. Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, saluta in sala Gonfalone di palazzo del Pegaso la presentazione di ‘Michelangelo Infinito’, produzione originale Sky con Magnitudo Film distribuita da Lucky Red, al cinema dal 27 settembre al 3 ottobre, e questa mattina trasmessa in anteprima per la stampa al Cinema La Compagnia di Firenze.
“Il senso della bellezza offerto da Michelangelo è un patrimonio. Un grazie di cuore a tutti coloro che aiutano a diffonderne la conoscenza”, continua Giani che questa sera alle 20 sarà alla proiezione di ‘Michelangelo Infinito’, sempre a La Compagnia e solo su invito, preceduta da un cocktail di benvenuto.
Un evento che vede la collaborazione di Banco Popolare di Milano, questa mattina in Consiglio regionale con Matteo Faissola, che ha espresso tra l’altro l’apprezzamento per “la sfida imprenditoriale”, che porterà la la pellicola in 300 sale per 7 giorni.
In sala Gonfalone anche Cosetta Lagani, responsabile e direttrice artistica dei film d’arte Sky; il regista Emanuele Imbucci, lo storico dell’arte Vincenzo Farinella. Al centro della scena vita e opere di Michelangelo, interpretato nelle spigolosità e nelle tensioni del genio tormentato da Enrico Lo Verso, mentre Ivano Marescotti interpreta Giorgio Vasari. Nel film, le narrazioni di entrambi accompagnano il pubblico nella trama che si intreccia con la bellezza impressionante delle opere dell’artista, resa da mezzi di ripresa e macchine dotate di sensori ultra sensibili, proiettori, tecnologie led ed esposizioni multiple (HDR – High Dynamic Range).
Il risultato, impressionante, incarna il progetto spiegato da Cosetta Lagani. ‘Michelangelo Infinito’ è girato nell’ottica di riuscire a girare “un racconto universale”, destinato “a un pubblico ampio ed eterogeneo, ma senza perdere autorevolezza”, afferma la direttrice artistica. La pellicola ha richiesto oltre 2 anni di lavoro e una costante “ricerca di equilibri, tra narrazione emotiva e coinvolgente, e volontà di mantenere l’estremo rigore filologico”.
Fondamentali, in questo senso, anche le collaborazioni di cui si è potuto avvalere il film, ricorda ancora Lagani. La pellicola è stata realizzata in collaborazione con il Consiglio Regionale della Toscana, Musei Vaticani e Vatican Media, con il riconoscimento del Mibac – Direzione Generale Cinema, e con il patrocinio dei Comuni di Firenze e di Carrara.
L’opera entra nei luoghi che custodiscono la principale produzione dell’artista, tra cui la Galleria dell’Accademia, la Galleria degli Uffizi, la Fondazione Casa Buonarroti, il Museo Nazionale del Bargello e il Museo delle Cappelle Medicee a Firenze, i Musei Vaticani, il Palazzo Apostolico e San Pietro in Vincoli a Roma, il Museo della Pietà Rondanini a Milano.
Di “sfida ambiziosa” ha parlato Vincenzo Farinella, indicando, tra l’altro, la complessità delle fonti consultate per giungere alla “autorevole finzione” richiamata da Lagani. “Michelangelo è uno degli artisti più documentati del passato”, ha ricordato lo storico dell’arte, passando in rassegna il corpus dei documenti studiati con gli sceneggiatori Sara Mosetti, Emanele Imbucci, Tommaso Strinati per mettere a punto il ritratto dell’artista.
Particolarissima, e mai tentata a “livello spettacolare”, la ricostruzione della Cappella Sistina, prima e durante i lavori di Michelangelo. Un’opportunità resa possibile grazie alla documentazione resa consultabile dai Musei Vaticani.
Il film è un viaggio nella vita e nelle opere del genio rinascimentale tra Firenze, Roma, Città del Vaticano, Milano, le Cave di Marmo Carrara. Un paesaggio, quest’ultimo, che ‘irrompe’ nel film, dove i blocchi di pietra, la luce, le venature e la polvere di marmo scandiscono le riprese che, spiega il regista Emanuele Imbucci, non dovevano inizialmente comprendere la particolare galleria della Cava Ruggetta di Calacata Borghini. “Come siamo entrati si è avuto come l’impressione di essere inghiottiti” dice Imbucci.
La cava interna è così diventata una “sfida”, irta di difficoltà comprensibili, dalla luce allo spostamento di imponenti blocchi di marmo. Il risultato rende onore “alla grandezza della montagna, a una natura così imponente” e regala una suggestione potente, come le immagini delle opere ritratte. ‘Michelangelo Infinito’.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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