"Doveva essere un piano a sostegno dei disoccupati, partito nella fase operativa poco prima della scadenza elettorale delle politiche di marzo 2018, ed invece si sta rivelando un boomerang che sta allontanando ancora di più tantissimi cittadini disoccupati ed in difficoltà’ dalle istituzioni". A lanciare l’allarme sulla gestione del Piano integrato per l’occupazione della Regione Toscana (PIO), è il consigliere comunale di Empoli Alessandro Borgherini, Presidente della I Commissione Affari Generali insieme con Giuseppina Virgili, Presidente del Comitato Piccoli Imprenditori Invisibili (COPII). Chiamiamo a raccolta tutte le persone che possono aiutare a fare chiarezza, coinvolgendo ai massimi livelli gli organi di controllo a cominciare dal Consiglio regionale e dal Parlamento. Sarebbero centinaia solo nell’Empolese Valdelsa, gli utenti che si sarebbero trovati senza l’effettiva erogazione di tali contributi.
"Ma andiamo per ordine - spiegano Borgherini e Virgili -. Il Piano, voluto dalla Regione, nelle sue intenzioni, si rivolgeva ai disoccupati privi di qualsiasi altra forma di tutela e si presentava perfettamente progettato: l’obbligo di presenziare a due colloqui mensili presso un qualsiasi Centro per l’impiego o a una società interinale aderente al progetto, oltre ai corsi di formazione obbligatori per agevolare un reinserimento nel mondo del lavoro. Insomma, un tentativo di riconnettere un soggetto al mondo del lavoro tramite corsi di formazione, colloqui e occasioni varie".
"La Regione, di contro, si impegnava, come da contratto, a versare un contributo mensile di (presumibilmente) €500,00 per sei mesi, circa 3500 euro a lavoratore inserito nel progetto. Tale contributo sarebbe dovuto servire a finanziare gli spostamenti, i corsi professionali e tutto ciò che concerne qualunque tipologia di attività per poter trovare un impiego a persone che si trovano in una condizione tale, spesso, da non aver neppure i soldi per prendere un autobus e recarsi nel luogo del colloquio".
"L’erogazione effettiva delle risorse stanziate dalla Regione - chiariscono Borgherini e Virgili - sarebbe spettata all’Inps regionale. Nel concreto a metà luglio 2018, è stato erogato solamente il contributo per metà mese di marzo, versato a metà giugno 2018, con 3 mesi di ritardo e solo in seguito a forti contestazioni da parte degli utenti verificatesi in molti centri per l’impiego della Regione".
"È inutile sottolineare che, durante questo periodo di silenzio assoluto da parte della Regione Toscana e dell’INPS, molti cittadini si sono mossi per richiedere maggiori informazioni ai Centri per l’impiego che in questa situazione si ritrovano nel poter dire o fare ben poco in assenza d’indicazioni precise".
"Solamente in seguito a tali proteste, l’INPS, ha comunicato dettagliatamente che, in base alla data del primo colloquio, mensilmente sarebbe stato erogato il versamento. Da tale momento in poi, per citare la comunicazione stessa, i pagamenti avrebbero dovuto essere puntuali, mese dopo mese, fino a tornare in pari con il pagamento. Ma a distanza di mesi ancora nessun segnale da parte della Regione, istituzione responsabile del progetto agli occhi dei cittadini. Come spesso avviene in questi casi - aggiungono Borgherini e Virgili - se interpelli gli Uffici della Regione ti rispondono in un modo, se invece interpelli quelli dell’Inps ti rispondono tutt’altro".
"Sarebbe stato doveroso - concludono Borgherini e Virgili - anche solo in presenza di ritardi, avvertire e comunicare agli utenti eventuali disagi nel rispetto della vita delle persone, chiarendo bene scadenze ed impegni pubblici. Intanto si chiarisca quanto prima avverranno i pagamenti. Chiediamo dunque si faccia chiarezza: siano i Sindaci, il Consiglio regionale ed i Parlamentari a richiedere di avere un quadro chiaro su tutto quello che è andato storto in questa gestione e a fare in modo che l’Istituzione chieda scusa, operando in modo che cose del genere non si verifichino più nel rispetto degli utenti".
"A margine di questo episodio che spero si concluda presto - chiosa Borgherini - penso si debba fare con la massima urgenza una riflessione sull’efficacia e sull’opportunità di tali progetti estemporanei, che rischiano di costare di piu’ dei benefici ottenuti sia in termini di costi , d’immagine e di risultati ottenuti. E’ giunta l’ora di ripensare tali tipologia di sostegno, coinvolgendo le imprese seriamente e magari trasformando in sgravi fiscali, azioni di formazione ad hoc per figure che mancano ad oggi al nostro tessuto produttivo. Si avviino con la massima urgenza delle verifiche sui risultati che questi piani ottengono. Su ogni euro speso dalla Regione, quanti effettivamente ottengono il risultato sperato?"
Fonte: Ufficio Stampa
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