Patto per l'Empolese Valdelsa, Confindustria e i sindacati dettano l'agenda del lavoro per i prossimi anni

(gonews.it)

Confindustria e i tre principali sindacati (Cgil, Cisl e Uil) ritornano al tavolo della concertazione e si focalizzano sull'Empolese Valdelsa, territorio storicamente coeso e con eccellenze industriali ma che ha sofferto come tutto il resto del paese della crisi degli ultimi anni. È stato siglato questa mattina nella sede Confindustria Firenze di via del Pino a Empoli il Patto Territoriale, che in sintesi ha toccato i seguenti temi:

Infrastrutture materiali e digitali;
Adeguate Governance e Politiche di Territorio;
Sicurezza nei luoghi di lavoro;
Legalità e contrasto allo sfruttamento;
Formazione e Sviluppo di un nuovo sistema scolastico;
Ambiente Sostenibile e Economia Circolare.

A siglare il patto Michele Pezza, presidente sezione territoriale Empolese Valdelsa di Confindustria Firenze, Paolo Aglietti, coordinatore Cgil Empolese, Fabio Franchi, segretario generale aggiunto Cisl Firenze Prato e Arturo Papini, segretario organizzativo Uil Toscana.

"Fare squadra è l'unico metodo possibile per lo sviluppo del territorio. Ci siamo presi la responsabilità di costruire un piano industriale per il territorio, una cosa che in Italia non è mai stata fatta", spiega Pezza. "Tutto è partito dall'adesione di Confindustria al Primo Maggio 2018 che si è tenuto a Prato, imperniato sulla sicurezza nel posto di lavoro", aggiunge Aglietti. "Questo accordo dà nuova forza alle parti sociali, il cui ruolo è quello di presidiare il territorio. Confindustria forte è una certezza per le parti sindacali e viceversa. Senza questo presidio e senza la concertazione va a rischio la coesione sociale", commenta Franchi. "Questo patto trova anche aspetti culturali e turistici non di secondo piano per il benessere della popolazione", conclude Papini.

Ma entriamo nel merito dell'accordo.

Il Patto, si legge nel documento, “ha lo scopo di costruire un quadro di impegni condiviso per la definizione e la realizzazione di azioni finalizzate a promuovere e coordinare lo sviluppo economico del territorio metropolitano con l'obiettivo della piena e buona occupazione e del mantenimento delle aziende sul territorio”.

In concreto, il patto vuole definire "un piano di lavoro condiviso, fatto di specifiche azioni e attività, seguendo quattro direttrici prioritarie":

- Sviluppo del territorio: attrarre e difendere gli investimenti;
- L’economia che si muove: infrastrutture materiali e immateriali per lo sviluppo;
- Un territorio semplice: dal Circondario all’Unione di Comuni;
- Industria turistica, culturale e tecnologica: più internazionalizzazione dell’Empolese Valdelsa

Fra le azioni individuate come prioritarie:
- Infrastrutture: Collegamenti più rapidi e garantiti con l’esterno.
- Governance di territorio: Un assetto istituzionale finalmente adeguato alle esigenze di un territorio contemporaneo, non fossilizzato sui campanili.
- Politiche del territorio: Scelte adeguate ad un territorio che competa alla pari con le altre aree e realtà industriali europee, con un posizionamento competitivo forte sia in tema di industria, sia in tema di cultura e di turismo.
- Attrazione di nuovi investimenti sul territorio e capacità di trattenerli.
- Progettazioni e realizzazioni di qualità, perché si interviene su un contesto prezioso.
- Buona occupazione e lavoro stabile, anche con una grande attenzione ai temi della sicurezza sul lavoro.

I punti più significativi che trovano spazio nell'accordo riguardano la sicurezza sul lavoro (nel 2017 sul territorio dell'Unione gli infortuni sono aumentati del 3,3% considerando anche quelli nel tragitto casa-lavoro), la lotta ai prodotti contraffatti, il controllo di appalti e sub-forniture, una gestione più oculata e sostenibile dei rifiuti, la formazione delle risorse umane, un rapporto più stretto con le scuole. Oltre all'ambito lavorativo, si chiedono ulteriori sviluppi: investimenti per infrastrutture (la nuova 429, il raddoppio ferroviario Empoli-Siena, il secondo ponte sull'Arno a Capraia e Limite oltre a beni non 'materiali' come la banda larga), un nuovo ruolo centrale dell'Asev ("Deve tornare a essere una vera agenzia per lo sviluppo, dato che vi partecipano associazioni di categoria e istituzioni", spiega Pezza). Ogni punto ha degli obiettivi a medio-lungo termine con delle operazioni concrete da sviluppare, con l'aiuto delle istituzioni. "Questo patto sarà allargato a tutti gli attori che vogliono farne parte, dai Comuni all'Unione fino alla MetroCittà e alla Regione", spiegano i firmatari.

Il Patto nasce dalla consapevolezza che il “grande patrimonio industriale presente nell’Empolese Valdelsa deve essere salvaguardato e valorizzato perché l’economia del territorio possa continuare a crescere in maniera sostenuta e duratura”. "Il caso Bekaert è esemplare - aggiunge Franchi -, mancava di poter prevenire queste situazioni. Sappiamo che il patto è ambizioso ma dobbiamo pensare in grande e nel medio periodo".

"L'area fiorentina – si legge nella premessa al Patto - rappresenta il quinto polo manifatturiero italiano caratterizzato da una forte multisettorialità, diventando nel tempo un potente attrattore turistico. L'Empolese Valdelsa, inserito nella Città Metropolitana, costituisce uno dei poli decisivi di questa economia. Nell'Empolese Valdelsa si trovano circa 1/4 delle aziende manifatturiere e quasi 1/5 del totale delle aziende della città metropolitana.

Nel territorio sono presenti circa 5.800 imprese industriali che occupano circa 31.000 dipendenti, appartenenti a diversi settori merceologici: dall’agroalimentare al settore chimico e delle materie plastiche, dal metalmeccanico alle nuove tecnologie digitali senza dimenticare il comporto storico della filiera della moda che negli ultimi anni si è maggiormente rafforzato rendendo l’Empolese Valdelsa territorio di cerniera tra la zona del Cuoio (Santa Croce, Ponte a Egola, ecc) e l’area della pelletteria di Scandicci".

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