Dal PD toscano ecco un appello alla commissione per il Congresso e al Segretario Nazionale, sottoscritto da amministratori, dirigenti territoriali, eletti nelle istituzioni, per chiedere di fermare l’orologio congressuale in Toscana, rivedere la tempistica e rinviare la data delle primarie consentendo un lavoro di approfondimento programmatico.
Siamo amministratori, dirigenti territoriali, eletti nelle istituzioni, uomini e donne che hanno a cuore il futuro della Toscana e del Buongoverno delle nostre Comunità. Non riusciamo a riconoscerci nella piega che il percorso congressuale regionale ha preso, non ci convince una attenzione solo sui presunti candidati e sulle relative filiere di sostegno. Non ci sembra sufficiente ed adeguata al tempo che viviamo.
Qualcosa di profondo si è rotto anche in Toscana. Quel rapporto, quella relazione tra la politica, le istituzioni ed un sentire comune diffuso, una rappresentanza sociale ampia che ha reso forte il tessuto di questa parte d’Italia. Quel civismo, quel patto sociale, economico che ha consentito a questa terra di diventare una Regione all'avanguardia per le sue politiche, per gli amministratori illuminati, per la sua capacità di parlare con la sinistra fuori da noi, con i movimenti, con le donne, con le giovani generazione, quella determinazione nel segnare il punto sui diritti civili, e contemporaneamente governare, con larga condivisione i processi economici, lavorare con il sistema della imprese, con il mondo della rappresentanza del lavoro, generare servizi, progetti innovativi per tanti anni.
Cosa e dove si è frantumato tutto ciò? Cosa, nel tessuto culturale, sociale Toscano è accaduto di così profondo, se, come appare anche dagli studi dell'Istituto Cattaneo qui più che altrove c'è una percezione così alta e così non corrispondente al vero sulla dimensione dell’immigrazione?
E come si reagisce all'ondata sovranista, neonazionalista, che guarda ad est, che sta costruendo un plotone di esecuzione nei confronti del progetto Europeo, un’onda che tutto annega, semplifica, appiattisce con la quotidiana riproposizione di un racconto irreale, nero, grave, con l'invito a chiudersi dentro, a respingere diversità e cooperazione altrove? Come si mette in campo un di più nella visione della cosa pubblica, nel suo rapporto tra pubblico e privato in questo tempo? Come si riavvia un messaggio forte capace di rendere riconoscibile il nostro impegno nella cura delle persone e del territorio?
Come si riparte superando l'idea sbagliata di questi ultimi anni, di “bastare a se stessi”? Come si ricostruisce un fronte largo della sinistra e delle forze progressiste per vincere le elezioni comunali, per non consegnare la Toscana a questa destra così pericolosa? Di questo e molto altro vorremmo parlare.
Noi avvertiamo la gravità di quanto sta accadendo nel nostro Paese, e non solo. Avvertiamo l'urgenza di una reazione altra, diversa, innovativa, e comunque inedita da parte del Pd Toscano tutto.
Per questo a noi pare che in una fase così complessa i tempi ed i modi con i quali ci stiamo avvicinando al congresso regionale non siano all'altezza della gravità e della dimensione che l'impresa richiede.
Tempi stretti, adempimenti e regolamenti che non rispondono a questo tempo, ed una chiamata al voto con le primarie per l’elezione del segretario, in date anticipate rispetto a tutto il resto di Italia, senza una adeguata condivisione, che rischiano ancora una volta, e in questa occasione potrebbe essere un rischio irreversibile, di penalizzare contenuti, respiro, collegialità, partecipazione, sacrificando tutto questo ad accordi a tavolino di corto respiro, sempre più corto.
Ecco, tutto questo ci appare in questo momento distante, e assai disallineato con la sfida in campo. Scisso da ciò che sta avvenendo la fuori. Con la somma e l’analisi delle pesantissime sconfitte collezionate in questi ultimi anni.
Serve altro.
Serve una fase di lavoro comune, di analisi, di confronto aperto e di iniziativa forte, con mondi fuori da noi, che abbiamo lasciato e che ci hanno lasciato. Una fase di ascolto, di innovazione programmatica e strategica, di linguaggi, modi, strumenti e poi, successivamente anche di competizione tra piattaforme e candidatura alternative.
Non ci convince un congresso che antepone i nomi ai contenuti e produce nuove fratture. Non ci convince l’idea di nascondersi dietro a regolamenti che non sono adeguati ad un bisogno assoluto di rinascita e di ricostruzione della sinistra.
Abbiamo letto i tanti contributi approvati ed inviati dalle strutture territoriali, apprezzato lo sforzo e le parole dei Giovani Democratici. Sappiamo che anche nei prossimi giorni, per iniziativa dal basso, altri ne arriveranno e siamo certi che ci sia del buono da raccogliere e primo di tutto da ascoltare-
Per tutto questo e per molte altre ragioni facciamo un appello alla commissione per il Congresso, al Segretario Nazionale che molto si sta impegnando per presidiare luoghi e temi complicati, a fermare quell’orologio congressuale per la nostra Regione, rivedere la tempistica, a rinviare la data delle primarie consentendo un lavoro di approfondimento programmatico che impegni tutto il gruppo dirigente regionale e territoriale, coinvolga i nostri iscritti, gli elettori e tutto quel popolo di sinistra con il quale dobbiamo provare a ripartire.
I firmatari
Paolo Beni
Simone Bezzini
Martina Borgogni
Vittorio Bugli
David Bussagli
Cristina Catani
Vincenzo Ceccarelli
Susanna Cenni
Giacomo Cucini
Mirko Dormentoni
Emiliano Fossi
Livia Gabbricci
Claudio Galletti
Fabrizio Nepi
Raffaella Mariani
Alessandro Masi
Donella Mattesini
Paolo Morelli
Renzo Pampaloni
Stefano Paolucci
Maurizio Pelosi
Alessio Pianigiani
Valentina Vadi
Loriano Valentini
Maurizio Verona
Andrea Zanetti
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