Pisa, le linee guida di Buscemi: "La cultura transiterà ovunque"

Andrea Buscemi di fronte a Tuttomondo di Keith Haring

“Pisa, è risaputo, è grande città d'arte e di storia. Divenire l'Assessore alla Cultura del Comune di una città così importante è motivo di grande orgoglio, uno sprone straordinario e un compito galvanizzante.

    Sin dall'insediamento ho lavorato col dirigente, l'ottimo dott. Bacciardi, per meglio capire la situazione ereditata dal passato, le risorse e gli spazi culturali a disposizione della nuova Giunta.

    Dalla mia ricognizione è emersa una città ricchissima di fermenti e sollecitazioni di ogni tipo, un magma artistico e intellettuale che non solo poggia le basi sull'immenso patrimonio artistico cittadino e le antiche istituzioni culturali che da tempo caratterizzano la vita della città, ma che agisce con originalità e fervore creativo da moderno avamposto europeo.

     In questo senso, grande propulsione e incentivo deriva naturalmente dalla presenza a Pisa della sua grande Università e le eccellenze della Scuola Normale e della Scuola Sant'Anna (realtà di caratura e prestigio internazionale con le quali il Comune intende rafforzare i rapporti: esempio significativo resta l'esperienza condivisa di Palazzo Lanfranchi), attorno alle quali è  logico che si muovano associazioni e iniziative di ogni genere.

     Il patrimonio di esperienze di vario tipo e tendenza di una città così multiforme e variegata, non va assolutamente disperso. Esso rappresenta una sorta di "sacca di resistenza umana" all'imbarbarimento che - ahimè - sembra avanzare nel nostro tempo.

      A Pisa il sistema dell'associazionismo culturale è un argine all'impoverimento intellettuale con cui tutti i giorni dobbiamo fare i conti, una miniera di sollecitazioni e input che ha pochi eguali in Toscana e in Italia. Sul fronte dell'associazionismo, col Sindaco Michele Conti abbiamo perciò in mente di approfondire il rapporto con le situazioni storicizzate e anche le nuove iniziative più meritevoli che non solo andranno sostenute ma anche incentivate. In questo senso, ben presto l'Assessorato alla Cultura attiverà i bandi necessari per incentivare nuove idee e progetti.

       Baluardo principale di questa resistenza al degrado culturale italiano resterà naturalmente la Fondazione che gestisce il Teatro Verdi, uno degli spazi più belli d'Italia e luogo di grandi fermenti artistici, contenitore di variegate qualità multiespressive, a cui il Comune intende continuare a dare il proprio appassionato sostegno con tutti i mezzi a disposizione.

      Sul fronte teatrale, questa Giunta vorrà anche risolvere l'annosa questione del Teatro Rossi di piazza Carrara, il vero spazio di prosa della città: avvalendoci della legge sul federalismo culturale, la mission dovrebbe essere quella di contrattarne la cessione da parte del demanio, per ristrutturarlo definitivamente e darlo in uso alla città (rispettando anche, mi affretto a precisare, l'esperienza artistica e sociale che adesso vi si svolge).

       Pisa resta dunque avamposto culturale di straordinaria importanza internazionale, declinato in vari distretti.

         Mentre l'eccellente esperienza di Palazzo Blu ha finalmente colmato un grande vuoto e attendiamo l'inaugurazione del Museo delle Navi antiche, per noi la parola cultura significherà un chiavistello  per scardinare le distanze, perchè vogliamo unire il Palazzo alla città stessa, in una sorta di continua osmosi.

       Dunque la cultura (il teatro, la musica, le mostre) dovrà transitare in tutti i luoghi a nostra disposizione: gli Arsenali Repubblicani, i bastioni della Fortezza Sangallo, la Spina (e le splendide altre chiese spesso abbandonate, per l'utilizzo delle quali apriremo un confronto con la Curia Arcivescovile), la Cittadella, ma anche l'atrio di Palazzo Gambacorti, i palazzi e le piazze storiche (non solo piazza dei Cavalieri). Senza dimenticarsi assolutamente del nostro magnifico litorale (che sta particolarmente a cuore a tutto il governo cittadino), per troppo tempo mai toccato da iniziative culturali degne di questo nome (in questo senso il sottoscritto e l'assessore al Turismo dott. Pesciatini abbiamo già intrapreso proficue riflessioni).

       Continuare a valorizzare il molto che c'è, e recuperare il molto che, per vari motivi è restato indietro.

        Fatta salva questa premessa, penso a una città che possa anche riscoprire se stessa, e cioè la propria grande cultura. Al pari di Venezia o Firenze, l'arte nata e sviluppatasi a Pisa nel corso dei secoli è emblema di un'esperienza umana e intellettuale che ha pochi eguali.

       L'auspicio è quello di riuscire a raccontare questa esperienza, che è lunga e multiforme, va dal romanico pisano, a Giunta, Bonanno, Andrea e Nicola, ma anche Busketo e Diotisalvi, passa da Galileo ad Artemisia Gentileschi (i nomi sono alla rinfusa), tocca Giovanbattista Tempesti, i fratelli Melani, Aurelio Lomi, approda a Spartaco Carlini, fino a Giuseppe Viviani o Salvatore Pizzarello. Nel mezzo Giovanni Maria Clari, Titta Ruffo, la grande avventura cinematografica della Pisorno: l'elenco sarebbe interminabile. L'arte (e perciò la cultura) pisana non è mai stata piccina o provinciale ma, in tutte le sue espressioni, ha avuto caratura di carattere universale. Vorremmo perciò raccontarla, e il più possibile divulgarla: per meglio far capire, in quest'epoca distratta, quanto Pisa abbia saputo dare al mondo.

        Primo segnale di questa nostra rinnovata attenzione alla cultura pisana, vorrebbe essere il ripristino in piazza XX Settembre, davanti alle Logge di Banchi e a lato del Comune, della statua dedicata a Leonardo Fibonacci (uno dei nostri maggiori vanti, troppo poco ricordato) che si trovava in quel luogo dal 1863 e fino ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Per anni al Giardino Scotto, è adesso conservata all'interno del Camposanto di piazza dei Miracoli. Sarà nostra cura, nei prossimi giorni, interloquire con la Soprintendenza ai Monumenti e l'Opera del Duomo, perchè possa essere coronato il sogno di tanti Pisani che ne auspicano la ricollocazione”.

L'assessore alla cultura a Pisa Andrea Buscemi


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