A 24 anni la penna in volo di Giacomo Cassetta, cresciuta tra le colline fiorentine, prova a spiegare le ali e realizza un sogno che profuma di quinte e graticcia. Il sipario si alza sulla vincita del premio letterario di respiro internazionale Salvatore Quasimodo. Sarà l’aria di campagna, che ogni giorno respira a Strada in Chianti dove abita con la famiglia da 14 anni, saranno le camminate tra i vigneti, le armonie della natura che ispirano idee e creatività, sarà la passione profonda, unico gene in famiglia Cassetta, che il ragazzo nutre dall’infanzia per la scrittura ed in particolare la composizione teatrale. Il fatto è che alla sua seconda prova di drammaturgia, con il testo “Il Bivio” finito di comporre nel maggio 2017, Giacomo Cassetta, laureando in Scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, si piazza al primo posto nella classifica di una specifica sezione (testo teatrale) nell’ambito della quarta edizione del Premio Internazionale Salvatore Quasimodo riservato ai testi inediti ed editi di poesia e narrativa, saggistica, teatro, musica.
Tra gli elaborati di oltre mille aspiranti scrittori, provenienti da tutto il mondo, l’opera del giovane chiantigiano spicca e conquista il giudizio degli esperti. Una prestigiosa giuria, composta da Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel, autore e registra teatrale, dal celebre paroliere Giulio Rapetti Mogol, dall’editore Giuseppe Aletti, da Mariella Nava e Mimmo Cavallo, ha riconosciuto e scoperto la forza di un talento appena nato, premiando il ragazzo alcuni giorni fa a Rocca Imperiale, in Calabria, in un’edizione straordinaria legata alle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dalla morte di Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura sancito nel 1959.
Dal sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani, che lo ha ricevuto con gioia e orgoglio nel suo ufficio, presso il palazzo comunale, giunge la notizia di un doppio riconoscimento. “Continueremo a realizzare il sogno di Giacomo – annuncia il sindaco Sottani - che ha tutti i numeri per farcela conferendogli la cittadinanza onoraria il prossimo anno e prevedendo una messa in scena del suo testo nel teatro di Greve in Chianti e una minitournée da valutare negli spazi teatrali dell’Unione comunale del Chianti fiorentino. Giacomo è un modello per tutti i giovani, rappresenta l’espressione migliore di un talento e di una passione che, se coltivati con entusiasmo e determinazione, possono portare lontano”.
Nella conversazione con il primo cittadino lo studente ha raccontato la sua esperienza che nasce molto presto e inizia a prendere forma all’età di undici anni grazie alla frequentazione di un corso di teatro per ragazzi condotto da Massimo Mattioli e Paola Coppini dell’associazione culturale Vieniteloracconto. “Le prime esperienze teatrali a Tavarnuzze - esordisce Giacomo - hanno aperto un varco che poi per me è diventata una strada maestra, un aspetto centrale della mia vita che ho sviluppato sul piano formativo e artistico all’Istituto d’Arte di Porta Romana prima e all’Accademia di Belle Arti poi, dove il prossimo anno concluderò i miei studi; grazie a questo percorso ho compreso quanto sia importante conoscere le esigenze tecniche di uno spettacolo prima di metterlo in scena e nella fase della composizione drammaturgica”.
La passione di Giacomo si è alimentata di letture di testi classici, pietre miliari del teatro di tutti i tempi, da Shakespeare a Pirandello, passando per Brecht e Molière. Sul campo, da anni si presta come operatore teatrale e assistente alla regia al fianco di Massimo Mattioli, docente di Scenografia all’Accademia Massimo Mattioli. Il viaggio attraverso il volontariato teatrale culmina in uno dei momenti più belli che per Giacomo corrisponde, inaspettatamente, al giorno della vittoria di un premio che omaggia la statura letteraria di uno dei più grandi protagonisti dell’ermetismo italiano.
“Il mio nome, legato in qualche modo a quello di un poeta immenso come Salvatore Quasimodo - commenta emozionato - mi fa rabbrividire dalla contentezza, le congratulazioni del figlio Alessandro, di Mogol, dell’editore Aletti e di tutta la giuria, colpiti dalla mia giovane età, sono di forte stimolo a proseguire nell’attività di scrittura creativa e continuare a sognare sulle tavole di un palcoscenico, sollevando i piedi da terra”.
Il surrealismo è la cifra stilistica su cui si basa la stesura de “Il Bivio”, il testo vincitore ispirato al teatro dell’assurdo che ha uno dei suoi drammi simbolo in “Aspettando Godot”. “Come quelli di Beckett - spiega Cassetta - anche i miei personaggi, un drammaturgo e uno showman, sono in attesa di una scelta, di imboccare una strada. Mentre il dialogo si dipana tra i due, non senza battibecchi e ricordi di infanzia, prendono coscienza di essere al bivio, costretti dall’auto in panne a pensare e riflettere ‘a nudo’, lungo una strada con cartelli bianchi, senza indicazioni, i protagonisti non trovano risposte alle loro domande e neanche le cercano, alla fine tuttavia qualcosa accadrà”. Il testo è ambientato in un non luogo, l’atmosfera ha tinte oniriche e la durata temporale in cui si consuma l’attesa è quella di una notte. “Ho concepito il tema del bivio - continua - non solo come spazio fisico, come punto di incontro di due strade, ma come luogo della mente dove ci si ferma a pensare di fronte ad una pluralità di scelte, questo testo vuole offrire una riflessione su quello che è il teatro oggi, come è cambiato il pubblico con l’avvento delle nuove tecnologie e quali sono le direzioni e le opportunità che il mondo della scena può dare al futuro dei giovani, nessuna verità in tasca ma un’accorata dichiarazione d’amore al teatro”. Appassionato di viaggi, tennis e musica classica, Giacomo Cassetta è fiero di aver portato il teatro in famiglia. “Il teatro, si sa – aggiunge – non è certo un mondo facile, soprattutto per chi, come me, decide di farne una professione, ma ciò che mi spinge ad investire su questa passione è il sostegno incondizionato dei miei genitori, lasciandomi libero di scegliere mamma e papà mi permettono di crescere e questo è il regalo più bello per un ventenne assetato di conoscenza che vuole raccontare qualcosa di sé e condividerlo con gli altri attraverso l’arte della parola”.
Fonte: Comune di Greve in Chianti - Ufficio Stampa
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