Male l'artigianato giovanile del Valdarno-Valdisieve: -7% di imprese

(foto gonews.it)

Non va bene l’imprenditoria giovanile artigiana del Valdarno-Valdisieve: -7% di imprese nell’ultimo anno, una performance peggiore di quella del resto della provincia (-5%). Segno meno per tutti i comuni, tranne Pontassieve e Rignano sull’Arno che crescono rispettivamente del 1,7% e 6%.

Questi alcuni dei risultati emersi dell’elaborazione di CNA Firenze sui dati forniti dall’Ufficio di statistica della Camera di Commercio di Firenze.

“Una situazione preoccupante che denota un territorio inospitale per i giovani che vogliono fare impresa – commenta Sandra Pelli, presidente dell’Area Valdarno-Valdisieve di CNA Firenze Metropolitana –  Un fenomeno con ricadute negative sul sistema economico e sociale del territorio: per la perdita di opportunità occupazionali (è bene ricordare che l’artigianato ha un ruolo di rilievo nella nostra economia, sia per numero d’imprese e settori presidiati, che per numero di occupati) e per la difficile salvaguardia del patrimonio di competenze ed esperienze necessario per mantenere elevati gli standard del nostro artigianato”.

 

“Inutile girarci intorno: il settore artigiano soffre di scarsa attrattiva verso i giovani e di difficoltà nel ricambio generazionale. Crescono ogni anno gli imprenditori che, al momento del ritiro, sono costretti a cessare l’attività per mancanza di successori, tanto dentro che fuori la linea familiare – prosegue Pelli – Come associazione abbiamo messo in campo iniziative che promuovono il comparto sul web, sui social ed anche dal vivo con incontri con gli studenti, tirocini e mostre, concorsi e premi, ma occorre di più”.

Il riferimento va diretto al sistema dei finanziamenti e a quello delle agevolazioni fiscali.

“Ne esistono sulla piazza: dal microcredito per MPI della Regione Toscana (sia pur limitato al manifatturiero, commercio, turismo e terziario), ai finanziamenti del Mise per le nuove società giovanili e per i Neet under 29 che intendono aprire un’attività, ma occorre uno sforzo maggiore – continua Pelli – Indispensabile anche un sistema di detassazione a livello locale da parte dei singoli comuni, per esempio su Imu e Tari e provvedimenti ad hoc, come affitti agevolati e altre forme di sostegno da concertare con le associazioni di categoria”.

“La proposta che rivolgiamo agli Istituti Superiori del territorio – prosegue Pelli – è quella di privilegiate le aziende artigiane per l’alternanza scuola-lavoro, in modo che i ragazzi possano toccare con mano realtà che non riescono ad immaginare. Sarà un primo approccio determinante per cambiare rotta. Scopriranno un mondo stimolante e gratificante dove la qualità della vita è decisamente migliore che in altre situazioni lavorative”.

“Inoltre, è indispensabile investire sull'istruzione e la formazione, per esempio rendendo i percorsi scuola-lavoro permanenti e strutturati: i giovani devono poter crescere nelle botteghe, imparare il mestiere fino a diventare indipendenti e capaci, a loro volta, di aprire una propria attività.” conclude Pelli.

Le imprese artigiane under 35 dell’area (236 in numero assoluto) costituiscono l’8% del totale provinciale e sono localizzate per il 28% a Figline-Incisa Valdarno, per il 25% a Pontassieve, per il 15% a Reggello, per l’8% ciascuno a Dicomano, Rufina e Pelago, per il 7% a Rignano sull’Arno e, complessivamente, per l’1% a Londa e San Godenzo.

Fonte: CNA Firenze

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