Anniversario leggi razziali, Fattori (Sì): "Gonfalone d’Argento a Vera Vigevani Jarach"

Il 5 settembre del 1938, nella tenuta di San Rossore a Pisa, re Vittorio Emanuele III appose la firma al primo provvedimento in difesa della razza: il “Regio decreto n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”. Iniziò con questo atto la discriminazione delle persone di razza ebraica da parte dello Stato italiano che nel giro di qualche anno portò alla persecuzione, alla deportazione e allo sterminio di quasi 8.000 ebrei (ai quali vanno aggiunti circa 2.000 deportati dai possedimenti), dei quali solo 826 riuscirono a sopravvivere.

Con una lettera ufficiale indirizzata al Presidente del Consiglio regionale, il capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, ha proposto “il conferimento del Gonfalone d’argento a Vera Vigevani Jarach, da annunciare in occasione dell'anniversario della promulgazione delle leggi razziali. Furono proprio le leggi sulla razza che costrinsero Vera ad abbandonare la scuola e spinsero la sua famiglia a lasciare il nostro paese per la Palestina e per l'Argentina”.

“La vita di Vera è stretta tra due storie tragiche: il nonno venne deportato ad Auschwitz e la figlia Franca, desaparecida nel 1976, fu gettata da uno dei voli della morte della dittatura militare argentina. Due storie terribili in una sola vita, due morti e nessuna tomba su cui piangere”.

“Vera - continua Fattori - ha saputo trasformare il dolore di questa doppia tragedia in un positiva missione educativa. E’ una donna eccezionale, che dedica ogni istante della sua esistenza alla costruzione di una memoria collettiva condivisa, affinché ciò che è successo sia conosciuto e mai dimenticato. La conoscenza è lo strumento pacifico per impedire che si ripetano dinamiche storiche simili a quelle che hanno generato le grandi tragedie del secolo scorso e che hanno così fortemente segnato la vita di milioni di persone, compresa la sua”.

“Vera è dunque una donna fuori dal comune, sia per la sua biografia, sia per il suo impegno civico e culturale. La sua determinazione, forza e intelligenza, unite ad una dolcezza e generosità rare, colpiscono al cuore chiunque abbia la fortuna di poterla ascoltare”, aggiunge Fattori. “Nonostante i 90 anni di età, continua a dedicare  passione ed energie in questa opera instancabile di preservazione della memoria. In Toscana è venuta quasi ogni anno: qui ha un pezzo importante delle sua famiglia e qui ha parlato a migliaia di ragazzi, nel corso del tempo, nelle scuole, nelle università, nell’ambito della Festa della Toscana o del programma regionale per il Giorno della Memoria e prendendo parte, come testimone, al Treno della Memoria.  Agli studenti ama ripetere che la memoria permette di individuare i sintomi e i segnali che precedono i regimi autoritari o l'esplosione di nuove forme di razzismo ed invita a non essere indifferenti nei confronti di queste avvisaglie, sottovalutando la loro pericolosità, proprio per evitare che si generino nuove sofferenze e nuove tragedie”, conclude Fattori.

Fonte: Ufficio stampa

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