Elia nel deserto di Daniele da Volterra ora acquisito dagli Uffizi: un capolavoro del '500

Elia nel deserto di Daniele da Volterra

Il dipinto Elia nel deserto, (olio su tela, 81 x 115 cm), databile agli anni tra il 1543 e il 1547 sotto il papato di Paolo III Farnese (1534-1549), fu menzionato da Benedetto Falconcini nell’Elogio del pittore in casa dei suoi discendenti Ricciarelli a Volterra nel 1772, da dove passò per via ereditaria nella collezione senese dei conti Pannocchieschi d’Elci. Da questi ultimi è stato oggi acquistato dalle Gallerie degli Uffizi.

Capolavoro assoluto della pittura italiana del Cinquecento, Elia nel deserto mostra l’importanza delle forme michelangiolesche sulla pittura del Ricciarelli, ed è chiaramente ispirato dalle invenzioni del Buonarroti – di cui il pittore era collaboratore e strettissimo amico – dispiegate sulle volte della Cappella Sistina e nel Giudizio Universale. L’iconografia rarissima del profeta in meditazione sul pane portatogli dal corvo e sulla brocca di vino – prefigurazioni eucaristiche – qualifica inoltre l’opera come pionieristica per la pittura della Controriforma. Già esposto nella mostra monografica Daniele da Volterra, amico di Michelangelo a Casa Buonarroti, curata da Vittoria Romani (30 settembre 2003 – 12 gennaio 2004), l’anno scorso il dipinto è stato al centro della mostra Daniele da Volterra: I dipinti d’Elci, a cura di Barbara Agosti e Vittoria Romani, alla Galleria Nazionale d’arte antica di Palazzo Corsini a Roma (16 febbraio – 7 maggio 2017), ed è stato inoltre tra i capisaldi della recente mostra forlivese, L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio, a cura di Antonio Paolucci e Gianfranco Brunelli (10 febbraio – 17 giungo 2018).

L’importante aggiunta alle collezioni delle Gallerie degli Uffizi viene presentata nell’Auditorium Vasari dal Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt insieme ad Anna Di Bene, Soprintendente della SABAP di Siena, Grosseto e Arezzo, Alessandro Bagnoli, Funzionario della stessa Soprintendenza, e dalle due studiose che hanno dedicato studi fondamentali all’opera, Barbara Agosti, Professore associato di Museologia e critica artistica e del restauro all’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, e Vittoria Romani, Professore ordinario di storia dell’arte all’Università degli studi di Padova.

La Soprintendente Anna Di Bene afferma: “La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ha il piacere di ricordare che nel 1979 l’allora Soprintendenza per i Beni Storico Artistici di Siena e Grosseto propose il vincolo per i due straordinari dipinti di Daniele da Volterra, che provenivano dalla casa del pittore (Madonna col Bambino, San Giovannino e Santa Barbara e l’Elia nel deserto). Questo ormai lontano atto amministrativo ha finalmente dato i suoi frutti, perché sta alla base dell’odierna entrata dell’Elia nel deserto nella collezione degli Uffizi, acquisizione che l’Ufficio territoriale di tutela ha in tutti i modi favorito.”

Aggiunge il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt: “Con la nuova sala di Michelangelo da poco inaugurata, il tempismo dell’acquisto del capolavoro di Daniele da Volterra non potrebbe essere migliore. Infatti, nei nuovi spazi dedicati alla pittura del Cinquecento, che in questo momento stiamo preparando, l’Elia nel deserto avrà un posto d’onore accanto alla Strage degli Innocenti (1557) già ab antiquo nelle collezioni medicee, anch’esso una rarità tra i dipinti su tavola o tela pervenutici – meno di dieci – della mano del maestro, amico carissimo di Michelangelo, la cui gravitas scultorea egli interpreta in maniera esemplare.”

E a riprova dell’eccezionale importanza di questo acquisto, si ricorda il valore dell’artista sul libero mercato: il disegno raffigurante Didone addormentata (cm. 33.2 x 45.9) è stato venduto da Christie’s a Londra il 27 settembre 2016 per ben 797mila sterline, all’epoca l’equivalente di 925mila euro.

Fonte: Ufficio Stampa - Firenze Musei

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