Crolli a Sollicciano, la protesta del Sappe

Ancora crolli in carcere a Sollicciano e, per sicurezza, sono stati chiusi i cortili dove i detenuti trascorrono le ore d’aria. Ne da notizia il SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del Segretario nazionale della Toscana, Pasquale Salemme: “Da alcuni anni, più di tre, il muro di cinta del carcere di Firenze Sollicciano è chiuso a seguito del crollo di una parte di esso. Lunedì scorso, a seguito delle caduta di ulteriori calcinacci all'interno di uno dei "cortili passeggi": il direttore del carcere ha quindi ritenuto opportuno investire dell'accaduto i tecnici dell’Amministrazione Penitenziaria della Toscana. Dopo un sopralluogo è stato deciso la chiusura di tutto i passaggi (sono 13), seppur limitatamente alla zona all'aperto. Pertanto, adesso i detenuti possono solo fruire dei locali passeggi coperti mentre  la zona all'aperto è stata inibita”.

Aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri: “Mi auguro si adottino subito interventi idonei per garantire la sicurezza e la salubrità della struttura, verificando immediatamente quella dei posti di lavoro e di quelli detentivi, tanto più che con il caldo di queste settimane i disagi sono del tutto evidenti e possono determinare situazioni di tensione. Per tanto, auspichiamo in un celere intervento dell’Amministrazione Penitenziaria”.

Capece evidenzia come “quel che è accaduto a Sollicciano ci conferma che la tensione che caratterizza le carceri, al di là di ogni buona intenzione, è costante. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. La situazione nelle carceri resta allarmante e non ci si ostini, dunque, a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto”.

La situazione delle carceri si è notevolmente aggravata rispetto agli anni precedenti”, conclude. “I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre nel primo semestre del 2018 sono inquietanti: 5.157 atti di autolesionismo, 585 tentati suicidi, 3.545 colluttazioni, 571 ferimenti, 5 tentati omicidi. I decessi per cause naturali sono stati 46 ed i suicidi 24. Le evasioni sono state 2 da istituto, 27 da permessi premio, 7 da lavoro all’esterno, 7 da semilibertà, 17 da licenze concesse a internati. E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”. Per il SAPPE “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”.

Fonte: SAPPE

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