“A volte ho la netta sensazione che per Palazzo Chigi e in particolar modo per il ministro Toninelli Firenze non stia in Italia e che i fiorentini non siano cittadini italiani come gli altri. Altrimenti non si spiega il livello di disattenzione riservato alla nostra città e ad alcune questioni fondamentali per il suo futuro”. Così il deputato fiorentino di Civica Popolare, Gabriel Toccafondi, annuncia una nuova interrogazione al Governo che prende spunto dal “preoccupato ma giusto grido d'allarme lanciato dalla Cisl sulla nuova sede delle Ferrovie”.
“Prima la nuova pista di Peretola, poi l’Alta velocità, le tramvie e ora la sede delle Ferrovie. Se è vero come diceva Agata Christie che tre indizi fanno una prova - spiega Toccafondi - , allora oggi abbiamo la dimostrazione che il Governo e Toninelli hanno deciso di punire Firenze bloccando progetti già in fase avanzatissima o voltando le spalle di fronte a questioni non più rinviabili come appunto la nuova sede delle Ferrovie”.
Come denunciato dalla Cisl la situazione infatti è oramai arrivata al limite. Fra meno di un anno scade la locazione della sede di viale Spartaco Lavagnini, ma della nuova sede in via del Romito non si sa ancora nulla, nonostante che tutta la procedura sia stata completata con tanto di permessi e un affidamento dei lavori tramite bando di gara da circa 17milioni di euro. “Ci sono i permessi, ci sono i soldi ma non si muove foglia. Già avevo sollevato la questione assieme al problema dell'officina dell'Osmannoro, ma la risposta era stata vaga e toccava solo la questione Osmannoro. Ora il Governo deve dirci parole chiare e nette. Perché il timore dei sindacati che condivido – spiega Toccafondi – infatti è che questa manovra dilatoria serva a far saltare tutto per spostare altrove la sede con grave danno alla città e agli oltre 500 lavoratori che attualmente sono impiegati in viale Lavagnini ma che tra un anno saranno senza una sede. E' bene che Fs e il Governo quindi sappiano che a Firenze non permetteremo uno scippo del genere. Per questo l'ho voluti avvisare per tempo, in modo tale che un domani non ci sia qualcuno che possa far finta di non aver saputo”.
On. Gabriele Toccafondi
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