Il PD toscano deve ancora fare i conti con il terremoto delle ultime sconfitte elettorali: i risultati delle politiche del 4 marzo hanno portato alle dimissioni del segretario Dario Parrini che ha lasciato un partito senza guida e senza sicurezze. La reggenza collegiale, faticosamente nominata a marzo, è sembrato più un 'atto dovuto' che la messa in campo di una strategia di uscita dalla crisi.
Le amministrative di giugno sono stato l'ennesimo colpo incassato senza troppi contraccolpi, adesso però, decaduta la reggenza, c'è da scegliere il nuovo segretario e non si tratta solo di un nome: la nuova guida del partito dovrà mettere sul tavolo un preciso indirizzo politico che possa ricostruire qualcosa dalle macerie del 4 marzo. I tempi sono stretti: le candidature a segretario e le relative linee politico-programmatiche vanno depositate alla Commissione regionale entro il 10 settembre.
Ma le acque agitate di Roma provocano mare turbolento anche in Toscana. Se la segreteria nazionale è agitata da una linea saldamente renziana e da un non ben precisato 'passo a sinistra', anche in Toscana, roccaforte dell'ex premier, si ripropone il solito scenario: da una parte i renziani di ferro (capeggiati dall'ex Ministro Lotti, dal sindaco di Firenze Nardella e dal presidente del consiglio regionale Eugenio Giani), dall'altra un'area di 'dissidenti' tra cui Federico Gelli, ex parlamentare, responsabile sanità PD ed ex vicepresidente della Regione Toscana. Insomma la possibilità di un candidato unitario sembra molto difficile.
A questo punto è bene avventurarsi nel toto nomi: da giorni circola il profilo di Massimiliano Pescini, attualmente sindaco di San Casciano Val di Pesa, esponente dell'area renziana. Nel suo passato nessuna posizione nei 'quadri' del partito e un solido profilo da amministratore locale: è stato consigliere comunale e capogruppo consiliare dell'Ulivo, assessore durante il mandato Signorini e poi sindaco (attualmente è al suo secondo mandato con scadenza nel 2019). È inoltre Assessore dell'Unione Comunale del Chianti Fiorentino e consigliere della Città Metropolitana di Firenze. Si tratta di un nome 'moderato', volutamente poco altisonante: la speranza è forse quella che possa essere condiviso da tutti. Un profilo che risponde alla necessità di trovare un candidato renziano, ma senza creare troppe turbolenze nel partito. Al momento una convergenza di interessi sul suo nome, però, sembra difficile.
Tra i possibili candidati c'è anche l'ex renziano Federico Gelli che sembra voler riunire intorno a sé un'area di 'delusi'. Il nome di Gelli era emerso anche come possibile candidato sindaco a Pisa, ma poi non se ne fece nulla. Dopo aver ricoperto molti ruoli di prestigio (come già detto è stato parlamentare e vicepresidente della Regione Toscana) attualmente Gelli non ricopre nessuna carica istituzionale. L'ex deputato si è visto escluso a sorpresa dalle ultime candidature alla Camera, una scelta per certi versi clamorosa considerati gli incarichi ricoperti da Gelli e l'impegno di questi anni come responsabile del settore Sanità (ruolo che ricopre tuttora). Per alcuni questa 'bocciatura' sarebbe la conseguenza di un rifiuto dello stesso Gelli a candidarsi a Pisa, per altri la conseguenza di un disconoscimento della linea 'turborenzista', per altri addirittura il risultato del conflitto tra Gelli e il PD calabrese nato a seguito del commissariamento della sanità della regione. Quel che è certo è che i rapporti tra Gelli e Renzi non sono più quelli di una volta. A sostenere Gelli alla segreteria toscana ci sarebbe tra gli altri l'assessore regionale Stefania Saccardi e alcuni dei militanti delle minoranze PD. Altro nome che sta circolando è quello di Emiliano Fossi, sindaco di Campi Bisenzio: supportato dagli orlandiani si tratta dell'unico vincitore dei ballottaggi.
Qualunque sia il candidato una cosa è certa: il Pd toscano è di fronte ad una scelta che manderà un messaggio simbolico agli elettori e che darà un'identità precisa al partito e ai programmi da attuare. La scelta sarà subito messa sui banchi di prova del voto e le prossime sfide sono di quelle importanti.
Dopo la perdita di 8 comuni come Siena, Pisa, Pistoia, Arezzo, Grosseto, Livorno, Massa e Carrara, nel 2019 si rinnovano le giunte di altri Comuni toscani e si vota tra le altre a Firenze, Empoli e Prato. Nel 2020, invece, c'è da difendere la Regione. Fallire questi appuntamenti e lasciare alla destra o ai grillini la 'regione rossa', significherebbe mettere a rischio l'intera struttura dirigenziale del partito, anche a livello nazionale. Scegliere un segretario condiviso senza troppi scossoni, insomma, sembrerebbe la via più opportuna per il PD toscano, ma i venti di Roma forse soffiano troppo forte.
Anche a livello nazionale, infatti, il PD è ad un bivio: continuare con la via del renzismo o abbracciare un nuovo 'stilnovo'? E mentre la barca del Partito Democratico è agitata da correnti contrarie, gli elettori sono in attesa di capire da che parte si butteranno i remi.
Giovanni Mennillo
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