È indagata l'amministratrice dell'azienda agricola nella quale Chiara Ribechini, 24enne di Navacchio (Cascina), aveva cenato mangiando un prodotto che le ha provocato la morte per choc anafilattico durante il ritorno a casa. L'autopsia, incaricata al medico legale Marco Di Paolo, è stata fatta questa mattina. Si accerteranno le cause del repentino peggioramento di salute della giovane, che era in viaggio con il fidanzato e degli amici. Con sé Chiara portava sempre dei farmaci salvavita, sequestrati assieme a campioni di vomito dai carabinieri. Le indagini dovranno vertere anche sul fatto che l'iniezione di adrenalina che poteva bloccare la reazione allergica non abbia avuto effetto: forse l'ago si è piegato e il farmaco non è stato assunto.
Nel frattempo hanno fatto un passo avanti i genitori della giovane, Michela Bargagna e Massimo Ribechini, che hanno comunicato all'Ansa una lettera carica di significato tramite l'avvocato Francesca Zuccoli. "Saranno le indagini a chiarire quanto accaduto, ma vogliamo dire a tutti che queste allergie sono sempre più diffuse e sottovalutate. Bisogna parlarne senza vergognarsi, è necessario aumentare il grado di consapevolezza". Non è un'accusa vera e propria, quanto un appello: "Chiara ha saputo convivere con la sua allergia conducendo una vita normale, è giusto che questi drammi non si ripetano", spiegano ancora.
Chiara Ribechini era allergica a latte, derivati e uova. Il locale in cui era stata domenica 15 luglio era uno dei posti di cui si fidava.
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