"Il Comitato Cittadino CambiaMenti proporrà ai consiglieri comunali disponibili di sollevare in Consiglio Comunale con un'interpellanza la questione di Tecnoambiente, che ha ottenuto dal Comune di San Miniato il permesso a costruire un nuovo fabbricato industriale con una superficie lorda pari a circa 2975 mq e un’altezza media di circa 13,8 metri, e dalla Regione Toscana l'avvio delle procedure di valutazione dell'impatto ambientale dell'ampliamento.
E' chiaro che questo ampliamento prelude all'aumento del volume dei rifiuti solidi trattati (si calcola che col nuovo impianto si passerà dalle attuali 3100 tonnellate di rifiuti stoccati e trattati, tra cui 500 considerati come pericolosi, a circa 5500 complessive), e contemporaneamente all'aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera e del traffico pesante.
La zona industriale di Ponte a Egola è stata certificata come APEA (Area Produttiva ecologicamente attrezzata). Si tratta di una scelta strategicamente importante, finalizzata all’espansione dei processi già presenti di qualificazione della produzione delle pelli e del cuoio e della sua capacità di insediarsi nei settori della moda e del lusso. Ciò si favorisce anche utilizzando processi innovativi di valorizzazione e certificazione della filiera produttiva distrettuale a garanzia e tutela dell'eccellenza produttiva della nostra zona, anche sotto il profilo etico e sotto quello della compatibilità ambientale.
Ci sembra perciò davvero difficile spiegare come si possa inserire in questo quadro il via libera a questo ampliamento.
La Relazione territoriale sulla Regione Toscana approvata nella Commissione Ambiente del Senato il 28 febbraio 2018, oltre a sottolineare che “la Toscana è al sesto posto nella classifica nazionale per numero di reati ambientali accertati.... dopo Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Lazio” e che quindi, “con il Lazio, viene immediatamente dopo le quattro regioni di origine delle mafie storiche”, punta il dito su una serie di criticità relative al nostro comprensorio, che riguardano tra l'altro le maleodoranze prodotte dall'impianto Waste Recycling” di Castelfranco di Sotto e l'accettazione, da parte di Cuoiodepur, di 82mila metri cubi l'anno di reflui trasportati su gomma, su cui esistono diffide della provincia e della Regione e contenziosi giudiziari, e a cui sembra collegabile la presenza negli scarichi di una concentrazione superiore ai parametri consentiti di un metallo considerato pericoloso, come il selenio, che non può provenire dagli scarichi conciari.
Al di là della presenza, anche in questo caso, di un 'odore' di conflitto d'interessi che questa amministrazione non riesce proprio a togliersi di dosso, è chiaro che di fronte a questi problemi, e mentre si avvicina a grandi passi il momento stabilito per la chiusura dell'ICLA ( e vedremo se l'Amministrazione Comunale rispetterà l'impegno assunto in proposito) non sembra davvero il caso di caricare di un ulteriore fattore di allarme ambientale l'area di Ponte a Egola e di San Donato, che si sta già facendo carico del sistema di depurazione e delle prospettive legate al suo completamento.
Questa importante area del nostro Comune ha al contrario bisogno di un processo di riqualificazione urbana di entrambe le frazioni, in parallelo a un governo attento dell'area industriale, che non ne preveda l'espansione quantitativa, ma favorisca i processi di ristrutturazione, di diversificazione produttiva, di risanamento ambientale e di efficienza energetica".
Comitato CambiaMenti
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